Il Vangelo vissuto assicura solidità e felicità

Famiglie a confronto con il dono della Parola

di Annamaria e Danilo Zanzucchi

 

I coniugi Zanzucchi, responsabili del Movimento «Famiglie Nuove» nel più ampio Movimento dei focolari, attraverso la loro lunga esperienza ci presentano i frutti della Parola vissuta nel mondo delle famiglie, dal rapporto di coppia all’educazione dei figli, la formazione dei fidanzati, l’aiuto ai separati e divorziati risposati, l’impegno di evangelizzare il mondo della famiglia e l’attuale contesto sociale e culturale.

Il nostro cammino

Danilo: Una breve presentazione. Siamo originari di Parma nel Nord Italia. Ci sembrava, nel corso del fidanzamento e nei primi mesi del matrimonio, di conoscere l’amore. Eravamo però entrambi alla ricerca di un Ideale che ci aiutasse ad impostare bene la nostra nuova famiglia.

Da poco sposati, nel 1953 abbiamo partecipato ad uno dei primi incontri dei focolarini sulle Dolomiti italiane. Lì abbiamo incontrato altri sposati e abbiamo potuto confrontare il rapporto nostro con il loro. Essi ponevano a fondamento di tutta la loro vita l’invito di Gesù all’amore reciproco. Ci siamo resi conto di quante cose ci fossero da rivedere tra noi. Abbiamo capito che dovevamo sforzarci di mettere in pratica le sue parole «come io ho amato voi» e tendere ad amarci con questo amore di Gesù.

La spiritualità di comunione, dell’unità, che anima il Movimento dei focolari, ci è apparsa subito come particolarmente adatta alla famiglia. Essa è infatti una piccola comunità.

Da allora via via ci siamo impegnati a vivere questo spirito.

Alla fine del ’59 ci siamo trasferiti a Roma. Ho lasciato la mia professione di ingegnere, per lavorare al Centro del Movimento. Più tardi Chiara Lubich ci ha affidato l’incarico di seguire le famiglie che vi aderivano.

La Parola
vissuta insieme in famiglia

Anna Maria: È consuetudine del Movimento dei focolari, fin dai suoi inizi, di scegliere ogni mese una frase della Scrittura e proporla con un breve commento a tutti i suoi membri, perché cerchino di attuarla. È quella che chiamiamo “Parola di vita”.

Noi sposi, se cerchiamo di vivere il più possibile una vita secondo il Vangelo, possiamo essere sempre più uniti per la carità reciproca e in forza della grazia connessa al sacramento. Possiamo allora sperare nella presenza di Gesù: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo ad essi». Se viviamo la Parola possiamo essere l’uno per l’altra e viceversa quella parola d’amore che Dio ha pronunciato anche per noi sposi.

Siamo stati in contatto in questi anni con tante coppie che hanno preso l’abitudine di comunicare la Parola di vita scelta all’inizio del mese anche ai loro bambini, spiegando loro in maniera semplice come si possa cercare di tradurla in vita.

Quando poi la famiglia si ritrova unita e il clima è sereno, raccolto, spesso alla sera ognuno, grandi e piccoli, cerca di raccontare agli altri le proprie esperienze. Così è successo a noi.

Naturalmente non si tratta di qualcosa di fisso. Nella nostra famiglia, come nelle altre, tutto doveva essere spontaneo e dinamico.

Ci sono quindi “tempi” e “modi” diversi per ogni componente della famiglia. Non bisognava formalizzare nulla.

I fatti, gli avvenimenti, i gesti quotidiani, i dolori, i contrattempi, le nascite, le morti, le circostanze gioiose, le scelte da compiere assumevano un significato diverso da quello che viene dato loro dal mondo. Era diverso il modo di affrontarli e di viverli.

Vivendo la Parola, ci si abitua, poco a poco, a vedere tutto nella prospettiva dell’amore di Dio: «Qualunque cosa avrai fatto al minimo l’hai fatto a me»; «Basta ad ogni giorno il suo affanno»; «Anche i capelli del vostro capo sono contati»; «Beati i puri di cuore». Queste e tutte le altre Parole di vita hanno fatto sì che i vari momenti della giornata diventavano “religiosi”, vissuti in relazione a Dio e al prossimo secondo il suo piano d’amore.

