Parola di Dio e mondo degli adolescenti

L’amore è nel DNA di tutti

di Nadia Xodo

 

Partendo dall’esperienza a contatto con adolescenti di tutto il mondo nell’ambito  del Movimento «Ragazzi per l’unità», l’autrice mette in luce quel qualcosa di nuovo, di specifico, che il carisma dell’unità porta nella formazione delle nuove generazioni.

 

La nostra metodologia

Chiara Lubich ha dimostrato da sempre una predilezione per le nuove generazioni, dando vita al Movimento Gen, Generazione nuova, rinnovata dal Vangelo. Esso costituisce il cuore di un più vasto alone di giovani, ragazzi e bambini che condividono nei modi più vari la spiritualità dell’unità: circa 600 mila nel mondo.

La pedagogia che applichiamo nel rapporto con loro, ha la sua radice nel Vangelo, che in primo luogo ci porta a vedere in tutti un Gesù che cresce in età, sapienza e grazia, e che si manifesta sempre più pienamente1.

Guardare alle nuove generazioni con questi occhi ci spinge come adulti a “farci uno” con loro, condividendo le loro sfide, sogni, sofferenze ed interessi. Questa è la chiave che ci aiuta ad entrare nel mondo dei ragazzi e dei giovani: «Farsi uno fino a lasciarsi mangiare, come Gesù Eucaristia,  in modo che si sentano nutriti, confortati, sollevati, compresi dal nostro amore. Come Gesù che si è fatto uomo,  ha “perso tempo” in certo senso per dormire, per nutrirsi, per essere come noi. Così anche noi: piangere con chi piange, ridere con chi ride, senza interesse alcuno. Scoprire, comprendere le esigenze positive che sempre esistono in ognuno e condividerne gli ideali, fin dov’ è possibile»2.

Il fulcro di tutta la nostra formazione dunque è l’amore, di cui ogni essere umano, in ogni tappa della sua esistenza, ha bisogno per crescere. Ed è proprio questo amore che risveglia quella “vocazione all’amore”, che è presente nel DNA di ogni essere umano. Amati in questo modo, i ragazzi a loro volta rispondono e incominciano ad amare: «Diventano piccoli soli accanto al Sole, amore accanto all’Amore. Imparano ad amare, in senso vero, pieno, in modo soprannaturale e profondamente uma-no»3.

Ragazzi protagonisti

Una idea forza ci guida: i giovani, i ragazzi, i bambini non sono tanto “oggetto” di evangelizzazione da parte degli adulti, ma sono loro stessi che con la loro vita e le loro esperienze comunicano Dio ed il Vangelo ai propri coetanei. Certamente accanto a loro ci sono anche degli adulti, non tanto come leader, ma come persone che cercano di custodire tra loro la presenza di Gesù, l’unico Maestro. Sono loro stessi perciò che conducono gli incontri,  comunicano le esperienze, preparano i programmi, le canzoni ecc., che fanno da lievito per portare avanti gli altri ragazzi, come “padri e madri” anche nelle difficoltà. Nella crescita questo fatto è di enorme importanza perché, donando, la luce ricevuta aumenta.

Quale itinerario?

Una parte dei ragazzi che avviciniamo provengono dalle famiglie del Movimento e questi hanno in genere una buona base umana e cristiana. Altri invece vengono in contatto con i “Ragazzi per l’unità” attraverso amici o le molteplici attività che offriamo nel mondo della scuola, attraverso lo sport, i progetti di solidarietà.

Nella società occidentale essi arrivano portando un bagaglio di vuoti e incertezze e ciò si manifesta a volte con atteggiamenti trasgressivi o di indifferenza. Ma se si va in profondità, ci si accorge che essi esprimono un inconscio grido di aiuto e di protesta.

Nell’incontro con l’ideale dell’unità vedono aprirsi un orizzonte completamente nuovo e nelle loro impressioni dicono: «Oggi sono felice ma non so perché!». Oppure: «Sento un calduccio nel cuore». O ancora: «Prima vedevo nero: ora vedo tutto a colori!».

A loro si propone di vivere la Regola d’oro: «Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te», che è universale, comprensibile anche ai non credenti e che porta ad un forte cambiamento. Allo stesso tempo li si invita a collaborare ad azioni concrete, nelle quali imparano a donarsi: con orfani, anziani, disabili; il loro cuore si sveglia dal torpore, l’amore si mette in moto e loro provano una gioia prima sconosciuta. L’entusiasmo cresce e la loro generosità ci sorprende.

Si continua con l’arte d’amare, che in pratica è l’amore cristiano con tutte le sue qualità, finchè si aprono al messaggio evangelico che proponiamo attraverso alcune Parole di vita – trasmesse anche via internet in centinaia di gruppi e parrocchie – tra le più semplici e concrete, soprattutto quelle che riguardano l’amore fraterno e che li avvicinano di più all’umanità di Gesù. Poi altre che, come un piano inclinato, fanno risalire alla sorgente dell’amore, a Dio.

