Tradurre le verità della fede nella vita di ogni giorno

a cura di Paolo Canale



In alcune diocesi del Centro Italia si sta sperimentando con frutto che si può trasmettere la fede viva ai ragazzi e ai giovani, attraverso il carisma dell’unità, tipico del Movimento dei focolari. È una catechesi vitale che si basa sulla Parola vissuta e sulla comunione delle esperienze e che porta significativi frutti anche nel periodo post-cresimale. Ce ne parlano don Paolo Canale, Federico Marcaccio e Cristina Torresetti della diocesi di Fermo nelle Marche.



Paolo Canale: Vorremmo presentarvi la nostra esperienza con i giovani: non si tratta tanto di una catechesi sistematica, ma piuttosto di un contributo per approfondire con il carisma dell’unità le verità fondamentali della nostra fede tradotte in vita.

Grazie a queste esperienze è nato il Movimento diocesano, diramazione del Movimento dei focolari, che opera nella nostra Chiesa locale a livello diocesano.

Come base della formazione abbiamo posto la Parola di vita, che ha avuto e continua ad avere un’incidenza forte soprattutto nei giovani che man mano sono venuti a contatto con noi. Sono nati così nelle varie parrocchie gruppi giovanili che vivono la Parola e sono in grado di attrarre a sé altri per la forte presenza di Gesù in mezzo a loro.

Federico Marcaccio: Ogni settimana, generalmente il sabato pomeriggio, un buon numero di ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni vanno in parrocchia per continuare il loro cammino di fede dopo aver ricevuto il sacramento della Cresima.

Sono tanti i motivi che inizialmente possono attrarli a questa esperienza: i rapporti di amicizia che si istaurano, il desiderio di fare esperienza di gruppo con altri giovani, la ricerca di qualcosa di nuovo...

Senz’altro ciò che più li attrae è la vita d’unità che sperimentano nel gruppo parrocchiale, nelle attività che proponiamo durante l’anno e nei corsi estivi di formazione.

La Messa domenicale è un appuntamento fisso, a cui si partecipa attivamente, animando i canti e dando la propria disponibilità per qualche servizio.

Ma la fantasia suscita sempre nuove occasioni per fare famiglia, come ritrovarsi per una pizza insieme, una gita in montagna, o semplicemente giocare a casa di qualcuno del gruppo.

Ci sono poi degli appuntamenti diocesani, durante l’anno, in genere ogni due mesi, che ci permettono di approfondire i punti fondamentali della spiritualità dell’unità, che sono anche i punti fondamentali della vita cristiana. Vengono presentati con piccoli temi e soprattutto con esperienze concrete dei giovani più grandi.

Cerchiamo pure di toccare i punti più scottanti della vita dei giovani di oggi, andando controcorrente, per far emergere uno stile nuovo di stare insieme, ispirato al Vangelo.

Questo ci porta a vivere in maniera diversa anche le occasioni per far festa, come il carnevale, i mini tornei di calcetto e di pallavolo per ragazzi e ragazze, in cui il premio più ambito è la coppa d’unità, che va alla squadra che ha dimostrato, in campo e fuori, di vivere l’unica regola che conta davvero, anche nello sport, quella dell’amore reciproco.

Particolarmente significativa è stata negli ultimi anni la collaborazione con la pastorale giovanile della diocesi. Molto apprezzato è stato il contributo dato dai nostri giovani in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù e della recente Agorà dei giovani italiani.

Cristina Torresetti: L’appuntamento più atteso e importante dell’anno è senz’altro il corso estivo di formazione, detto anche camposcuola. Si tratta di una settimana vissuta insieme, generalmente in montagna, per approfondire la vita che poi durante l’anno ci impegniamo a portare nelle nostre parrocchie.

Quest’anno vi hanno partecipato 95 giovani, tra cui alcuni del Movimento diocesano di Macerata. Si è partiti recandosi in un’antica abbazia cistercense. Qui ci siamo dichiarati pronti a vivere con un unico desiderio, quello di amare in modo evangelico e di vivere insieme una divina avventura.

Poi, ci siamo suddivisi in piccoli gruppi, con un perno responsabile, composti da persone di diversi paesi che prima non si conoscevano neppure. Questi gruppetti sono la base di tutta la vita del camposcuola, per mettere in pratica quanto meditiamo nei temi. Così, mentre un gruppetto riordina il locale per l’incontro, un altro prepara i tavoli nella sala da pranzo o riordina le stanze, c’è chi prepara un gioco, o chi fa le prove di canto per animare gli incontri o la Messa, e così via.

Ogni giorno si comincia con la preghiera e viene letta una Parola di vita per quella giornata. C’è anche un tema scelto che fa da filo rosso a tutto il corso. Quest’anno, ispirandoci a Maria, il motto è stato: “Come un celeste piano inclinato”.

Giorno per giorno si presentano i principali punti della spiritualità dell’unità e si trattano anche temi legati alle problematiche giovanili. Il corso è caratterizzato pure da alcuni work-shop su sport, musica e arte. Bellissime le esperienze sulla vocazione al matrimonio e alla vita consacrata, donateci da una giovane impegnata in parrocchia e da un focolarino. Anche giochi, serate ricreative, caccia al tesoro, ecc... tutto è una scusa per crescere nell’amore. A sera la celebrazione della santa Messa: momento culmine della giornata.

Paolo Canale: Molti i frutti e interessanti le impressioni dei giovani.

Scrive Valentina: «Grazie a questo campo sono riuscita a ritrovare Dio, ho ricominciato a sperare e ad avere fiducia in Lui e nel prossimo. Ora voglio ricominciare e impegnarmi più di prima».

E Stefano: «Questo corso di formazione è stato importante per me. Negli ultimi mesi mi erano crollate molte certezze, ma in questi giorni ho potuto riscoprire ciò che veramente conta: Dio che è Amore!».

Il corso si è concluso con una festa insieme a genitori e amici, in cui è stata presentata la nostra vita. Così anch’essi hanno potuto sperimentare almeno un po’ la presenza di Gesù in mezzo a noi.

Molto contenti i parroci e il vescovo, che ci hanno incoraggiati a diffondere questo stile di vita in tutta la diocesi.