Il Risorto sulle vie del mondo

Quando, dopo il crollo del muro di Berlino, si riunì la Prima Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per l’Europa e si interrogò sulla nuova evangelizzazione del Continente, un religioso un­gherese sottolineò che l’unica Bibbia che è letta dai cosiddetti “lontani” è la vita dei cristiani. E potremmo aggiungere: siamo noi, è la nostra vita, l’u­nica eucaristia di cui si ciba il mondo non cristiano.

Per la grazia del Battesimo e particolarmente per l’Eucaristia siamo inseriti in Cristo, ma è nella fratellanza vissuta che la presenza di Gesù nella Chiesa si manifesta e diventa operante nell’esisten­za quotidiana. (...)

Nel silenzio, due o tre credenti possono testi­moniare nell’amore reciproco ciò che costituisce la loro identità profonda: l’essere Chiesa nella cura dei più deboli, nella correzione fraterna, nella preghie­ra in unità, nel perdono senza limiti. San Paolo dice: «Camminate nella carità, nel modo che anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5, 2).

Nel mio Paese (Vietnam), prima della perestroika, in ciascuna delle due diocesi di Langson e Bac Ninh nel Nord del Vietnam, sono rimasti soltanto due preti e anche questi non potevano uscire liberamente dalla loro residenza. Racconta il cardi­nale Giuseppe Trinh Nhu Khue: «Piccoli gruppi di due o più vivevano il Vangelo nel quotidiano e si aiutavano in ogni modo; e nel dono reciproco spe­rimentavano la presenza di Colui che ha detto: “Abbiate fiducia! Io ho vinto il mondo” (Gv 16, 33 )».

È soprattutto grazie a questi piccoli gruppi che sperimentavano e testimoniavano nel quotidiano la presenza di Cristo, che la Chiesa nel mio Paese è sopravvissuta. Ovunque, infatti, si poteva verificare questa presenza di Cristo. Anche fra due cristiani che si incontravano al mercato o fra due uomini che lavoravano fianco a fianco nel campo di rieducazione. Non occorreva parlarsi. Non occorreva un particolare contesto. Bastava unirsi «nel suo nome», vale a dire nel suo amore. E si sperimentava la presenza del Risorto che illu­minava e confortava.

Nella presenza di Cristo in mezzo a noi trovavamo la speranza: quella speranza che «non delu­de» (Rm 5, 5). E grazie ad essa irradiavamo il Vangelo attorno a noi. Proprio quando veniva meno tutto, Gesù ha ripreso a camminare per le strade del nostro Paese. È uscito dai tabernacoli e si è fatto presente nelle scuole e nelle fabbriche, negli uffici  e nelle prigioni.

Card. François Xavier Nguyen van Thuan

 

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Testimoni della speranza, Esercizi spirituali tenuti alla presenza di S.S. Giovanni Paolo II, Città Nuova, Roma 2000, pp. 181-184.