C’è una via… la sfida dei rapporti

In una società globalizzata e per tanti versi secolarizzata e frammentata la Chiesa è chiamata oggi più che mai ad essere fermento d’unità. Con questa convinzione i seminaristi diocesani che vivono la spiritualità dell’unità, nel 40° della nascita del Movimento gens (generazione nuova sacerdotale), hanno svolto dal 2 al 4 gennaio 2009 il loro 5° Congresso internazionale al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma). L’incontro, che ha visto la partecipazione di 500 seminaristi di quattro continenti, ha avuto per titolo: «C’è una via… la sfida dei rapporti». Tale tematica è emersa da un sondaggio sulle sfide che avvertono oggi i seminaristi.

Idealmente il Congresso si ricollegava al ’68 quando, in un momento di grande travaglio socio-culturale e di forte crisi dei seminari, la spiritualità dell’unità era diventata per tanti seminaristi una luce decisiva per la propria formazione. In quell’epoca Chiara Lubich aveva dato vita al Movimento gens, nella speranza che la spiritualità di comunione fiorita nell’ambito del Movimento dei focolari potesse non solo aiutare tanti seminaristi a perseverare nella loro chiamata, ma suscitare pure una tale irradiazione d’unità negli ambiti formativi da attirare altri giovani in questa strada.

In preparazione a questo 5° Congresso, i seminaristi si sono rivolti ai loro colleghi con queste domande: «Perché vuoi diventare sacerdote? Quale tipo di sacerdote vorresti essere? Hai qualche timore davanti a quello che ti attende?».

Le risposte, pur provenendo da varie aree geografiche, hanno confermato unanimemente che una delle più grandi sfide del nostro tempo avvertite dai futuri sacerdoti è quella dei rapporti: con Dio, con e nella Chiesa, con la società circostante, con tutte le persone che incontriamo nel contatto diretto ma anche attraverso i mezzi di comunicazione. A partire da questa indicazione di fondo, il congresso si è articolato in quattro tappe.

Diventare sacerdoti oggi: sogni e sfide era la prima unità tematica, durante la quale, presentando i risultati del sondaggio, si sono evidenziati gli ideali ma anche i timori di quanti si preparano al ministero sacerdotale. Sono seguite due panoramiche: Hubertus Blaumeiser, consultore della Congregazione per l’educazione cattolica, ha parlato di linee di tendenza nei seminari mostrando la necessità di «una scelta controcorrente, una scelta di Dio più approfondita»; Giuseppe Maria Zanghì, responsabile del Centro studi del Movimento dei focolari, in una prospettiva filosofica, ha offerto una approfondita lettura dell’“oggi” culturale1.

Ricca di motivazioni la seconda tappa: Creati in dono. Francesco Châtel, pedagogo, partendo dall’enciclica Deus caritas est, ha messo in luce la dinamica trinitaria come archetipo del cammino formativo di ogni discepolo di Cristo. Un intervento di Chiara Lubich su l’Arte di amare indicava piste fondamentali per incarnare il cuore stesso del Vangelo nel quotidiano.

La terza tappa – Celibi, non singles – ha permesso di affrontare con franchezza l’impegnativo tema dell’affettività e della verginità. Lo psicologo e rettore di seminario in Germania, Andreas Tapken, ha mostrato, in modo fondato e narrativo, come il celibato non è né individualismo che isola né affettività repressa, ma «una forma di vita dilatata su un orizzonte universale». Preziose le testimonianze successive di due giovani sacerdoti sulla loro crescita nel dono pieno di sé.

La quarta tappa – «Gesù in mezzo» – si è aperta con l’intervento di Michel Vandeleene, docente di antropologia teologica a Roma, su Dio nei rapporti interpersonali. Sono seguite le testimonianze di Marco Tecilla e Bruna Tomasi, tra i primi seguaci e collaboratori di Chiara Lubich, e di sacerdoti e seminaristi che hanno messo in luce uno stile di vita cristiano che unisce armoniosamente esperienza di Dio e socialità.

L’ultima tappa – una rete per l’unità – ha evidenziato come una vita cristiana e sacerdotale fortemente improntata al Vangelo e testimoniata nel quotidiano, possa incidere anche in contesti assai difficili e suscitare fra le persone una rete di comunione.

Di forte incoraggiamento la venuta del card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, che ha presieduto la celebrazione eucaristica del 3 gennaio e che nella sua omelia, partendo dalle letture bibliche, ha approfondito dimensioni centrali della tematica del Congresso.

Da parte sua, Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, ha assicurato ai partecipanti la sua profonda vicinanza spirituale, dall’Africa dove era in visita.

L’ultima mattinata del Convegno, ha portato tutti a Roma, quasi un pellegrinaggio alle radici della cristianità e allo stesso tempo un tuffo nell’universalità della Chiesa, con la partecipazione all’Angelus in Piazza s. Pietro con il Papa che ha rivolto ai congressisti un suo caloroso saluto.

Sono stati giorni intensi di condivisione e riflessione intercalati da momenti artistici. E densi di comunione vissuta. Un furto subìto da dieci seminaristi polacchi durante il loro viaggio, ha provocato in modo immediato una spontanea comunione di beni. Tutto, infatti, si è tradotto subito in vita nei rapporti fra i presenti che, diversi per provenienza e cultura, hanno sperimentato, nel loro stare insieme, la viva presenza del Risorto e del suo Spirito.

Alcune impressioni potranno dare un’idea di quanto si è vissuto a Castelgandolfo e dei riflessi che ne possono derivare: «Non avrei mai pensato che seminaristi di nazioni tanto diverse potessero fare un’esperienza di vera unità. Un grande dono di Dio che voglio portare a casa»; «Ho trovato qui un modello di vita. Voglio vivere questa vita nella mia comunità»; «Durante questi giorni abbiamo percepito che realmente c’è una via e questa via è la vita dell’amore evangelico, la vita dell’unità. È una risposta per il mondo d’oggi, ma anche una risposta per i nostri seminari».

a cura del centro gens

 

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01)  Non riportato in questo Quaderno, perché svolto in modo spontaneo e colloquiale. Rinviamo alla monografia G. M. Zanghì, Notte della cultura europea. Agonia della terra del tramonto?, Città Nuova, Roma 2007