Catechesi a partire dalla famiglia

a cura di Miguel Angel Blanco



In una parrocchia alla periferia di Buenos Aires, in Argentina, un’esperienza di catechesi dei fanciulli attraverso la famiglia fa crescere la comunicazione e l’amore tra gli sposi, i figli e i parenti. E molti adulti scoprono la bellezza della vita cristiana e tornano a frequentare la Chiesa e a ricevere i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Il parroco, Miguel Angel Blanco, e una coppia di sposi, Susana e Omar Zazzeroni, ci raccontano la loro esperienza.



Miguel Angel Blanco: Sono parroco in un quartiere povero della capitale argentina. Seguendo l’indirizzo della Conferenza episcopale del mio paese, abbiamo portato avanti con successo una particolare esperienza di catechesi, coinvolgendo in modo vitale le famiglie.

Alla base del progetto, c’è una coppia-guida che incontra settimanalmente i genitori dei bambini che frequentano il catechismo in preparazione alla prima Comunione. Sono questi genitori poi che danno la catechesi ai propri figli. Inoltre una volta al mese vengono tutti in parrocchia con i loro bambini per “rafforzare” ciò che hanno ricevuto dai genitori.

Questo metodo si è rivelato particolarmente utile per l’evangelizzazione anche degli adulti.

Susana Zazzeroni: Quando siamo andati in parrocchia per iscrivere i nostri figli al catechismo per la preparazione alla prima comunione, ci hanno parlato di una nuova metodologia che consisteva nel prepararci noi genitori per poi essere noi stessi i catechisti dei nostri figli. Nonostante non capissimo bene cosa ciò significasse, abbiamo accettato. Man mano che si succedevano le settimane, ci rendevamo conto quanto ci giovassero quegli incontri, perché poco per volta vedevamo che la nostra vita cambiava.

Omar Zazzeroni: Io, nonostante una certa sensibilità per Dio, non conoscevo tante cose della fede cristiana. Non sapevo neanche pregare. Lì ho incontrato persone che avevano un ideale di vita ispirato al Vangelo. Alla fine, anch’io, che ero andato solo per mio figlio, feci la prima comunione a 35 anni. È stato uno dei passi più importanti della mia vita.

Susana Zazzeroni: La fede che ora condivido con mio marito e i miei figli è stato un dono immenso e molte cose sono cambiate nella nostra famiglia e in tante altre.

Una delle realtà più significative vissute nel gruppo, frutto dei nuovi rapporti che si sono creati fra tutti, è la comunione dei beni. Un giorno arriva una signora del gruppo, mamma di famiglia molto povera, tutta sconsolata: i ladri erano entrati in casa rubando tutto. Subito abbiamo raccolto tra noi vestiti, materassi, qualche mobile, una bombola di gas… e persino una porta, dato che la sua era stata scassata.

Un’altra volta siamo venuti a sapere dell’angustia di un papà da tempo disoccupato. Ci siamo preoccupati di condividere con lui gli alimenti, aiutandolo anche a trovare un lavoro. Questo gli ha fatto scoprire un Dio che è Amore e ha provocato dei passi importanti nella sua vita, instaurando anche un dialogo sincero con la moglie ed i figli. Lui stesso si sorprendeva per la pace ritrovata.

Omar Zazzeroni: Dopo un po’ di tempo ci proposero di assumere il ruolo di “coppia-guida” nella catechesi. Ci ha incoraggiato ad accettare una frase di Chiara che dice in sintesi: «Tutti siamo chiamati a lavorare per l’unità, basta aderire a Dio con tutta la nostra volontà, disposti a dar la vita per gli altri». Questo sì, lo potevamo fare, potevamo amare gli altri genitori. Dopo Gesù ci avrebbe aiutati a mettere sulle nostre labbra le parole adeguate e nel nostro agire l’atteggiamento giusto.

Riguardo alla nostra vita di coppia, capivamo che prima di andare agli incontri dovevamo dimenticarci della stanchezza, ricomporre un rapporto magari incrinato, perché l’unità fra noi doveva essere la base di quanto avremmo fatto e detto. A poco a poco nel gruppo avevamo imparato ad ascoltarci, a capirci, a volerci bene, senza giudizi negativi, a vivere gli uni per gli altri.

Susana Zazzeroni: Uno degli effetti tipici di questa catechesi è il miglioramento delle situazioni familiari difficili: cresce l’amore e la comunicazione fra gli sposi e i loro figli. Anche dopo anni di inimicizia si riconciliano parenti, si sanano ferite e traumi di vario tipo.

Si sviluppa spontaneamente la necessità di pregare e si sperimenta l’unione con Dio. E persone adulte tornano ad accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.

Sono cadute così le barriere che ci mantenevano lontani dalla Chiesa e ora la sentiamo vicina alle nostre necessità ed esigenze. Tanti hanno trovato la maniera di inserirsi nella comunità, arrivando ad essere coppie-guida ed animatori della stessa catechesi familiare o membri di vari movimenti ecclesiali.

Naturalmente tutto questo torna a vantaggio dei figli che respirano in famiglia un ambiente cristiano sereno e crescono nella fede quasi per osmosi, assimilando spontaneamente comportamenti e mentalità ispirati al Vangelo.