La Chiesa nel mondo

Convegno ecumenico di vescovi a Bucarest

a cura della redazione

 

Avvicinandosi la settimana di preghiera per l’unità delle Chiese che nei Paesi europei si celebrerà dal 18 al 25 gennaio, offriamo ai nostri lettori questa interessante notizia ecumenica.

 

«Unitate, unitate!» è stato il grido che si è levato dalla spianata di Bucarest il 9 maggio 1999 dopo l’abbraccio fraterno tra Giovanni Paolo II e il Patriarca ortodosso Teoctist, durante la visita storica del Papa alla Romania.

Sei anni dopo, proprio a Bucarest si è svolto l’annuale convegno internazionale di vescovi di varie Chiese, amici del Movimento dei focolari su invito di Sua Beatitudine Teoctist, Patriarca della Chiesa ortodossa di Romania, che conta 20 milioni di fedeli.

Il convegno che aveva per titolo: «La presenza del Risorto in mezzo al suo popolo: centro della vita ecclesiale e fulcro della nostra comune testimonianza», ha avuto luogo nel Palazzo patriarcale dal 20 al 27 settembre scorso e ha visto la partecipazione di 40 vescovi di 7 Chiese, provenienti da 16 nazioni.

Sua Beatitudine il Patriarca Teoctist, 91 anni, figura ieratica e molto vicino alla gente, parla a braccio seguendo una linea di grande apertura. Ha partecipato all’incontro in diversi momenti. Nella giornata di apertura, prima dei saluti dei rappresentanti delle varie Chiese, ha rivolto ai vescovi un discorso di benvenuto con parole forti di speranza e di stima, ed ha parlato del “coraggio dell’unità”, invitando ad un impegno sempre più determinato.

Egli ha espresso con viva gioia il suo grande apprezzamento per Chiara Lubich, che conosce dalla vita dei focolari in Romania, dai suoi scritti e dalle immagini video.

Un contributo al convegno sono state due conversazioni registrate di Chiara su “La presenza di Gesù in mezzo ai suoi” e il “Dialogo della vita”. Rifacendosi ai Padri della Chiesa con la freschezza di un carisma di oggi, esse sono risuonate un appassionante appello a dar spazio, attraverso l’amore reciproco, al Cristo Risorto per risanare le antiche ferite e ricomporre la piena comunione visibile fra le Chiese.

«Dobbiamo creare – ha detto Chiara – continuamente queste cellule vive del mistico Corpo di Cristo – che sono i fratelli uniti nel suo nome – per dar vita all’intero Corpo».

Amore e accoglienza scambievoli sono stati l’anima delle visite alle diverse comunità cristiane della città (anglicana, riformata, luterana, oltre ovviamente a quella ortodossa e a quella cattolica di rito latino e bizantino) e nella partecipazione alle rispettive celebrazioni, dove si è sperimentato il reciproco arricchimento.

Le testimonianze di Peter Grinheden, focolarino luterano-svedese e di Scherine Helmy, focolarina copta-ortodossa egiziana, hanno contribuito a far comprendere la realtà del dialogo della vita in questi Paesi.

Interessante il profilo del compianto vescovo anglicano Hugh Montefiore, che da qualche anno faceva parte di questo gruppo di vescovi amici dei Focolari. La sua vita è stata presentata dal vescovo Robin Smith.

È seguito un tema di Hubertus Blaumeiser su “Gesù in mezzo e l’ecclesiologia”, con commenti di Callan Slipper, focolarino e sacerdote anglicano, e Stefan Tobler, focolarino e pastore evangelico. Ricco il successivo dialogo.

Stefan Tobler ha poi parlato su “La presenza di Cristo come principio vitale della Chiesa nella tradizione evangelica”, un tema che ha messo in luce vari aspetti di Calvino, il riformatore noto di Ginevra.

Il 24 settembre il gruppo di vescovi ha fatto un viaggio nei monti Carpazi: un’immersione nella tradizione e nella cultura ortodossa rumena. Prima tappa il monastero di Curtea di Arges a 150 km da Bucarest, considerato uno dei più importanti monumenti dell’architettura religiosa.

I vescovi sono stati accolti nel santuario dagli stupendi canti sacri offerti loro dagli studenti del seminario locale.

Poi si sono recati al monastero femminile di Bistrita, un’oasi di vita monastica molto fiorente.

Ultima tappa del viaggio il bellissimo monastero di Hurezu, la cui chiesa conserva tesori artistici di inestimabile valore e il cui monastero accoglie un centinaio di monache ortodosse.

Domenica 25 settembre il Patriarca Teoctist ha invitato il gruppo ad assistere alla Divina Liturgia, celebrata da lui con vari vescovi ortodossi, tra cui 4 presenti al convegno. Ha voluto che il card. Miloslav Vlk fosse seduto in un posto privilegiato, e su sedie episcopali poste di fronte ha fatto sedere vescovi della Chiesa siro-ortodossa, della Chiesa anglicana e di quella evangelico-luterana.

Nell’omelia, trasmessa da Radio e Tv, il Patriarca ha lanciato un vibrante appello. Commentando il Vangelo del giorno ha detto tra l’altro: «Gettiamo nuovamente le reti secondo la parola di Cristo, per corrispondere (…) alla chiamata di Gesù e testimoniare insieme (…) la SS. Trinità sempre una”. Ha quindi espresso la sua gioia per “questi metropoliti e vescovi (…), i quali, accesi dall’anelito dello Spirito Santo, sono impegnati senza sosta a lavorare per l’unità».

