«Settimana dei piccoli gruppi» in una diocesi del Brasile

 

Gesù torna in  mezzo alla gente

Di Mário Spaki

 

Una diocesi intera si sta rinnovando e vive una capillare esperienza di evangelizzazione grazie ai “Piccoli Gruppi”, nei quali sempre più si sperimenta la realtà evangelica dei due o più riuniti nel nome di Gesù.

Il loro cuore era rattristato

La diocesi di Ponta Grossa, nel sud del Brasile, comprende 17 città, con un totale di circa 700.000 abitanti, distribuiti in 40 parrocchie. La percentuale di chi si dice cattolico è del 75%.

Da tempo si parlava della necessità di sostenere i Piccoli Gruppi esistenti e di formarne dei nuovi. Questi sono sorti in diocesi sulla scia delle Comunità Ecclesiali di Base e sono costituiti da cinque o più famiglie, che si ritrovano nelle loro case, due volte al mese, per leggere la Parola di Dio, pregare  e poi agire in conformità alla Parola stessa.

Naturalmente farli funzionare non è sempre facile e allora, per aiutarli, durante un incontro a livello diocesano due anni fa, sono state scelte una decina di persone per comporre a questo scopo un’équipe diocesana centrale. In quell’occasione mi è stato assegnato il compito di coordinare tale lavoro.

I laici scelti per formare con me l’équipe ben presto mi hanno fatto sapere che avevano mille attività presso le loro comunità e che non avrei potuto contare più di tanto su di loro. Non mi sono scoraggiato, ma ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata far sperimentare loro la presenza di Gesù in mezzo alla comunità.

Nel giorno stabilito ci siamo incontrati di sera per la prima volta. Dopo il saluto iniziale ognuno ha potuto dire qualcosa. È stata una lamentela a non finire: «Sono venuto solo oggi, per dovere, ma non verrò più»; «sono sovraccarico di attività...», e così via.

Quando tutti avevano parlato, ho preso dal mio zainetto il commento di Chiara Lubich ad una frase del Vangelo, che noi chiamiamo “Parola di vita”. Lo abbiamo letto, abbiamo fatto un primo scambio di impressioni e ho raccontato le mie esperienze su quella Parola. La prima delle due ore è passata in un baleno. Poi abbiamo visto alcune cose pratiche in un clima molto distensivo.

L’esperienza vissuta insieme quella sera è rimasta come un punto di riferimento: la tristezza, il peso del lavoro della giornata, si sono mutati in gioia, serenità, ardore... Loro stessi, da allora, hanno adottato nei Gruppi il metodo della Parola di vita e lo scambio delle esperienze prima di sbrigare le altre cose.

Ormai due anni sono passati. L’équipe non solo non è diminuita, ma a poco a poco, i membri hanno chiesto se potevano portare agli incontri e alle attività le loro famiglie. E così sta avvenendo tuttora. Spesso dicono: «Attendo con gioia il giorno del nostro incontro... Ne esco rinnovato...».

Eppure, anche nella nostra équipe si riflette, si organizza e si lavora. Ma ormai conoscono per esperienza cosa significa avere Gesù in mezzo a loro con i suoi effetti tipici.

È di tale Piccolo Gruppo del centro diocesi e di altri come questo che racconterò.

Il nostro Gruppo, infatti, vuol essere un’espressione degli altri 2.000 esistenti in diocesi.

Piccoli significativi episodi

Ci ha raccontato Isabel, una signora che abita in un quartiere povero: «Un giorno è mancata l’acqua nella mia casa. Sono andata dalla vicina per verificare se lì ce ne fosse. Arrivata, ho visto le persone raccolte in preghiera. Sono entrata e ho pregato anch’io con loro. Da allora, mai più ho lasciato di partecipare al Piccolo Gruppo e ne sono molto felice».

Quali luci che riscaldano e illuminano i cuori, i Piccoli Gruppi si moltiplicano come funghi, contagiando ormai tutta la diocesi.

Il compito della nostra équipe è essere un cuore pulsante che vive il “due o più”, per poi raccogliere e far circolare fra tutti le notizie più belle. Oltre a questo, promuoviamo incontri per trasmettere ai coordinatori dei gruppi il nostro ardore ed entusiasmo.

Un esempio. Una domenica ci siamo incontrati con 150 coordinatori di Gruppi in una parrocchia. Abbiamo parlato un po’ degli ultimi sviluppi e poi abbiamo chiesto che ci raccontassero le esperienze vissute da loro: è stato un pomeriggio indimenticabile! Una signora ci ha confidato: «Nel mio Gruppo c’era una donna che aspettava un bambino. Radunati a casa sua ci siamo accorti che lei non aveva niente, ma solo un grande cuore. Ci siamo organizzati e ogni famiglia ha fatto un dono diverso per il bambino. Poi, avvicinandosi il giorno del parto, l’abbiamo portata in ospedale impegnandoci a pagare le spese».

