«Il diacono. Chi è. Cosa fa. Come diventarlo»

 

È il titolo di un libro sul diaconato permanente che, come scrive nella presentazione il card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, «certamente servirà al bene della Chiesa». È stato pubblicato da poco dall’editrice Effatà (pp. 160, € 10).

Lo stesso cardinale aggiunge: «Il ripristino del diaconato permanente, voluto dal Concilio Vaticano II, è stato un dono particolare di grazia a tutta la Chiesa. Nell’arcidiocesi di Torino inoltre ho potuto constatare personalmente quanto i 133 diaconi permanenti siano una grande risorsa, sia a livello diocesano, sia a livello delle Comunità parrocchiali, nelle quali prestano il loro servizio di evangelizzazione, di carità e di culto a Dio».

Il diaconato permanente, infatti, nasce e si afferma nelle prime comunità cristiane: basta ricordare i santi Stefano e Lorenzo, ma a partire dal V secolo si riduce sino a scomparire di fatto. Si assiste a qualche ricomparsa sporadica, come in san Francesco d’Assisi. È il Concilio Vaticano II (1962-65) a rilanciarlo.

Gli autori del libro – i diaconi permanenti Michele Bernardo, Lorenzo Bortolin e Benito Cutellè – delineano in modo divulgativo e nello stesso tempo documentato, i fondamenti biblici e patristici di questo ministero, oltre una breve storia dei documenti sul diaconato, dalle origini ai più recenti interventi papali. Presentano, poi, chi sono oggi i diaconi, quali attività svolgono e il loro percorso formativo, concludendo con un paragrafo dedicato al trentennale cammino diaconale a Torino. In appendice forniscono dati statistici e i profili degli oltre quaranta diaconi che la Chiesa cattolica nel corso dei secoli ha dichiarato santi.

La pubblicazione, come ha scritto ancora il card. Poletto, aiuta non soltanto a conoscere questa particolare vocazione, ma può suscitare «anche risposte generose da parte di tanti uomini buoni e preparati, ai quali il Signore dona il carisma di questa chiamata».

Lorenzo Bortolin