L’esperienza di un «Circolo d’ascolto organizzativo»

 Portare luce sul posto di lavoro

 

Il rinnovamento evangelico di un ambiente può partire anche da una sola persona, se è portatrice di un messaggio attraverso la parola convalidata dall’esempio. Ne parla questa testimonianza di una impiegata dell’amministrazione pubblica a Roma

Quest’anno, nella sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps) dove lavoro, in Via Igino Giordani a Roma, mi è stato proposto di partecipare ad un progetto denominato “Cantieri della Pubblica Amministrazione” e indirizzato a tutti gli operatori del settore pubblico.

Insieme ad altri nove colleghi ci siamo riuniti settimanalmente per una decina di volte in un “Circolo d’ascolto organizzativo” che aveva per scopo di mettere a punto un piano di miglioramento dei rapporti umani e dell’organizzazione del lavoro nei nostri uffici, attraverso la conoscenza reciproca e la condivisione di problemi e sogni riguardanti eventuali disagi e disfunzioni del nostro lavoro e l’ambiente lavorativo.

Nel gruppo, coordinato da uno psicologo del lavoro, abbiamo avuto modo di esprimerci liberamente sull’argomento, con il metodo dell’ascolto attivo, una sorta di “farsi uno” con l’altro, che ci ha aiutato ad aprirci e a confidarci frustrazioni, aspettative, desideri e sogni, relativi al nostro quotidiano lavorativo.

Il lavoro come atto creativo,
frutto dell’amore

Invitati dal tutor a illustrare la nostra visione del lavoro, ho potuto anch’io comunicare la mia concezione cristiana, parlando del lavoro come “atto creativo” da vivere con amore nell’attimo presente. Questa mia visione è stata condivisa dai più e ha incontrato l’apprezzamento in particolare dello psicologo che ha riportato l’espressione “atto creativo” nella relazione finale presentata poi alla Dirigenza.

Nello stendere una mappa dei valori condivisi, ci siamo ritrovati tutti d’accordo nell’affermare l’importanza della centralità della persona umana e della sua dignità rispetto alle strutture, così come propugnato da anni dalla dottrina sociale della Chiesa.

E ancora, sono stati condivisi da tutto il gruppo valori come: il rispetto per l’altro, la solidarietà, rapporti interpersonali improntati alla valorizzazione dei talenti di ciascuno, anche da parte dei responsabili e dei dirigenti.

Sulla base di questi valori è stato quindi elaborato un piano di miglioramento che è stato poi sottoposto al vaglio dei dirigenti della Direzione generale dell’Inps, con loro grande soddisfazione e ampia condivisione.

L’esempio fa scuola

Tutti hanno apprezzato il lavoro svolto dal nostro circolo, soprattutto il fatto di aver costruito rapporti nuovi tra noi. Infatti, mentre all’inizio di questo cammino eravamo come estranei gli uni agli altri e nel gruppo regnava uno spirito critico e un clima di diffidenza, alla fine eravamo tutti più distesi, più cordiali, felici di poter dare ciascuno il proprio contributo, più motivati al lavoro, pronti ad affrontare con un altro spirito i problemi quotidiani, senza più critiche o pregiudizi.

L’esperienza sarà ripetuta presto anche in altre sedi e allargata nella nostra sede al settore “Pensioni”, dove il clima lavorativo risulta piuttosto pesante e i rapporti sono litigiosi.

Grazie a questa esperienza ho potuto approfondire il rapporto con alcuni colleghi del circolo, ai quali ho potuto parlare dell’ideale dell’unità e delle sue ripercussioni nel sociale. Successivamente, con quattro di loro, ho potuto condividere anche la Parola di vita.

Ora nasce spontaneo cercarci al mattino e augurarci buon lavoro e buona giornata. In particolare, una collega che veniva sempre al lavoro con il broncio, contrariata e insoddisfatta, adesso è gioiosa, sorridente e accogliente, e non solo con me ma con tutti.

In tutto questo, credo di dover ringraziare Dio e anche Igino Giordani, al quale chiedo di aiutarmi a portare sempre più questo spirito di unità nel mio posto di lavoro, che si trova nella strada a lui intitolata.

Concetta Brocato