Gesù presente nella nostra vita di coppia e di famiglia, proporzionalmente all’impegno di tutti e due, illuminava così tutte le ore della giornata.

Vivendo la Parola
le famiglie evangelizzano

Danilo: Abbiamo visto che le famiglie che vivono così hanno una grande attrattiva su altre coppie di sposi, colpite dalla testimonianza che l’amore vero è possibile, perché attinge a Dio che è amore.

È una scoperta che in questi anni ha portato migliaia di famiglie a sanare situazioni e superare problemi che apparivano senza soluzione. E sono tutte famiglie che escono dall’isolamento, si uniscono, si aiutano e insieme agiscono nel territorio, nel sociale.

Famiglie di questo tipo, avendo una grande capacità di annuncio, costituiscono una fonte di evangelizzazione soprattutto in ambienti nei quali un esplicito discorso cristiano in pubblico non è possibile e opportuno; oppure in zone del mondo nelle quali la Chiesa non è presente.

Così è avvenuto, ad esempio, nei Paesi dell’Oltrecortina, area ateista fino al 1989, dove non era possibile alcuna manifestazione religiosa esterna. Lì questa spiritualità si è diffusa soprattutto attraverso i rapporti personali da famiglia a famiglia.

Ci sono delle famiglie in cui entrambi i coniugi hanno condiviso questo impegno di vita cristiana e si sono messi a disposizione completa del Movimento dei focolari.

In questi ultimi anni su invito del Centro del Movimento circa 250 di esse si sono trasferite in altre nazioni, anche di altri Continenti, con lo scopo di portare da sole o affiancando i focolari, con la vita e con la parola, la luce del Vangelo a tante famiglie. Altre fanno soggiorni più o meno lunghi in varie parti del mondo per sostenere convegni, seminari, scuole per famiglie. Ora Famiglie Nuove si sta sviluppando in quasi  tutti i Paesi e sono attualmente 800.000 le persone che vi aderiscono.

È stata sempre per noi una sorpresa nei nostri viaggi costatare una consonanza speciale tra famiglie di tutte le culture impegnate a vivere questo ideale di vita cristiana.

Ci sembra proprio che la vita del Vangelo, il cercare d’incarnare le Parole di Gesù, il suo amore, là dove viviamo, abbia dato a Famiglie Nuove una forte spinta ad essere in qualche modo una risposta alla crisi, multiforme e penetrante, che la famiglia sta passando un po’ in tutte le culture.

Vediamo infatti come in tanti Stati, in particolare nel mondo occidentale, sia minata la radice stessa della famiglia: il rapporto di coppia. Le separazioni partono già pochi mesi dopo le nozze e riguardano in qualche Paese europeo il 50% dei matrimoni. Dopo il primo si tenta una seconda unione, ma il rischio di rottura non diminuisce.

Tra le molte cause notiamo purtroppo la diffusa impreparazione al matrimonio e l’isolamento sociale in cui si trovano le nuove famiglie.

La Parola e i fidanzati

Anna Maria: Parte proprio da questa consapevolezza il contributo che cerchiamo di dare, con la spiritualità dell’unità che si basa sulla Parola vissuta, a questo problema così fondamentale per la famiglia oggi.

Già nel 1967, quando ha fondato il Movimento Famiglie Nuove, Chiara ci ha raccomandato i giovani fidanzati, perchè li aiutassimo a crescere nella responsabilità, nel rispetto per l’altro, nella purezza, nell’apertura agli altri.

Nel 1975 ci ha detto di organizzare dei corsi – novità allora – per fidanzati, mettendo in campo tutta la ricchezza evangelica vissuta nelle nostre famiglie, per ridare ai fidanzati l’incanto di un sentimento – il loro amore –  vissuto in Dio.

Da allora teniamo ogni anno questi incontri di 4-5 giorni qui al Centro per 300-400 giovani. Ogni volta siamo testimoni di frutti speciali.

Nei vari paesi la formazione continua con un percorso permanente e con il loro inserimento, dopo le nozze, tra le giovani famiglie del Movimento.

Oltre l’isolamento

Un’altra difficoltà delle famiglie è l’isolamento in cui esse, a causa del lavoro o di altri fattori, possono venire a trovarsi.

