In una parrocchia in Serbia, una rete di piccole comunità

Chiese in mezzo alle case

 

«Non si tratta di inventare un “nuovo programma”. Il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia» (NMI 29). Anche questa esperienza di un parroco in Serbia, in contesto ecumenico e multietnico, ne è una conferma.

Una scoperta fondamentale

La mia parrocchia si trova nella città di Becej al Nord della Serbia, dove la metà degli abitanti è d’origine serba e di fede ortodossa, mentre altri sono cattolici, di provenienza ungherese, croata, slovacca, rutena, ceca e tedesca.

All’età di 24 anni, ad un anno dalla mia ordinazione sacerdotale, ho avuto il primo incontro con il Movimento dei focolari. Fu una giornata indimenticabile che mi ha fatto scoprire la Chiesa come comunità viva, unita attorno a Cristo. Ho deciso in quello stesso giorno di seguire questa spiritualità di comunione per edificare con l’aiuto di essa la Chiesa come comunione.

Diventato sacerdote nell’estate 1978, sin dal primo giorno mi sono adoperato a costruire una stretta e profonda unità con quella decina di sacerdoti nel territorio dell’ex Jugoslavia che erano come me attirati dal carisma dell’unità. Secondo le possibilità, settimanalmente trascorrevamo insieme un’intera giornata, vivendo l’amore scambievole alla scuola di Gesù in mezzo. A nutrire questa comunione è stata la vita della Parola del Vangelo nella quale ogni giorno cercavamo di crescere, mettendo poi in comune i frutti di questo impegno.

Vita della Parola –
comunità d’amore

Sin dall’inizio, ho impostato l’attività pastorale con questo obiettivo: formare comunità d’amore, facendo in modo che le famiglie, gli anziani, i giovani, i bambini, ecc., diventino discepoli di Cristo per mezzo del Vangelo vissuto.

In quest’impegno pastorale ci ha aiutato molto il commento mensile alla “Parola di vita” col quale Chiara Lubich spiegava una Parola della Scrittura e – quel che più conta ed era un suo dono carismatico – ci insegnava a metterla in pratica.

Di mese in mese mi sono impegnato con tutto il mio essere a viverla, cercando di aiutare anche gli altri ad attuarla e a scoprire i frutti meravigliosi che la Parola produce. Abbiamo poi messo in comune le esperienze della Parola vissuta e in questo modo sono nate varie piccole e meno piccole comunità.

Così, durante questi tre decenni nelle diverse parrocchie in cui ho lavorato, sono nati numerosi gruppi di giovani, adulti, coppie, ecc., i quali si formano spiritualmente, meditando sulla Parola e condividendo poi le loro esperienze, le scoperte fatte e le grazie ricevute a tutti i livelli, non solo personale ma anche comunitario e sociale.

La Parola vissuta man mano ha dato frutti producendo «il cento, il sessanta, il trenta per cento» (Mt 13, 23). Molti si sono impegnati nelle diverse espressioni del Movimento dei Focolari e in altri Movimenti, sono nate nuove vocazioni sacerdotali e alla vita consacrata, e si sono formati tanti altri fedeli che hanno iniziato a prendere sul serio la fede e la loro appartenenza alla Chiesa.

Una rete crescente

La più grande fioritura di queste piccole comunità vive è comparsa durante gli ultimi anni nella mia attuale parrocchia.

Punto di partenza per la cura di questi gruppi è stata l’unità col focolare e l’impegno a vivere con Gesù in mezzo a noi, portato avanti con una quindicina d’animatori del cosiddetto “Movimento parrocchiale”1 presenti nella mia parrocchia, un gruppo davvero attivo, profondamente animato dalla spiritualità dell’unità.

