Ministero di servizio

Con l’ordinazione sacramentale, il diacono assume una singolare diaconia, che si esprime soprattutto nel servizio al Vangelo.

Durante il rito, il vescovo consacrante pronuncia queste parole: “Ricevi il Vangelo di Cristo, di cui ora diventi araldo. Credi ciò che leggi, insegna ciò che credi, vivi ciò che insegni”. Ecco la vostra missione, cari fratelli: abbracciare il Vangelo, approfondirne nella fede il messaggio, amarlo e testimoniarlo con le parole e con le opere. L’opera della nuova evangelizzazione ha bisogno del vostro apporto fatto di coerenza e dedizione, di coraggio e generosità, nel quotidiano servizio della liturgia, della Parola e della carità. Vivete questa vostra missione gioiosamente e fedelmente, voi diaconi, chiamati con il celibato ad un’esistenza totalmente dedicata a Dio e al suo Regno. Vivetela voi, diaconi sposati, a cui Cristo chiede di essere modelli di vero amore all’interno della vita familiare. Gli uni e gli altri il Signore ha scelto come suoi collaboratori nell’opera della salvezza»1.

 

I diaconi sono «consacrati e mandati al servizio della comunione ecclesiale, sotto la guida del vescovo con il suo presbiterio. Come il popolo di Dio al quale sono dedicati, i diaconi trovano la loro norma permanente e la loro identità fondamentale nella fedeltà al Vangelo e, illuminati dai segni dello Spirito, vivono e realizzano la loro missione in modalità che variano secondo il contesto storico concreto entro cui essa si svolge. Proprio attraverso questa disponibilità essi sono chiamati a esprimere, secondo la loro grazia specifica, la figura di Gesù Cristo servo, ricordando così anche ai presbiteri e ai vescovi la natura ministeriale del loro sacerdozio, e animando con essi mediante la Parola, i sacramenti e la testimonianza della carità, quella diaconia che è vocazione di ogni discepolo di Gesù e parte essenziale del culto spirituale della Chiesa»2.

 

«Nella multiforme ricchezza del dono ricevuto, che li destina alle varie attività del servizio della Parola, del sacramento e della carità, il ministero di diaconi deve rimanere aperto alle sollecitazioni che dallo Spirito e dai segni dei tempi vengono alla Chiesa e alla sua missione. (...) Ai diaconi si chiede particolare cura per l’educazione dei giovani al Vangelo della carità, per il servizio sollecito ai poveri con quell’amore preferenziale che fece grandi san Lorenzo e tutti i santi diaconi della storia della Chiesa e che oggi reclama nuove e più audaci forme, nel contesto di una cultura della solidarietà evangelica, per l’educazione permanente dei cristiani alla necessaria presenza nel sociale e nel politico»3.

 

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1)     Giovanni Paolo II, Angelus per il giubileo dei diaconi, 20/02/2000.

 

2)         CEI, I diaconi permanenti nella Chiesa in Italia, n. 8.

 

3)         Ibidem, n. 40.