Formazione che è vita

Un aspetto fondamentale del nostro itinerario formativo è puntare alla vita. Portare i ragazzi a vivere il Vangelo, a mettere in pratica la Parola di Gesù, in modo che acquisiscano la sua mentalità. Si attiva così un vero processo educativo che supera la frammentazione presente in tanti adolescenti e riporta unità nella persona. Un piccolo esempio:

Scrive Gloria di 15 anni: «Iniziata la quaresima ho sentito l’esigenza di staccarmi da qualcosa di importante che disturbava il mio rapporto con Dio. A cosa avrei potuto rinunciare? Ho deciso: al cellulare! Per alcuni può sembrare una stupidaggine, ma per me non lo è assolutamente, anzi è uno sforzo disumano visto che da un po’  vivevo solo grazie a questo. Il mio umore aveva iniziato a dipendere da esso: se suonava in continuazione, stavo bene, altrimenti mi deprimevo. Ero la sua schiava. Dovevo sottrarmi a questa schiavitù, diventata ormai impossibile da sostenere. E ci sono riuscita! Ho deciso di alternare l’uso del cellulare: un giorno sì e un giorno no e nei ‘giorni no’ di tenerlo spento. Vi assicuro  che le prime volte mi sono sembrate più che ardue... impossibili! Dovevo nasconderlo o legarmi in qualche modo per non accenderlo, ma riuscire a sconfiggere la tentazione mi ha dato tanto coraggio. Inoltre, alla sera prima di dormire, ho iniziato a leggere una paginetta di Vangelo. Se prima non avevo voglia di aprirlo, ora leggere quel libricino speciale, capirlo, studiarlo, impararlo è praticamente essenziale: è diventato la mia abitudine preferita! Ora non sono più schiava di quell’oggetto fastidioso! Anzi, anche quando lo posso tenere acceso, spesso lo dimentico. Sostituire il cellulare con il Vangelo è stata una scoperta meravigliosa: ha preso il via una nuova amicizia con Gesù che da tempo era stata sotterrata da vari impegni, distrazioni, pensieri, fin quasi a scomparire. Ora è tornata».

Risposta all’emergenza educativa

Di fronte alle sfide che esprimono la notte culturale, in cui tanti adolescenti oggi sono immersi, facciamo solo alcuni cenni che ci fanno notare come l’amore, dono di sé che si incarna in tutte le facoltà e gli aspetti della persona in crescita, forma integralmente e sviluppa degli antidoti efficaci che possono rispondere all’attuale emergenza educativa.

Come antidoto all’individualismo e al consumismo, tendiamo a sviluppare la capacità del condividere ciò che si è e ciò che si ha. Ne sono prova i 30 progetti che i ragazzi  promuovono in 1.200 scuole. Con essi si impegnano a sostenere la formazione e l’istruzione di tanti loro coetanei dei Paesi più svantaggiati del mondo.

Imparando ad amare tutti senza distinzioni, i ragazzi sviluppano la capacità di entrare in relazione con gli altri, aprendosi alla diversità e all’incontro: antidoto alla chiusura personale o di gruppo, all’integralismo, alla faziosità, alla discriminazione.

Cercano di far crescere il loro rapporto con Dio anche attraverso momenti di silenzio, di preghiera, a contatto con la natura, dove si ascolta la propria interiorità e quindi la voce di Dio: antidoto alla superficialità, al relativismo etico.

Si allenano ad orientare la loro corporeità ed affettività all’amore vero, al di là delle mere emozioni: antidoto alla strumentalizzazione della persona. Una strada poi tanto battuta è quella dello sport vissuto all’insegna della fraternità, in particolare la staffetta sportiva mondiale Run4unity, già collaudata negli anni scorsi, in cui ragazzi di etnie, culture, e religioni diverse, in collegamento via internet e via satellite, corrono uniti nei fusi orari, per stendere simbolicamente nel mondo un arcobaleno di fraternità.

Come antidoto alla passività e all’appiattimento, si punta ad educare il gusto della bellezza che porta a Dio, attraverso attività creative ed artistiche.

Come antidoto all’indifferenza, al disimpegno sociale, li si aiuta ad aprirsi verso chi sta a loro accanto, al quartiere, alla parrocchia, alla città.

Per la formazione dell’aspetto intellettivo si cerca di rispondere alle loro domande esistenziali e su argomenti di attualità – bioetica, politica, dialogo interreligioso, Chiesa oggi, ecc. – secondo il disegno di Dio: antidoto ad una visione acritica, conformista, mancante di senso. Interessante a questo proposito l’esperienza recente con 500 ragazzi europei convenuti per il loro congresso che a gruppi sono andati a Roma per scoprire un nuovo volto della Chiesa, risalendo alle origini del cristianesimo con visite guidate alle catacombe e con incontri con comunità di antichi e nuovi carismi presenti nella città e infine con il Papa. La forte esperienza vissuta, completata da un profondo dialogo con padre Fabio Ciardi, ha aperto i loro occhi ad una visione diversa e ha dato loro le categorie mentali per rispondere alle tante provocazioni a cui sono sottoposti.

Anche riguardo ai media, che tanto li appassionano, si esercitano ad usarli con spirito critico e come strumenti per costruire ponti di unità: antidoto al consumismo mediatico, al vivere rinchiusi in una realtà virtuale, alla globalizzazione massificante.

Ogni anno poi cerchiamo di elaborare dei progetti locali e mondiali che li aiutino a concretizzare il loro stile di vita nei loro ambienti e a diffonderlo tra i coetanei. Tuttora sono coinvolti a livello mondiale nell’azione ColoriAMO le città”, una sorta di gara tra i vari gruppi che si impegnano a trasformare le loro città cominciando dai luoghi più grigi: case di riposo, orfanotrofi, campi profughi, quartieri poveri, ecc., aprendosi così all’impegno sociale e politico. Sono nate centinaia di iniziative piccole e grandi che, attraverso un sito internet, formano una rete mondiale.

Nadia Xodo

 

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1)   C. Lubich, All’università di Lublino (Polonia), 20 giugno 1996 (inedito).

2)   Id., Dove la vita si accende, Città Nuova, Roma, pp.108-109.

3)   Id., Ai religiosi, 7 aprile 1999 (inedito).