Mentre lei raccontava, ci sembrava di contemplare la scena evangelica del Buon Samaritano.

Continuando l’incontro, il clima fra tutti era stupendo e, nonostante il caldo rovente, nessuno voleva andar via. La realtà creatasi tra noi riecheggiava altre celebri parole: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?» (Lc 24, 32).

Dalle testimonianze ci siamo accorti che i gruppi si ritrovano anche se il parroco non riesce a sostenerli; si rinfrancano, si consolano, si rallegrano per le manifestazioni di Dio e danno vita ad un’antica realtà, così descritta da Tertulliano: «Dove tre [sono riuniti], anche se laici, lì è la Chiesa»1.

Durante l’anno scorso abbiamo partecipato a 20 incontri di questo tipo, ammirando ogni volta le meraviglie realizzate da Dio in mezzo al suo popolo.

Dei 2.000 Piccoli Gruppi sparsi in diocesi circa 500 si sono preparati ad accogliere Gesù Bambino, durante il Natale, con le Carte dell’Arte d’amare2. Solo il Cielo sa ciò che è avvenuto!

La Settimana diocesana

Oltre ai corsi realizzati, ai sussidi prodotti per la formazione dei gruppi, l’équipe diocesana ha avuto l’idea di promuovere la “Settimana dei Piccoli Gruppi”. Il progetto è stato presentato al Sinodo diocesano ed è stato approvato all’unanimità. Una personalità della diocesi ha commentato a caldo: «È un’idea audace!».

Nei mesi che hanno preceduto la Settimana, l’équipe diocesana ha stretto i rapporti con i coordinatori parrocchiali dei Piccoli Gruppi, aggiornandoli via posta normale o elettronica su quanto accadeva nei vari gruppi. Si è costituita una vera rete e le cose più rilevanti venivano comunicate rapidamente a tutti.

Le agendine

Sono state confezionate per l’occasione 200.000 agendine che in forma di un piccolo calendario portavano per ogni giorno della Settimana – dal 6 all’11 dicembre – un pensiero e la proposta per un’azione concreta.

Ad esempio: per il 7 dicembre il pensiero era: Chi sta accanto a me è un dono per me, ed io sono un dono per lui. Nella mia famiglia sono stato un dono? E per i miei vicini?

E la proposta concreta del giorno: Sii oggi un dono per un tuo vicino: fa’ una visita a quel vicino che meno conosci!

Per l’8 dicembre il pensiero era: Che nessuno ti sfiori invano. Che le persone sentano in te un cuore che sa donarsi per davvero! Se ti trovi triste, può essere perché hai smesso di donarti!

La proposta concreta: Prendi parte alla preghiera del rosario nelle principali piazze della tua città alle ore 18, in conformità a quanto sarà annunciato.

Ogni parrocchia ha ricevuto 5.000 agendine. In ciascuna parrocchia i laici si sono dati da fare: le hanno consegnate a mano presso i semafori, nelle farmacie, nei panifici, nei supermercati, nelle banche...

In una parrocchia 65 laici, nel pomeriggio della domenica che precedeva la Settimana, hanno visitato tutte le case della comunità, consegnando l’agendina, spiegando e invitando le persone a prendere parte alle attività. In un’altra, sono stati i ragazzi, appena cresimati, che hanno fatto la stessa cosa.

Nel cuore della città di Ponta Grossa, le agendine sono state portate agli inquilini dei grattacieli, luogo in cui la Chiesa fa fatica ad arrivare. Nella stessa parrocchia, gli operai che consegnano le bombole del gas da cucina nelle famiglie, si sono sentiti interpellati e hanno chiesto un mazzetto di agendine per distribuirle nelle case in cui sarebbero andati a motivo del loro lavoro.

Anche le comunità della campagna hanno messo in moto la loro fantasia e il fuoco è divampato.

Oltre alle agendine, difficilmente si riusciva a fare un giro per le città senza imbattersi in almeno due striscioni che annunciavano la Settimana.

Molti parrocchiani hanno messo a disposizione le loro macchine con altoparlanti circolando per le vie e invitando le persone. Un uomo si è servito della sua bicicletta con batteria elettrica e altoparlante. Chi l’ha visto non ha potuto rimanere indifferente. Aveva trovato il suo sistema per evangelizzare.

Ma ben più che i mezzi di comunicazione, ciò che ha toccato i cuori è stata la testimonianza delle persone.

