Far scoprire le fonti di Dio

di Marlies Bolsius



In Olanda, vicino a Rotterdam, una mamma di famiglia numerosa, insegnante nelle scuole elementari, ha ideato un metodo per preparare i bambini alla prima Comunione. Oggi questo metodo è adottato in dieci comunità.



Mi chiamo Marlies Bolsius e vivo nella parrocchia di Masdon, vicino a Rotterdam. Per vent’anni ho insegnato nelle scuole elementari e oggi sono direttrice in una di queste. Ho sette figli e cinque nipotini. Sia in famiglia che in parrocchia, ho sempre cercato soluzioni nuove per dare ai bambini una formazione religiosa adeguata.

Parecchio tempo fa, in occasione della preparazione alla prima Comunione di due dei miei figli, il parroco mi chiese di aiutare una suora, già anziana, che da anni si occupava di questi corsi. Così, per qualche anno ho collaborato con lei. Mi accorgevo però che i materiali e i metodi utilizzati non erano dei più moderni. Quando la suora lasciò quell’incarico, ho dovuto prenderne il posto ed ho cominciato a cercare metodi più aggiornati.

Consultavo, per esempio, le novità editoriali, seguivo l’attività di vari istituti pastorali olandesi, sperimentavo nelle mie lezioni il materiale che mi sembrava più adatto, però non ero mai soddisfatta. I metodi, talvolta, erano superati, perché il linguaggio e la dose massiccia di dogmatica non potevano fare presa sui bambini, oppure erano così profani da sembrare più adatti ad una lezione di scienze naturali che alla trasmissione della fede. In una parola, da quei metodi e da quei testi era difficile far emergere qualcosa di più profondo.

Nel frattempo ho conosciuto il Movimento parrocchiale dei focolari e sono stata affascinata da come si presenta e si vive in esso il Vangelo.

Attorno agli anni ’80 ho sentito Chiara parlare della catechesi ai bambini sulle fonti di Dio1. Poi ho incontrato un parroco italiano, don Cosimino Fronzuto2. Anche lui aveva sentito ciò che Chiara aveva detto e mi mostrò un paio di semplici ciclostilati, che riportavano un disegno e una frase di commento di Chiara.

Sembrava che custodisse un tesoro. Con poche parole ma con un fuoco che subito mi prese, egli mi disse: «Tutto quello che dobbiamo insegnare ai bambini sta qui: aiutarli a incontrare Gesù. Dove? Guarda!». E mi pose davanti il primo foglio con scritto: «Le mie prime comunioni». Così chiamava lui i luoghi di incontro con Gesù.

E cominciava a sfogliarli e leggerli ad uno ad uno:

Comunione con Gesù nel nostro cuore;
– Comunione con Gesù nel fratello;
– Comunione con Gesù nella sua Parola;
– Comunione con Gesù nei ministri della Chiesa;
– Comunione con Gesù nei dolori;
– Comunione con Gesù nell’unione fraterna.
– Comunione con Gesù nell’Eucaristia.

Nel foglio di ciascuna comunione c’era un disegno che la illustrava e una breve spiegazione.

Alla fine concludeva: «La prima Comunione non deve essere qualcosa come un rito magico che non ha niente a che fare con la vita di ogni giorno. No, i bambini devono già aver preso confidenza con Gesù, perché lo hanno conosciuto scoprendolo in queste fonti di Dio, vivendo l’amore scambievole».

Poi mi diede una copia di quei fogli. Rimasi colpita per la semplicità, ma allo stesso tempo presa dalla incommensurabile profondità di quelle “fonti”.

Le parole di Chiara Lubich e questo colloquio con don Cosimino sono stati per me, come educatrice e come insegnante, di enorme stimolo.

Mi venne l’idea di formulare un progetto per la prima Comunione ispirandomi a quei ciclostilati e mi sono messa a scrivere dei testi per le mie lezioni con un linguaggio adatto ai bambini d’oggi. Mi sono accorta che i bambini si sentivano coinvolti quando scoprivamo insieme le parole di Gesù che svelano la sua presenza e quando le vivevamo insieme.

Io stessa rimanevo stupita della grande sensibilità che quei piccoli mostravano per la mistica del Vangelo.

Un aiuto alle lezioni mi arrivò da uno dei miei figli, Cesco, che ha molto talento per il disegno. Già gli avevo chiesto parecchie volte di farmi qualche illustrazione per questo progetto, ma lui temeva che io volessi un’immagine troppo pia. Un giorno in cui nella stampa olandese si parlò molto di fumetti, si alzò dal suo tavolo da disegno e con occhi birichini mi disse: «Mamma, ho disegnato il tuo amico!» e mi mostrò un disegno di Gesù sulla croce, molto originale.

Aspettava trepidante la mia reazione, nel timore che lo disapprovassi. Ma io fui colpita dalla soavità che quell’immagine emanava... Visto che mi piaceva continuò: «Se posso adottare questo stile, allora faccio volentieri un disegno per ogni lezione, dove torna la stessa figura di Gesù».

Sono già un paio d’anni che usiamo questi testi e questi disegni e l’interesse cresce. Al momento dieci parrocchie lavorano con questo metodo. Nel frattempo ho scritto anche un manuale per i catechisti, completo di finalità didattiche per ogni lezione e di spunti creativi.

Mi accorgo che i bambini si sentono molto coinvolti e spesso continuano a partecipare con entusiasmo anche alla catechesi dopo la prima Comunione. Constato che l’amore reciproco crea un legame di vera amicizia tra i ragazzi e la comunità attorno a Gesù nella sua Chiesa cresce.

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01) C. Lubich, Dio Amore e le sue fonti, Linee Gen3, Grottaferrata (RM), presso il Centro Gen3, pp. 3-11.

02) Un sacerdote focolarino della diocesi di Gaeta, partito per il Cielo nel luglio del 1989. Allora era parroco della parrocchia di San Paolo nella città di Gaeta ed era molto apprezzato per la santità di vita e per la sua catechesi.

Cf F. Cardinali, Cosimino Fronzuto. Una vita per l’unità, Città Nuova, Roma 1992.