Una città si trasforma
a cura di Mario CATALDI e Alessandro CAPPELLA
Ad Ascoli Piceno, capoluogo di
provincia
del Centro-Italia e sede episcopale,
una numerosa comunità che vive la Parola,
promuove rapporti fraterni fra tutti
con profonda incidenza anche in ambito civile.
Noi veniamo da Ascoli Piceno, città del Centro Italia con forte tradizione cristiana, ma anche in grande trasformazione, alle prese con la modernità. Da vari decenni, in diocesi c’è un nuovo fermento, grazie ai Movimenti ecclesiali. Via via si sono formati centinaia di giovani e ragazzi che oggi rivestono i più vari compiti negli organismi ecclesiali, oltre che in tanti ambienti della vita professionale e civica.
Circa quattro anni fa nasce ad Ascoli il progetto “Amo-la-mia-città”. Iniziamo a sognare la nostra come una città fraterna, guardiamo innanzitutto le relazioni che la animano, il bene che vi circola: ne restiamo meravigliati. Cerchiamo allora di tessere una rete di relazioni tra persone, tra istituzioni laiche e religiose, associazioni, Movimenti, mettendo in luce lo specifico contributo di ciascuno per il bene comune. La città diventa laboratorio di fraternità.
Come si può immaginare questa piccola storia è costellata di numerose iniziative:
- Dalle “Settimane Mondo Unito”, settimane full immersion dei giovani nelle quali si concentrano le iniziative più varie per costruire la fraternità a ogni livello.
- Alle “Fiere primavera”, mercatini dei ragazzi finalizzati a diffondere una cultura del dare e a raccogliere fondi per finanziare borse di studio per ragazzi svantaggiati.
- Alla “Festa della fantasia”, un modo nuovo di pensare il carnevale molto sentito in città.
- A “Città sul palco”, manifestazioni con i ragazzi che, valorizzando il contributo di tutte le scuole artistiche, mettono in luce il valore dell’arte e della bellezza per la costruzione della città.
- Alle vacanze sulla neve “insieme è meglio”, particolarmente dedicate ai piccoli nelle quali lo sport diventa mezzo potente per la costruzione della fraternità.
- All’iniziativa che abbiamo chiamato “Fili-amo-ascoli” nella quale le comunità italiana e filippina hanno lavorato insieme, durante l’“Emergenza Manila”.
- Al progetto “E per scuola... la città”, nel quale attraverso convegni, laboratori, azioni, si prova a dare una riposta all’emergenza educativa.
- Al “Capodanno di tutti”, forse una vera icona di tutto il progetto. Il 31 dicembre si ritrovano poveri e ricchi; sani e malati; giovani e anziani; comunitari e extracomunitari; istituzioni civiche e Movimenti ecclesiali, associazioni di volontariato; sindaco e vescovo... E ci sono ancora operai e imprenditori, medici e studenti, avvocati e sportivi, famiglie e artisti... Insomma, nel capodanno vediamo la città fraterna che vorremmo, caratterizzata dal senso di famiglia che rende vicine le distanze; lontane le paure; belle le diversità.
Questa ci sembra la chiave di lettura della vita di questi ultimi tre anni: la fraternità assunta a paradigma del pensare e del vivere applicata ai più vari ambiti della vita della città.
Il 12 dicembre 2009 l’associazione “Città per la fraternità” ha deciso di conferire il premio “Chiara Lubich per la fraternità” ad Ascoli Piceno per il progetto “Amo-la-mia-città”. Alcuni giorni dopo, il consiglio comunale approva all’unanimità l’adesione all’associazione “Città per la fraternità” e propone Ascoli come città ospitante per la prossima assegnazione del premio. Il Consiglio, negli interventi di esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione, esprime il desiderio che l’adesione non sia solo formale ma che segni un nuovo modo di lavorare per la città, una “compromissione” delle posizioni personali e di partito in vista del bene comune.
Per concludere possiamo dire che la fraternità, assunta come visione della vita cristiana e sociale, determina una sorta di salto di coscienza innanzitutto in noi stessi: ci si sente realmente parte di un corpo, partecipi e responsabili di tutto anche semplicemente in quanto cittadini. Si aprono nuove prospettive per l’evangelizzazione e la pastorale. Si articolano istituzioni e strutture di ogni tipo, energie e risorse personali e di gruppo per il bene comune: i beni spirituali e materiali, le professionalità, la fantasia, i pensieri, la generosità, il tempo… Fino a sperimentare concretamente la visione della fraternità universale, della quale la città, come diceva La Pira, è “misura e sacramento”.