Con incontri di vario tipo, le famiglie si ritrovano regolarmente per approfondire la spiritualità con la condivisione delle esperienze del Vangelo vissuto nel quotidiano.

Questa apertura vissuta poi anche nella coppia fa rifiorire le famiglie. Si impara a dar valore all’altro, a non pretendere da lui.

Si impara a “farsi uno”, a dare spazio all’altro, a comunicare per amore, a passare così dall’io individualista al noi di coppia.

Si sperimenta un’unità nuova di cuore, di mente, di sentimenti che cementa la coppia anche sul piano psicologico per un rapporto duraturo e sempre più ricco. 

E questo è il miglior modo anche per rafforzare la fedeltà al patto coniugale.

La Parola e i separati
e i divorziati risposati

Danilo: Sempre più spesso tante persone si vengono a trovare in condizioni di separazione o di divorzio.

Il Movimento offre varie forme di sostegno e accompagnamento. Innanzitutto nella prevenzione. Sono tante le famiglie che affermano: «Se non avessimo avuto il dono di questa spiritualità non saremmo ancora unite».

Ultimamente si offre anche qualcosa di specifico per i separati. Per due anni consecutivi è stato tenuto un incontro per separati fedeli al loro matrimonio, un’iniziativa ripetuta poi in vari Paesi.

Quest’anno, spinti dalle parole del Papa riguardo all’accoglienza nella Chiesa dei divorziati risposati, abbiamo tenuto un incontro per separati con nuova unione. Avevamo invitato coppie in cui almeno uno dei due desiderava fare un cammino di fede. Non si possono immaginare gli effetti nelle loro anime.

Com’è noto molti di essi si sentono giudicati da tutti e soffrono per non sentirsi in comunione con la Chiesa.

L’annuncio di Dio Amore, la vita della Parola e soprattutto il potersi immedesimare  con Gesù crocifisso e abbandonato nel dolore di tanti loro traumi, in particolare quello di non potersi accostare all’Eucaristia, hanno dato loro una nuova speranza.

Essi non hanno visto legittimata la loro posizione, perché è amore dire loro la verità. Ma hanno colto l’amore del Movimento, la grande misericordia di Dio che ci accoglie tutti, così come siamo.

Si sono sentiti ancora figli della Chiesa, disposti a intraprendere un cammino di fede che li porterà gradualmente a sperimentare gli effetti della Parola vissuta.

Pensiamo che sarà Dio stesso che farà loro comprendere i passi da fare. Tante volte essi sono in situazioni difficili; pensiamo ad esempio ai loro figli che richiedono un’educazione in unità.

L’emergenza educativa

Anna Maria: Potremmo fermarci qui, ma non possiamo ignorare anche altre difficoltà che la famiglia sta vivendo oggi. Innanzitutto quella della crescita dei figli. Per le sue proporzioni il Papa l’ha recentemente definita come una vera e propria emergenza educativa.

Sono tramontati i  tradizionali meccanismi di trasmissione dei valori e la famiglia sembra aver abdicato al suo ruolo di fornire ai figli regole e orientamenti di vita.

Il dialogo, l’incontro di cuore prima che di parola fra genitori e figli è sempre più complesso. Molte devianze giovanili sono indici della “fame d’amore” delle giovani generazioni, esigenza ancor più accentuata nei casi di disgregazione famigliare.

Il nostro Movimento ha sempre sottolineato a noi genitori l’importanza e la responsabilità della formazione dei figli.

Ed è stato vivendo la spiritualità di comunione anche come genitori che sono emerse alcune idee di fondo riguardanti l’educazione.

Per esempio:

– che i figli prima di essere nostri sono di Dio;

 – che l’amore è la prima e ultima richiesta che i figli fanno ai genitori;

– che essi hanno bisogno non solo di un papà ed una mamma che li amino, ma soprattutto di un papà e una mamma che si amano;

– che ci sono dei “no” che dobbiamo dire anche se apparentemente in contrasto con la pedagogia dell’amore. Ma sono “no” che fanno crescere, insieme al dialogo e ad una profonda comprensione;

– che dobbiamo essere prima testimoni che maestri;

– che Gesù in mezzo è il nostro e il loro maestro. E tanto altro ancora…

Educare è un compito difficile e non ci sono ricette vincenti buone per tutti. Inoltre la famiglia da sola non basta: dobbiamo avvalerci delle altre agenzie educative (scuola, parrocchia, gruppi, ecc.) e dialogare con esse. Tante volte il comportamento dei nostri figli è fonte di preoccupazione. Chiara più volte ci ha indicato Gesù abbandonato da amare proprio sotto questo volto.

