Nella Serbia una comunità parrocchiale multietnica supera le divisioni

 

La Parola vissuta unisce le etnie e ravviva la parrocchia

Di Laszlo Posa

 

Un’esperienza interessante si sta vivendo nella cittadina di Becej nel nord della Serbia, in Vojvodina. È un ambiente particolarmente difficile, perché nella città convivono una ventina di etnie, tra cui serbi, ungheresi, croati, rumeni, cechi, ucraini, ruteni, polacchi, slovacchi, tedeschi, ecc. In questo ambiente la Parola vissuta da un gruppo di parrocchiani – di varie etnie e religioni – legati alla spiritualità dei Focolari sta rinnovando l’intera comunità.

Becej ha circa 30 mila abitanti, di cui il 55% sono serbi ortodossi e il 45% ungheresi cattolici, con tre parrocchie. La nostra parrocchia, di Sant’Antonio, si trova al sud della città e conta cinquemila fedeli. Dal 1986 è sempre più impegnata nel vivere la spiritualità di comunione. Possiamo dire che in questi anni sta diventando “casa e scuola di comunione”.

In questo clima sono nate diverse vocazioni all’Opera di Maria e sono sorte comunità di altri Movimenti. Oggi è luogo d’incontro non solo per la città di Becej, ma anche per diversi villaggi attorno.

Nella nostra parrocchia, in unità con il parroco e col Movimento dei focolari, cerchiamo di irradiare l’unità, vivendola prima di tutto fra noi.

Una nuova evangelizzazione

Di mese in mese la Parola di Vita sta penetrando in numerose persone in città e fuori. Durante questi anni si fanno incontri della Parola in 30 punti della parrocchia, con circa 600 persone, distribuite nei diversi rioni. All'inizio del mese i perni di ciascuno di questi punti d'incontro si riuniscono con il parroco per approfondire insieme la nuova Paroladi vita per poi trasmetterla agli altri.

Oltre a questo, 400 copie del giornalino parrocchiale, che comprende anche il commento della Parola di Vita, sono distribuite ogni mese. Qui si prevede l’apertura di nuovi punti d’incontro: è una rete che si allarga e che attualmente riunisce circa duecento persone anche tra i non credenti. Il commento non lascia nessuno indifferente e la comunicazione delle esperienze coinvolge tutti. Si creano rapporti fraterni, nascono piccole comunità vive, dove si sperimenta la presenza del Risorto.

Alcune esperienze

Riportiamo qualche eco dei partecipanti a uno di questi incontri composti in maggioranza di giovani insegnanti:

«L’incontro di ieri sera è stato straordinario! Eravamo 11. Abbiamo parlato della nostra vita alla luce della Parola e constatato com’è difficile la rinuncia alle cose materiali e il distacco dai propri cari. Ma in un clima di confidenza abbiamo trovato la risposta a tante nostre domande».

Un’altra persona del gruppo racconta: «Da un po’ di tempo mi sforzo di vivere la Parola: riesco ad amare disinteressatamente, ad avere più tempo, attenzione e comprensione verso gli altri.

Un mese vivevamo la Parola di vita: “Chiunque di voi non rinuncia a tutto ciò che possiede, non può essere mio discepolo” (Lc 14, 33). Sentivo che questa Parola era proprio per la situazione difficile nella mia famiglia, perché dopo la morte di mia madre, mio padre è rimasto solo. Ho cercato tutte le occasioni, inventato tanti programmi per stare con lui, per esempio, fare le spese al mercato, visitare insieme qualche conoscente. Giorno dopo giorno lo vedevo sempre più sereno, contento, non sentiva così forte il peso della mancanza della mamma e piano piano ha ritrovato l’equilibrio. Ora è più facile per lui accettare il suo stato di vedovanza.

Anche mia sorella, con tutta la sua famiglia, si trovava in una situazione difficile. A causa di una depressione il suo rapporto con il marito ed i figli diventava sempre più teso. Questa Parola di Vita mi ha dato la forza di perseverare nell’amore. Anche se io avevo tanti impegni a casa mia, facevo di tutto per starle vicino, ascoltarla, parlavo con lei, cercando di darle una visione più serena della vita. Un po’ alla volta diventava più ottimista e anche i rapporti nella sua famiglia sono migliorati».

I partecipanti ad un altro punto d’incontro più numeroso (una trentina) si accorgono che i rapporti con le persone, nella vita quotidiana, sono più distesi. Sta nascendo tra tutti una vera fratellanza spirituale.

Ogni gruppo ha una sua bellezza, una forza creativa, un timbro speciale.

La festa della Parola

Dato che la Parola è vissuta da tante persone in piccoli gruppi secondo il luogo dove si radunano, abbiamo sentito la necessità di trovarci ogni tanto tutti insieme per conoscerci e comunicare le nostre esperienze. Per questo abbiamo organizzato durante l’anno alcuni grandi raduni: “Festa della Parola”.

È stata una nuova esperienza per tutta la parrocchia. Nelle messe domenicali si fa un invito pubblico e sempre di più arrivano all’incontro nuove persone. All’inizio si presenta la Parola di Vita: un modo semplice e concreto di come si può vivere il Vangelo. Ogni volta diversi gruppi e persone raccontano le loro esperienze sulla Parola vissuta, facendone dono a tutti. Per animare l’incontro il nostro complesso musicale suona e insieme cantiamo le nostre canzoni. Alla fine ci comunichiamo ciò che Dio ha operato in noi. Le persone venute per la prima volta, se desiderano, vengono inserite in uno dei gruppi della Parola di Vita nel loro rione.

Questi incontri sono proprio una vera festa. Siamo sempre colpiti dall’amore del Padre e dalla gioia della fraternità. Troviamo la forza, lo slancio per continuare a vivere per Dio e una nuova speranza per affrontare le difficoltà della vita. Ogni volta sperimentiamo che, se fra di noi regna l’Amore, allora altri vengono attirati da questa vita evangelica.

Laszlo Posa