Il Vangelo rispetta e unisce le etnie

a cura di Lorenzo Bortolin

 

In Alto Adige o Südtirol gli abitanti parlano italiano o tedesco e quindi le celebrazioni liturgiche e le catechesi sono svolte nelle due lingue. A Sinigo o Sinich, in periferia di Merano, due sacerdoti di diverse etnie vivono in piena comunione tra loro. Ponendo un accento sulla catechesi per gli adulti, utilizzano gli stessi testi. Grazie anche a un comitato comune, propongono insieme per le due etnie iniziative utili che diventano occasioni preziose per far crescere l’unità tra tutti.

 

Alla periferia della città di Merano nella parrocchia di San Giusto vivono circa 3.000 fedeli, due terzi dei quali sono di lingua italiana e un terzo di lingua tedesca, affidati rispettivamente a Salvatore Tonini e a Josef Gschnitzer.

Da un anno i due sacerdoti svolgono il loro servizio anche nella parrocchia limitrofa dell’Esaltazione della S. Croce a Postal, nella cittadina confinante, anch’essa bilingue con circa 1.600 abitanti.

In questa situazione – dove talora lingua, storia e tradizioni possono creare difficoltà anche nella comunione ecclesiale – don Salvatore e don Josef hanno deciso di lavorare in piena unità.

Salvatore Tonini: Ben presto ci siamo resi conto che nelle due comunità la catechesi dei bambini e adolescenti è abbastanza regolare e sistematica, mentre quella degli adulti è piuttosto frammentaria e occasionale come, ad esempio, nella preparazione al matrimonio, durante le missioni o attraverso la predicazione…

Abbiamo avvertito l’esigenza di iniziare anche per gli adulti una catechesi progressiva e continuata, sapendo che tanti hanno una religiosità per tradizione e che della fede conoscono più o meno solo quello che hanno imparato da bambini.

Un’impresa non facile, conoscendo quanto l’indifferentismo invadente e la vita moderna con i suoi ritmi incalzanti siano di ostacolo a tale impegno. Nonostante tutto abbiamo lanciato la proposta.

Ci siamo accordati di svolgere la catechesi per gli adulti nelle rispettive lingue, ma usando lo stesso testo: il “Gesù di Nazaret” di Benedetto XVI.

In questi mesi abbiamo approfondito il capitolo sul Padre nostro. Vengono per ora circa una ventina di persone che partecipano regolarmente agli incontri mensili. Una quindicina ha pure comperato il libro.

Noi sacerdoti introduciamo il tema e poi leggiamo assieme il testo, fermandoci a commentare le varie affermazioni. Ci stiamo sempre più rendendo conto quanto siano chiare, luminose e vitali le pagine di questo libro del Papa.

Una signora affermava che meditando il Padre nostro ha trovato un rapporto nuovo con Dio: «La mattina quando mi alzo sento una grande gioia nel poter incominciare a pregare il Padre nostro».

Troviamo pure in altri scritti del Papa, come nelle due ultime encicliche, insegnamenti molto validi e attuali da offrire ai nostri parrocchiani.

Josef Gschnitzer: Sia nella parrocchia di Sinigo che di Postal stanno sempre più formandosi e mettendosi al lavoro vari gruppi, come quello degli anziani del Centro parrocchiale e gruppi giovanili con gli animatori.

Nostro intento prioritario è quello di dare, specialmente alle persone del consiglio parrocchiale, una catechesi vitale. Una volta al mese ci troviamo con gli animatori dei vari gruppi e approfondiamo con buon frutto i punti fondamentali della spiritualità di comunione.

Molti ci dicono che sentono come essenziali questi incontri, che li motivano e danno la carica per lavorare con fiducia e serenità.

Lo abbiamo constatato, ad esempio, quando a Sinigo è sorto un nuovo Centro che ospita le attività dei due gruppi linguistici. Per coordinare il lavoro abbiamo costituito un comitato responsabile composto da persone appartenenti ai due gruppi.

Circa quattro anni fa, all’inizio della nostra esperienza di parrocchia, avevamo chiesto a Chiara Lubich una parola che ci fosse di luce per la nostra pastorale e lei ci aveva risposto: «... Mostrare l’unità nella distinzione come è nella Santissima Trinità». Abbiamo cercato di seguire questa linea.

Di conseguenza anche il nostro Centro parrocchiale ha strutture che usiamo in comune, così i vari arredi e attrezzature.

Naturalmente ci sono pure sedi riservate ai due gruppi linguistici, per esprimere la distinzione di costumi e di iniziative.

Salvatore Tonini: Tutte le occasioni vanno colte per formare le persone ad una vita e ad una mentalità cristiana.

Così è stato per il rinnovamento della decorazione della Chiesa che comprendeva fra l’altro, una statua della Madonna in bronzo dorato e un notevole bassorilievo raffigurante i tre santi patroni: San Giusto, Giovanni Paolo II che abbraccia i rappresentati delle varie religioni, e accanto a lui la beata madre Teresa di Calcutta.

In questa iniziativa sono state coinvolte tante persone dei due gruppi etnici, offrendo loro l’opportunità di crescere nel rapporto vicendevole e nell’approfondimento della fede. La spiegazione del significato forte di queste opere d’arte è stata l’occasione per una catechesi incisiva e immediata.

Josef Gschnitzer: La catechesi agli adulti non ci fa trascurare quella dei bambini. Anche per loro non ci accontentiamo dell’ora di catechismo, ma cerchiamo di rendere formativa ogni attività che si svolge in parrocchia.

Un’esperienza valida in questo senso è l’iniziativa che attuiamo per i bambini e per i ragazzi il sabato pomeriggio a cui partecipano una cinquantina di ragazzi e una decina di animatori. Oltre alla catechesi vera e propria e ad altre iniziative, li prepariamo ad eseguire i canti della Messa della domenica dove partecipano con gioia ed entusiasmo.

Alcuni genitori ci hanno confidato che ora sono i bambini a mettere loro fretta il mattino della domenica per poter essere puntuali a questo impegno.