Un metodo evangelico



Soprattutto oggi il mondo ha bisogno non tanto di persone colte, ma di sapienti, di gente piena di Spirito Santo, di uomini e donne veramente evangelici, dei quali Gesù possa ripetere: «Ti ringrazio, Padre, che hai nascosto queste cose ai saggi e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11, 25). (...)

A questo punto qualcuno potrà chiedermi: «E che cosa ti ha insegnato Gesù durante tutti questi anni?».

È logico che sarebbe impossibile dirlo in poche parole. Il fatto è che la luce della sua verità è stata così abbondante e così penetrante che è arrivata fino agli ultimi confini della terra, e continua ad affascinare e trascinare innumerevoli creature di tutte le razze e di tutte le mentalità. Se però si volesse tentare di dire in una parola che cosa Gesù ha insegnato a me e all’Opera di Maria, potrei dire: «Ecco, Egli mi ha dato una luce che tutte le contestazioni negative, tutte le eresie, tutte le deviazioni, non sono capaci di spegnere». Infatti, Egli ha detto che chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica – e qui è il punto – è simile ad una casa costruita sulla roccia: verranno venti, bufere, alluvioni, la casa non crolla. E che cosa sono le bufere, le alluvioni, se non tutte le varie dottrine più o meno giuste, più o meno equilibrate partorite dalla mente degli uomini di tutti i tempi che abbagliano, ingannano spesso i loro contemporanei con bagliori passeggeri, poi si spengono per lasciare il posto ad altre dottrine?

Gesù Maestro mi ha insegnato che per capire la verità, per approfondirla, per possederla ve­ramente, occorre non solo impararla bene, ma­gari a memoria, ma metterla in pratica. Ebbene, questo metterla in pratica è un metodo evangelico.

Che cosa ha prodotto questo metodo? Un’infinità di effetti.

Esso illumina interiormente non solo la testa ma tutto l’essere, perché è luce e amore e vi­ta insieme; cosicché, se ad un dato punto la mente fosse turbata da dubbi, che non risparmiano forse nessuno, e la bufera fosse, per esempio, nel campo dottrinale, lo spirito, il cuo­re e tutto l’essere reagirebbero: forse la mente vacillerebbe, ma tutto l’essere direbbe: «No».

Oggi, in cui molti uomini sono travagliati dall’angoscia, Egli mi ha dato, ci ha dato, una pace che dice sua: «La mia pace», che è poi Lui stesso. E chi la sperimenta non può più dimen­ticarla, e se la perde non c’è pace del mondo che la possa sostituire.

Egli poi, mi ha dato una gioia così piena, co­sì grande, così esaltante, così divina, che se la bufera fosse nel campo morale, dove qualcuno vuole offrirti una vita di felicità con mezzi terreni come i divertimenti mondani, lo sbrigliamento dei sensi, la droga, ecc., tu sapresti a priori che mai raggiungeresti per quella via nemmeno i piedi della montagna di felicità su cui Egli ti ha fatto salire riempiendoti di beatitudine già da questa terra.


Chiara Lubich

Da: Vivere la Parola che rinnova, Città Nuova, Roma 2008, pp. 60-63.