All’inizio d’ogni mese questo gruppo prepara in unità con me un programma pastorale su come portare avanti l’evangelizzazione: come sostenere i gruppi già esistenti (ce ne sono una ventina), come formare gruppi nuovi, come trovare una strada verso le famiglie e i giovani. Così sorgono nuovi gruppi della Parola di vita attorno ai loro “punti di riferimento”, cioè persone ben radicate nel vivere la Parola e anche nella vita di comunione della parrocchia.

In tal modo, per esempio, un’impegnata del Movimento parrocchiale, in due mesi ha raccolto attorno a sé una decina di persone le quali hanno subito aderito a vivere la Parola e a formare una comunità viva. Un’altra persona, impegnata come volontaria del Movimento dei focolari, ha formato un nuovo gruppo con persone della sua età.

Con questi punti di riferimento è nata una rete di persone che cercano e chiamano tutti quelli che sono aperti e pronti a venire agli incontri della Parola di vita. Alcuni vengono contattati sulla base del sincero interesse per la vita di fede, altri invece vengono per caso, portati dallo Spirito Santo, come nella prima comunità di Gerusalemme, dove «il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2, 48).

Evangelizzazione
delle famiglie e dei giovani

Altro vasto campo della nostra evangelizzazione è il mondo delle famiglie. Per raggiungere i genitori abbiamo trovato diverse vie. Una di queste è il contatto con i genitori i cui figli sono gen3 e gen4 (cioè bambini e ragazzi che vivono l’ideale dell’unità). Questi bambini raccontano ai loro genitori quello che sperimentano nei loro congressi e negli incontri che hanno di mese in mese in parrocchia. Questi semi sono ora sbocciati e vengono coltivati attraverso regolari incontri sulla Parola di vita.

Un’altra strada sono i bambini che frequentano la catechesi parrocchiale. Essi imparano a vivere il Vangelo. Mettendolo in pratica a casa loro, conquistano a questa vita i propri genitori.

Un ragazzo di undici anni una domenica ha fatto questa esperienza: «Quando sono tornato a casa dalla Messa, avevo voglia di guardare la TV. In quel momento mio nonno mi ha chiamato per telefono e mi ha chiesto di andare a visitarlo. Non ne avevo proprio voglia. Poi mi sono ricordato della Parola di vita ed ho deciso di andarci. I genitori mi hanno chiesto il perché se poco prima avevo detto che non ne avevo voglia. Ho risposto che avevo pensato al Vangelo». Quei genitori ora partecipano regolarmente agli incontri e seguono tutto con grande interesse.

Cresce costantemente anche il gruppo dei giovani. Sono essi stessi a contattare sempre persone nuove. Si è creata così una rete di comunione via internet e quotidianamente si scambiano esperienze e avvenimenti. A questa rete partecipano ormai circa 50 giovani.

La Chiesa
nel vissuto di ogni giorno

Vedendo come durante il mese, in parrocchia, ogni giorno si svolge qualche incontro di queste piccole comunità, è cresciuta in me e negli altri animatori parrocchiali l’appassionato desiderio di suscitare un numero ancora maggiore di queste comunità che rendono presente la Chiesa “in mezzo alle case” e nel vissuto di ogni giorno. Ci rendiamo infatti conto che il più grande atto d’amore è dare agli altri Gesù, attraverso la Parola di Vita e per mezzo della vita d’unità tra di noi.

Questo stile di vita, come diceva Paolo VI, “genera” Gesù, permette che Lui possa manifestarsi nelle nostre comunità, non solo continuando la sua opera come faceva quando era fisicamente presente nella Palestina, ma realizzando delle cose “più grandi ancora”.

Abbiamo visto attraverso questa esperienza che è Gesù a edificare la sua Chiesa. È lui in mezzo a noi, se sappiamo “fargli spazio”, a formare e a guidare le sue comunità, rendendole credibili e attraenti anche nel nostro tempo.

László Pósa

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1)    Il Movimento parrocchiale è un’espressione del Movimento dei focolari che si pone a servizio dell’animazione delle comunità parrocchiali.