Aiutare i ragazzi a vivere la Parola

di Loredana Fraccaroli e Carla Ruspini



Il Vangelo vissuto trasforma la vita dei bambini e dei genitori. È l’esperienza che da alcuni anni viene portata avanti da Loredana Fraccaroli e Carla Ruspini in Svizzera. Questo stile vitale della loro catechesi sta dando ottimi frutti.



Loredana: Vivo a Croglio, un piccolo comune del Canton Ticino (Svizzera) di 900 abitanti e con un vasto territorio che comprende otto frazioni. Insieme a Carla, che mi aiuta nella catechesi, abitiamo nella frazione di Castelrotto dove si trova la chiesa parrocchiale.

Tutto è iniziato dodici anni fa, quando é stata diagnosticata a mia mamma una malattia inguaribile e lei è venuta ad abitare nella mia casa.

Ero già catechista, ma mi pareva che non avrei potuto continuare con questo impegno durante la settimana. Ne ho parlato col parroco e con Carla e insieme abbiamo visto che avremmo potuto preparare i bambini per la prima Comunione la domenica mattina prima della Messa.

In quel momento i testi usuali non ci sembravano più adatti. Abbiamo deciso, d’accordo col sacerdote, di usare direttamente il Vangelo della domenica, convinte che la miglior preparazione a ricevere Gesù era quella di mettere in pratica le Sue parole.

Per facilitare la comprensione della Parola di Dio raccontavamo esperienze nostre e soprattutto quelle di altri bambini e bambine che si adattavano al testo, prese dalla rivista Gen4 del Movimento dei focolari.

Con nostra grande meraviglia dopo i primi incontri, i bambini hanno iniziato a narrare come loro vivevano la Parola di Dio. È nata così l’idea di scrivere su fogli colorati le loro esperienze. Erano così tante e varie da formare una specie di libro, che raccontava il loro cammino incontro a Gesù. In poco tempo con la loro semplicità e immediatezza riuscivano non solo a capire, ma anche ad “entrare” nel Vangelo.

Carla: Ecco alcune loro esperienze: semplici, ma con la sapienza evangelica.

Questa è di due gemelline: «Al corso di nuoto abbiamo pensato alle parole di Gesù “amerai il prossimo tuo come te stesso” ascoltate alla catechesi e ci siamo comportate bene con l’insegnante».

Questa è di Diletta: «Chiara, una bambina, ogni venerdì viene a dormire da noi perché la sua mamma di notte va a lavorare. Era con noi anche Nathalie. Loro volevano giocare col computer, ma io avevo promesso a mio fratello che non l’avrei usato. Allora una delle due ha interrotto l’amicizia con me e a scuola ambedue fanno finta di non conoscermi. Malgrado ciò mi faccia soffrire, sento che nel mio cuore non c’è odio ma perdono».

E poi Andrea: «Avevo dormito quasi fino a mezzogiorno. Subito dopo il pranzo la mamma mi chiede di mettere a letto il mio fratellino. Non avevo nessuna voglia di ritornare in camera. Poi ho ascoltato quella voce nel mio cuore che mi ricordava come Gesù era ubbidiente ai suoi genitori e ho portato Luca nel mio letto e sono stato con lui finché si è addormentato».

Man mano anche le loro famiglie capivano che la sorgente della vita dei figlioli era il Vangelo vissuto e parecchi di loro si sono riavvicinati alla Chiesa. A poco a poco nasceva tra tutti un rapporto più fraterno, basato sull’amore reciproco.

All’inizio di ogni incontro pregavamo, coscienti che, se siamo uniti nel nome di Gesù, Lui è in mezzo a noi. Infatti avevamo l’impressione che fosse Lui stesso a guidare queste catechesi.

Loredana: Poi è cambiato il sacerdote ed è arrivato un altro parroco, che ha pensato di applicare un metodo diverso. L’incontro nostro coi bambini è stato sospeso e, pur con dolore, abbiamo accettato con serenità la nuova situazione.

Intanto nel 2000, la Consultazione ecumenica per il futuro sociale ed economico della Svizzera lancia un appello a tutta la popolazione: quale futuro vogliamo costruire?

Ci sembrava che l’esperienza viva dei nostri bambini e il riflesso sui loro genitori fosse una risposta a questo interrogativo.

Abbiamo partecipato ad una serata informativa. Sentivamo dire quà e là «Bisognerebbe fare..., si dovrebbe fare...». Abbiamo raccontato quello che avevamo fatto, presentando la nostra esperienza e mostrandone i frutti. I responsabili della serata, molto interessati, ci hanno chiesto di mandare tutto il materiale che avevamo alla loro sede centrale. Il gruppo di valutazione ha scelto la nostra esperienza insieme ad altre due da presentare il giorno della Festa federale di ringraziamento, invitandoci a raccontarla nella Cattedrale di Lugano.

Davanti ad un folto pubblico abbiamo esposto in sintesi la nostra iniziativa, mostrando come la Parola di Dio vissuta suscita frutti sorprendenti nei ragazzi e nelle famiglie con un vero cambiamento di comportamento e di mentalità.

In questa occasione i bambini hanno portato all’altare sette cartelloni dove erano applicati dei fogli che riportavano le loro esperienze. È stato un successo. I cartelloni sono poi rimasti esposti per un mese. Esperienza bella, ma del passato.

Carla: Ma ecco un ulteriore avvicendamento in parrocchia: arriva un nuovo parroco, che ci comunica i suoi obiettivi nella catechesi e ci chiede come possiamo realizzarli. Abbiamo raccontato la nostra precedente esperienza e la sua risposta è stata: «Per me va benissimo». Avevamo un po’ di timore: erano trascorsi sei anni e dovevamo ricominciare da zero. Ora scopriamo con stupore che anche se i vari gruppi dei bambini sono molto diversi dai precedenti, tutti rispondono con entusiasmo nell’impegno di vivere il Vangelo.

Lo scorso dicembre inviando gli auguri di buon Natale al nostro vescovo di Lugano gli abbiamo fatto dono del volumetto che conteneva le catechesi che abbiamo svolto quest’anno con le esperienze dei ragazzi. Egli ci ha risposto così: «Vi ringrazio di avermi inviato un interessante materiale, che ripercorre un prezioso cammino di catechesi compiuto alla luce del Vangelo. Vi sono grato per questo impegno e vi invito a proseguire con serenità, costanza e fiducia».