Dare visibilità al Risorto

 

Messaggio di Chiara Lubich agli “animatori del Movimento parrocchiale” in occasione del loro convegno a Castelgandolfo dal 2 al 5 giugno 2005

 

Carissime e carissimi,       
                                    ho pensato che sarebbe stato bello, costruttivo e fruttuoso per noi e per la Chiesa una comunione più profonda tra i membri dell’Opera di Maria che lavorano in parrocchia. Per questo è nato l’attuale incontro.

So che siete presenti numerosi: volontarie e volontari, religiose, gen, impegnate e impegnati del Movimento parrocchiale d’Europa, con una rappresentanza anche da altri continenti. Ed io sono con voi!

Poiché per noi interni del Movimento dei Focolari questo è l’anno dedicato all’approfondimento di “Gesù in mezzo”, il titolo scelto anche per il vostro convegno è “Dare visibilità al Risorto”. Ecco dunque il programma di questi giorni: renderLo visibile tra voi ora, per saperlo edificare poi nelle comunità parrocchiali in cui operate.

E questo è importante perché la presenza di Gesù costituisce il volto profondo della Chiesa, come di ogni comunità cristiana.

Il Risorto è sempre stato presente nella Chiesa. Ma questa presenza resta spesso nascosta, dimenticata, non produce gli effetti che dovrebbe…

Gesù è luce, vita, fuoco… E quando c’è Lui la comunità rifiorisce, diventa il suo Corpo vivo. Si realizza quanto affermato da Papa Benedetto XVI: «La terra viene cambiata da valle di lacrime in giardino di Dio»1.

Ma diamo uno sguardo alla parrocchia oggi. Sembra che essa stia attraversando in varie parti del mondo – così dicono gli esperti – un periodo di incertezza o addirittura di crisi. Con le mutate condizioni di vita (il tramonto della civiltà agricola, la mobilità della popolazione e il diffondersi del secolarismo), la parrocchia da centro della vita sociale si è trovata sovente ridotta ad una realtà marginale, avvicinata occasionalmente per i servizi religiosi. Non ha più quella incidenza evangelizzante capace di attrarre uomini e donne del nostro tempo.

I vescovi hanno sempre affermato, anche in documenti recenti2, l’importanza di questa istituzione; allo stesso tempo però hanno notato che essa ha bisogno di un rinnovamento3. E si stanno cercando tante strade per dare alla parrocchia un volto nuovo.

Il nostro carisma e la parrocchia

A noi il Signore ha donato un carisma per il mondo di oggi, il carisma dell’unità. Sono sicura che esso può aiutare anche le comunità parrocchiali a rinnovarsi, a diventare quello che dovrebbero essere: Chiesa viva, dove tutti trovano Dio, Gesù.

Sentiamo allora la responsabilità d’aver ricevuto un tale dono di Dio e abbiamo il coraggio di diffondere la spiritualità dell’unità, specialmente ora che Giovanni Paolo II l’ha lanciata per tutta la Chiesa come “spiritualità di comunione”4.

So che voi lavorate nelle parrocchie come membri dei vari Consigli e commissioni, catechisti, ministri dell’Eucaristia, o collaborate alle iniziative parrocchiali nei diversi ambiti. Certamente già la vostra vita irradia questa spiritualità.

Un nuovo passo in unità con i pastori

Ma adesso vi invito ad un passo ulteriore: essere una presenza dell’Opera di Maria nella parrocchia: ognuno e insieme. E per questa realtà vissuta in voi e tra voi è possibile dar vita a Gesù in mezzo alla comunità, trasformare la parrocchia in brano di Chiesa comunione.

Naturalmente vi muoverete sempre d’accordo con i Pastori, presentando loro quanto intendete fare ed ascoltando i loro consigli. Ma poi lanciatevi a costruire l’unità fra tutti e voi sapete come fare.

Invitate quindi chi vuole approfondire alle Giornate del Movimento, alle Mariapoli... a partecipare ai nostri incontri della Parola di vita.

Allo stesso tempo cogliete ogni occasione – incontri personali, catechesi, riunioni... – per diffondere al largo la spiritualità dell’unità: è spiritualità di comunione, è tutto Vangelo!

Siate “lievito di comunione”5, come diceva Giovanni Paolo II, cercando di sciogliere i nodi e le divisioni, che possono sorgere, con la carità e l’amore personale a Gesù abbandonato.

E non datevi pace finché non arrivate a far vivere la comunione in tutta la comunità parrocchiale. Solo così essa sarà una testimonianza convincente, una comunità che brilla in tutta la Chiesa.

Nasceranno allora “parrocchie nuove”. Parrocchie dove si vive la Parola, l’Eucaristia e l’unione fraterna, come nelle prime comunità cristiane.

Parrocchie, che valorizzano al loro interno i diversi carismi; che si muovono in comunione con le altre parrocchie; che collaborano con i vari movimenti, in una piena sintonia fra istituzione e carisma.

Parrocchie che attuano i dialoghi con cristiani di altre chiese o con fedeli di altre religioni, e respirano la cattolicità. Parrocchie, infine, in cui risplende il volto materno, mariano della Chiesa. O meglio in cui è presente Maria, perché come lei, la comunità unita “genera”6 Gesù in mezzo al suo popolo.

Non sarebbe meraviglioso suscitare una Chiesa locale così viva, che si possa dire a tanti: venite e vedete? Può sembrare un sogno. Deve diventare realtà.

È quello che mi attendo da voi. E sono sicura che pure ne sarebbero felici i vostri vescovi e l’intera società che vi circonda. Che il vostro incontro sia radice a tutto questo.                                                                                     

Chiara

 

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1) Omelia nella Cappella papale del 18 aprile 2005, in apertura del Conclave.

2) Cf Nota pastorale della CEI del 30.5.2004, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia.

3) Cf Christifideles laici, 26.

4) Novo millennio ineunte, 43.

5) Saluto agli animatori del Movimento Parrocchiale, Udienza generale del 15.5.96.

6) Cf Insegnamenti di Paolo VI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1964, pp. 1072-73.