Poi, quando meno ce l’aspettiamo, i figli tornano e molte volte proprio perché sentono la nostalgia dell’amore che hanno visto fra i due genitori.

Un’altra crescente difficoltà, vissuta in quasi assoluto silenzio, ma che ci interpella fortemente, è quella degli anziani. La famiglia per le nuove condizioni di lavoro, di abitazione, ecc. non riesce spesso ad occuparsi dei propri anziani, i quali vengono il più delle volte relegati negli istituti.

Nonostante questo, è veramente edificante vedere gli effetti dell’accoglienza e della cura famigliare che gli anziani ricevono nelle famiglie che vivono questo spirito. Con un grande beneficio per i nostri figli.

In tante famiglie del Movimento i figli sono cresciuti in un ambiente che ha saputo farsi carico di chi non è più produttivo e autosufficiente. Per questa esperienza essi possono acquisire delle qualità di altruismo e di condivisione che altrimenti non avrebbero. Una ricchezza che servirà loro per l’intera vita.

Le attuali difficoltà culturali

Danilo: Vorremmo concludere accennando anche alle difficoltà che la famiglia incontra nella sua dimensione sociale e culturale.

Essa è per costituzione il primo soggetto sociale e dovrebbe fare da riferimento nell’agire politico, nelle progettazioni del welfare, ecc. Era questo l’auspicio che Chiara faceva al Familyfest del 1993 col suo memorabile tema intitolato “Come la famiglia, così la società”.

Invece il riferimento dominante delle politiche attuali è l’individuo. In Italia, ad esempio, sotto il profilo fiscale le famiglie con figli sono penalizzate. Non si agevolano i giovani a mettere su famiglia. Non si organizza il mercato del lavoro in armonia con i tempi per i rapporti familiari.

Un accenno anche a ciò che avviene nel campo della cultura. Nei documenti internazionali (ONU, UE, Conferenze Cairo e Pechino…) si nota l’avanzare di progetti anti-famiglia, veicolati in particolare da un nuovo linguaggio. In essi ad es. si tende a cancellare ogni parola sessuata. Anziché il femminile o il maschile, si preferisce esprimere il gender neutral.

I termini padre e madre sono stati abbandonati in favore di genitore A e genitore B. Si parla di pluriparentalità (insieme di genitori biologici e adottivi, il nuovo compagno o compagna con il quale allevano ed educano il figlio, ecc.). Si nega sempre più la differenza biologica tra i sessi, sperando così di renderli uguali.

In questi documenti, ma anche nel comune conversare di certi specialisti e divulgatori, al posto di contraccezione, sterilizzazione o di procreazione in vitro, si parla di salute riproduttiva.

Il contributo dei Focolari

Anna Maria: La Chiesa apprezza e incoraggia ovviamente il progresso delle scienze biomediche. Ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre a tutte le persone di buona volontà dei principi etico-morali.

Nel Movimento dei focolari vediamo prendere sempre più forza le cosiddette “Inondazioni”: centri culturali e di vita per l’approfondimento delle varie scienze alla luce della spiritualità dell’unità.

Anche come Famiglie Nuove abbiamo dato inizio ad un Centro di studi sulle tematiche familiari alla luce del disegno di Dio sulla famiglia.

Su questa linea stiamo promuovendo varie iniziative come i family-point, una Agenzia con accreditamento europeo per la formazione delle famiglie stesse e per una sensibilizzazione anche delle istituzioni ai valori della famiglia.

L’augurio che ci facciamo è che grazie al carisma dell’unità, testimoniato dalla vita di persone e famiglie che sempre più vogliono viverlo, si affermi quella meravigliosa chiamata di Gesù di vivere anche in famiglia a immagine di Dio-Trinità.

Annamaria e Danilo Zanzucchi