Fonte di costante rinnovamento
Gli effetti della Parola
di Chiara Lubich
Mettere in pratica il Vangelo fu l’inizio della «divina avventura» delle prime focolarine, ma poi, grazie alla «Parola di vita», divenne prassi normale di moltissime persone nel mondo. I sorprendenti e variegati effetti che ne sono fioriti, evidenziano quanto sia decisiva, per la vita dei singoli e delle comunità, l’impegno a lasciarsi guidare e trasformare dalla Parola. Ne ha parlato Chiara Lubich in una sua conversazione che risale al 19741.
Se
osserviamo le persone che vivono
Se volessimo elencare i frutti che essa produce, non finiremmo più. Ma diamone qui alcune esemplificazioni.
Chiunque frequenti un ambiente del Movimento, dove
Esprime bene questo fatto Atanasio commentando la frase del
Salmo: «La tua Parola mi fa vivere». Egli dice «Non
v’è nulla che faccia vivere l’anima razionale della sua vita
specifica come
Un altro effetto caratteristico della Parola è che essa rende liberi. Del resto, lo dice il Vangelo: «La verità vi farà liberi»3.
La verità fa liberi perché se prima di tutti
i nostri pensieri, dei nostri affetti, della nostra volontà, ci sta a cuore
Ciò che vale è se in tutti questi avvenimenti
abbiamo vissuto
E se l’abbiamo fatto, sentiremo una grande libertà: libertà dagli uomini, dalle circostanze tristi e gioiose, libertà da noi stessi, libertà dal mondo che vorrebbe scalfire in mille modi la pace del regno di Dio dentro di noi.
«Il Vangelo garantisce la felicità – dice Paolo VI – ... ma cambia la natura della felicità. Questa non consiste nei beni effimeri, ma nel Regno di Dio: nella comunicazione vitale con lui»4.
E la si prova questa felicità, serena come un’alba di sole, leggera, soave e pur piena, che fa esultare l’anima contemporaneamente in un Te Deum e in un Magnificat. È unica. Non la si può confondere. Chi l’ha provata torna col pensiero in altri momenti della vita a quello, perché è una vetta bianca e luminosa, come il ricordo di un piccolo Tabor dell’anima.
Conoscere il Movimento e convertirsi è normalmente un’unica cosa e si assiste a fatti meravigliosi.
C’è chi, attaccato al mondo, al proprio io, alla propria posizione, cerca poi l’ultimo posto; c’è chi, incapace di parlare anche a un piccolo gruppo di persone, confida la sua scoperta alle folle. L’esperienza ci dice pure che chi soffre per tentazioni contro la castità, vivendo questo ideale, si sente sollevato e trasformato, soprattutto i primi mesi, come se tutto fosse scomparso. Il denaro dato per i poveri o per le opere del Movimento è non di rado frutto del risparmiatore, che lo ha accumulato con grande fatica. Ti trovi di fronte a persone zelantissime per la causa di Dio dopo anni di scoraggiamento, ora che – come dicono – “hanno trovato”. L’amore poi, che è alla base della spiritualità, frena l’iroso al punto tale che spesso tu non vieni mai a conoscere durante la sua vita che questo poteva essere il suo vizio principale.
Così mille altri effetti si potrebbero enumerare, che già Gregorio Magno li riconosceva quale frutto della Parola: «Per la forza della Parola divina – dice – viene data al superbo l’umiltà e al timido la confidenza, si ripulisce il lussurioso con lo sforzo della castità, si tempera l’avaro trattenendolo dall’ardore dell’ambizione, si raddrizza lo scoraggiato con la rettitudine dello zelo, si raffrena l’iracondo dall’eccitazione della sua precipitazione: è così che Dio irriga con le sue acque tutte le cose: egli adatta la forza della sua Parola nei singoli, secondo la diversità della condotta, affinché ciascuno trovi nella sua Parola ciò che gli occorre per portare il germe della virtù che gli è indispensabile»6.
E quando si è messo tutto un passato nella
misericordia di Dio e si ricomincia a vivere
E lo scriveva anche Ambrogio: «Sono Parole, è vero: ma esse mondano»6.
chiamate particolari
Ed ecco che
e la santità del discepolo
Ma
Nello stesso tempo, se la vita evangelica produce incomprensione e odio, è essa la via che porta alla santità.
Noi non possiamo parlare di persone che sono ancora in vita, ma possiamo affermare con certezza che non pochi membri del Movimento, passati ormai all’altra vita, vanno considerati dei piccoli santi. Lo dimostrano i modi con cui hanno affrontato situazioni gravissime, le dolorose malattie e le conversioni che hanno operato attorno al loro letto proprio mentre si avvicinava il passaggio all’eternità. Lo dimostra la loro morte stessa. Lo dimostrano i funerali, i quali generalmente sono avvolti da un’atmosfera di paradiso. Tornando a casa, chi vi ha partecipato dice sovente: sembrava d’aver assistito ad una festa di nozze.
Noi ripetiamo col Curato d’Ars: nel mio cimitero (e il nostro è vasto quanto il mondo) dormono dei santi.