Radio e TV

Ma c’è di più. Durante la Settimana sono state coinvolte 16 stazioni radio che hanno commentato più volte le attività di ogni giornata, riportando le esperienze che avvenivano.

Una radio locale ci ha fatto una lunga intervista e la TV regionale, il cui segnale arriva in 40 città, ha trasmesso uno spot di due minuti e mezzo nell’orario di punta. Questo stesso canale ha ripetuto tre volte al giorno una vignetta di 12 secondi sui Piccoli Gruppi.

Anche i maggiori giornali del posto hanno divulgato la notizia della nostra Settimana.

Quali i frutti?

È stata una mobilitazione, mai avvenuta prima, dell’intera Chiesa diocesana per una evangelizzazione fatta in comunione: i laici si sono sentiti missionari nelle proprie comunità; una Chiesa che andava alla ricerca della pecorella smarrita e con i Piccoli Gruppi portava la presenza di Gesù là dove le persone vivono.

Ci sembrava che tramite i Gruppi Gesù fosse uscito dal silenzio dei tabernacoli per farsi presente in mezzo ai suoi, visitando case, guarendo ferite e restituendo alle persone l’ardore della fede e l’amore alla Chiesa.

Molti sacerdoti, in quei giorni hanno celebrato la Messa a cielo aperto, negli incroci stradali, nelle scuole e sopratutto nelle case, riunendo le famiglie dei Piccoli Gruppi. Un parroco ci ha detto che ha celebrato in una casa dove erano convenute 80 persone, mentre in precedenza ne sarebbero venute forse 15. In più bisogna notare il clima di famiglia che si è creato tra la gente, il rapporto autentico coi giovani e quello tanto spontaneo con i bambini.

I Piccoli Gruppi ormai sono noti e stimati nella società e, quando un coordinatore invita una nuova famiglia a parteciparvi, è ben più facile che questa accetti. La gente sa che i Piccoli Gruppi appartengono alla Chiesa cattolica e creano unità tra le famiglie.

Quest’anno, all’inizio delle nostre attività, abbiamo saputo che i Gruppi sono aumentati. In molte parrocchie sono più di 100 e in altre 300.

In ogni Gruppo brilla, dove più e dove meno, la presenza di Gesù in mezzo che spinge ad atti concreti. Raccontano due sposi, Miguel e Sueli: «Varie famiglie del nostro gruppo sono senza lavoro, oppure svolgono un lavoro in nero. Le difficoltà sono molte. Perciò, ad ogni incontro, chi può porta dei cibi che sono messi in una cesta. Questi alimenti sono destinati a chi ha più bisogno in quel momento. E se qualche volta nessuno ne necessita, li offriamo ad altre famiglie povere che conosciamo. I nostri figli assistono a questa solidarietà. Mentre leggiamo il Vangelo loro giocano; nella seconda tappa dell’incontro loro partecipano, a volte addirittura conducendo essi stessi la preghiera».

Altri fatterelli. L’attività concreta per il secondo giorno della Settimana era, come abbiamo detto sopra, visitare un vicino che meno si conosce. Un gruppo di una comunità parrocchiale è andato nel carcere della città e ha pregato il rosario assieme ai detenuti: perché «erano i “vicini” che meno conoscevamo».

Riguardo al rosario recitato nelle piazze delle città l’8 dicembre, il risultato è stato straordinario: all’incirca 50.000 persone hanno lodato la Madonna. Quella sera nel comunicato stampa3 per i mezzi di comunicazione abbiamo scritto: «Un grande magnificat è stato innalzato con Maria da bambini, giovani e adulti, che con semplicità la riconoscono loro Madre. Se sapessimo cosa significhi davanti a Dio una tale preghiera, avremmo potuto intuire le meraviglie avvenute oggi nella nostra diocesi!».

Le prospettive

La seconda Settimana dei Piccoli Gruppi si svolgerà dal 5 al 10 dicembre 2005. Il motto sarà: «Che nessuno si senta solo». Questo slogan si concretizzerà in varie attività durante tutto l’anno 2006. Abbiamo informato il vescovo e i suoi immediati collaboratori che, entusiasti, hanno incoraggiato l’iniziativa.

Di una Chiesa che è famiglia, unita, gioiosa e bella per la presenza di Gesù in mezzo ai suoi, chi non ne vorrebbe far parte?

Mário Spaki

 

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1)           De exhort. cast., 7: PL 2, 971.

2)           Su “Le carte dell’Arte di amare” vedi in “Gen’s”, nn. 3-4, 2004, pp. 81-83.

3)  Ogni sera durante la Settimana sono stati raccolti gli episodi più interessanti vissuti nelle varie comunità per  diffonderli in un comunicato stampa.