Il Patriarca, dopo aver invitato il card. Vlk a parlare, gli ha poi consegnato, come dono e segno di unità, una croce pettorale che riproduce la croce portata 80 anni fa dal primo Patriarca rumeno Miron Cristea. L’applauso della comunità ha sottolineato la straordinarietà di questo momento di comunione.

Alla fine della Divina Liturgia, Sua Beatitudine ha preso ancora una volta la parola e ha detto: «L’amore ci ha radunati oggi. Abbiamo scritto una pagina bella di storia. Scrivete nei vostri cuori questo giorno meraviglioso». Grande in tutti la gioia e la commozione.

L’abbraccio del Patriarca al card. Vlk sotto il primo raggio di sole, dopo giorni di pioggia torrenziale, ha concluso una mattinata di festa.

Nel pomeriggio, poi, nella chiesa della facoltà teologica del Patriarcato, i vescovi delle varie Chiese, in cerchio davanti all’iconostasi, hanno letto in varie lingue la preghiera di Gesù per l’unità, hanno recitato insieme il Credo Niceno-costantinopolitano nell’originale greco, e si sono poi dichiarati solennemente di voler vivere in tutto e prima di tutto il comandamento di Gesù di amarsi scambievolmente. Momento di grande intensità, accompagnato dagli inni ortodossi eseguiti dal coro della facoltà teologica di Cluj, diretto dal prof. Stanciu, che quella stessa sera ha offerto ai vescovi un concerto di alto livello.

Il 26 settembre ha avuto luogo un incontro molto cordiale con la Conferenza episcopale cattolica della Romania, che aveva spostato per l’occasione la sua assemblea dal Nord del Paese a Bucarest. Dopo le parole del presidente della Conferenza, il Metropolita greco-cattolico Muresan, piene di apprezzamento per la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich e per il Movimento dei focolari, sono seguite testimonianze di alcuni partecipanti che hanno suscitato vivo interesse.

A conclusione del convegno, il Movimento dei focolari, nella sua storia e nella sua attualità in Romania, si è presentato con un “Pomeriggio aperto” nell’aula magna della facoltà cattolica di teologia di Bucarest. Vi hanno partecipato, oltre alla Conferenza episcopale cattolica, circa 300 persone, con rappresentanti di diverse Chiese e del mondo civile, e a sorpresa lo stesso Patriarca Teoctist, che è rimasto tutto il pomeriggio in ascolto.

Sul palco si sono avvicendati canti e testimonianze di giovani, bambini e adulti del Movimento, che hanno portato i presenti a scoprire o a riscoprire la semplice forza e la radicalità evangelica del carisma. Il Metropolita rumeno-ortodosso Serafim ha parlato del suo incontro con il Movimento dei focolari e dei cardini della spiritualità dell’unità: Gesù in mezzo e Gesù abbandonato.

Le testimonianze dei ragazzi del Movimento sull’arte di amare sono state valorizzate in maniera speciale dal Patriarca. Alla fine prendendo la parola egli ha detto: «Ascoltando i racconti dei giovani, (…) pensavo a come sarebbe proficuo se anche noi, vescovi, e le nostre Chiese provassimo a rivedere nello stesso modo uno per uno tutti i problemi che ci amareggiano (…). E lo dico con moltissima sincerità, (…) perché ho davanti a me (…) i vescovi greco-cattolici, nel rapporto con i quali noi, Chiesa ortodossa rumena, riconosciamo che siamo lontani dalla giustizia e dalla verità, soprattutto dall’amore di Cristo. Proviamo, secondo l’esempio e le opinioni di questi giovani e di questi fratelli del Movimento dei focolari (…), a trovare anche noi delle vie per risolvere i problemi che ancora abbiamo. Se lo vogliamo possiamo farlo».

A sera, nell’adiacente cattedrale cattolica di San Giuseppe, gremita, tutti hanno assistito alla solenne concelebrazione dei vescovi cattolici (la Conferenza episcopale rumena, il nunzio apostolico e 14 vescovi del convegno), durante la quale si sono alternati in maniera meravigliosa i canti del coro della cattedrale e quelli degli studenti ortodossi della facoltà teologica di Cluj.

La folla raccolta nella chiesa pregava all’unisono, con una condivisione calda e piena.

«Voi che avete vissuto fra noi questa settimana – ha detto nell’omelia l’arcivescovo cattolico di Bucarest Ioan Robu – siete per noi una sorgente di vita, di idee nuove. Questa è per me una vera speranza per l’unità».

Quando tutti i vescovi, alla fine, uscivano in processione dalla cattedrale tra la gioia e lo stupore del popolo, era immediato il richiamo a quel grido del 1999: «Unitate, unitate!».

Sospinti in avanti da questi eventi appena accaduti, si avvertiva lo Spirito che illuminava la strada verso l’unità piena e visibile, una strada già aperta dagli scambi di visite tra Giovanni Paolo II e il Patriarca Teoctist, che segnarono l’inizio di una nuova stagione nel cammino dell’unità.

a cura della redazione