Odio dunque e santità. Ecco due effetti classici di
chi vive
Alle volte, parlando con bambini e giovani che vivono
Quanto sono vere le parole di Agostino: «Ora siete credenti, perseverando nella fede diverrete veggenti... e conoscerete la verità»8.
E quante volte i santi, e anche noi cristiani, stretti nella morsa di un dubbio, di una decisione da prendere, di una sventura che ci piomba addosso, prendiamo il libro di Dio e lo apriamo per trovarvi conforto! Ripetiamo come sta scritto nel libro dei Maccabei, che abbiamo «a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani»9.
Soprattutto,
«Una persona ben formata – dice Ambrogio – intenta alla Parola di Dio, non farà nulla di irrazionale da cui provenga tristezza e anzi, sempre signora dì tutti i suoi atti, saprà conservare inalterata la gioia di una retta coscienza»10.
Le parole di Dio poi portano frutti abbondanti e le opere fioriscono rigogliose. Noi da anni stiamo ammirando, più spettatori che attori, la molteplicità delle opere che i membri di tutto il Movimento producono. E un fiorire così spontaneo e sempre più vasto che di per sé testimonia l’Opera di Dio.
«Come albero piantato lungo il corso delle acque – dice Giovanni Damasceno – così l’anima, irrigata dalle divine scritture, diviene prosperosa... e sempre va adorna di verdi foglie, cioè di opere belle dinanzi a Dio»11.
Sentiamo Paolo che scrive a Timoteo: «Tu però rimani saldo in
quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l’hai appreso
e che fin dall’infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono
istruirti per la salvezza... Tutta
dalle preoccupazioni umane
Si osserva che mentre molti sono presi dagli affari di
questo mondo, chi vive
Lo conferma Giovanni Crisostomo: «Il mare infuria e tu navighi tranquillo; hai come pilota la lettura delle Scritture e non verrà a spezzare il timone la tentazione degli affari»13.
Vivendo
Non vorrei esagerare, ma sono certa che ogni giorno nel
mondo, là dove si vive
Ma è logico. Gesù dice: «Se rimanete in me, e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato»13.
Quando le persone s’impratichiscono un po’
nel vivere
la speranza della vita eterna
Infatti Gesù dice: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia Parola, non vedrà la morte in eterno»15.
Scrivevo nel ’48:
«... Stiamo uniti nel nome
del Signore, vivendo
... ho pensato all’innesto delle piante, dove i due rami scorzati, col contatto delle due parti vive diventano una cosa sola.
Quando due anime potranno consumarsi in uno? Quando saranno
vive: cioè quando saranno scorzate
dell’umano, e mediante
Più vado avanti, più vedo la bellezza della Parola di vita! È la pillola che concentra in sé tutto ciò che Gesù ha portato sulla terra: il messaggio evangelico».
Chi non vive
provoca la divisione
Chi non vive
È ciò che temeva Cipriano, che, nel trattato De unitate, si occupa soprattutto dell’unità della Chiesa, ma non manca di continui richiami a vivere il Vangelo, dato che, proprio perché questo non è vissuto, ci sono scismi nella Chiesa.
un mutamento di mentalità
Quello che opera
«Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo», raccomandava Paolo15.
Per indicare l’anima nostra o quella del fratello dello stesso ideale, usavamo nei primi tempi il nome cielo: il cielo dell’anima mia, il cielo dell’anima tua.
Ora, a distanza di tempo, ci sembra di intuire che quel termine cielo era significativo, perché Gesù dice:
«Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»17.
E non finiremmo più. Per dirla in breve, la vita della Parola porta nell’uomo una rievangelizzazione completa del suo modo di pensare, di volere, di amare. Il Vangelo, codice della vita, si incarna.
Ed esso non è un libro come gli altri: dove
attecchisce provoca la rivoluzione cristiana,
perché esso detta leggi non solo per l’unione dell’anima con
Dio, ma delle persone tra di loro, siano amiche, siano nemiche, e do-manda come
imperativo supremo l’unità di tutti, il testamento di
Gesù realizzato almeno in quel tessuto sociale in cui i cristiani
che vivono
E dovunque vive uno di questi, fiorisce anche il deserto.
Chiara Lubich
01) C. Lubich, Scritti Spirituali/3, Città Nuova 1979, pp.140-150.
02) In Psalmum 118,
50; PG. 27, 487 D.
03) Gv 8, 32.
04) Discorso del 27/2/1966
(per
05) Moralium,
lib. VI, 22; PL 75,
06) Expos. In Psalmum 39, 16; PL 14,
07) Gv 17, 14. 17.
08) Commento al Vangelo di S.
Giovanni, XL, 1, Città Nuova, Roma 1965, vol. II, pag. 20.
09) 1Macc 12, 9.
10) De
Abraham, lib. II, 22; PL 14,
11) De fide
orthodoxa, lib. IV, c. 17; PG 94, 1175 B.
12) 2Tim
3, 14-16.
13) Hom. De capto Eutropio et de divitiarum vanitate 1; PG
52, 395.
14) Gv 15, 7.
15 Gv 8, 51.
!6) Ef 4, 23.
17) Gv
14, 23.