Un’iniziativa inedita nell’ambito della pastorale vocazionale

 

«Storie di sacerdoti»

di Peter Klasvogt

 

In un contesto fortemente segnato dal calo delle vocazioni come quello della Germania, il seminario di Paderborn percorre vie nuove. Partendo da una lucida analisi di quanto vivono i giovani oggi davanti alla scelta del ministero presbiterale, si è messo a punto il progetto “Storie di sacerdoti” che unisce le nuove opportunità dell’odierna società telematica al valore imprescindibile della testimonianza personale.

Un episodio: di ritorno dalle vacanze apro il computer e mi imbatto in un’e-mail senza contenuto, proveniente da un mittente a me ignoto. Forse una svista – penso – e ne avverto l’autore. Due giorni dopo ricevo da lui un’ulteriore e-mail. Si tratta di un giovane che ha letto in internet con grande interesse le dieci “Storie di sacerdoti” ed ha azionato “involontariamente” l’opzione “Invio”. Ma giacché ora siamo in contatto, vuole raccontarmi di sé.

Fatto l’esame di maturità, fra pochi giorni inizierà il suo servizio civile. Riguardo alla sua futura professione ha già idee precise. Ma ultimamente – così mi scrive – gli vengono tanti ripensamenti. Non gli lasciano pace gli interrogativi circa Dio ed una vita improntata alla fede. Anzi – così mi confida – c’è anche il pensiero inquietante di essere forse chiamato al sacerdozio. Con questo stato animo questo giovane si è imbattuto nelle “Storie di sacerdoti” e si è sentito immediatamente coinvolto.

Si tratta di un episodio dall’esito ancora aperto, sintomatico per tante reazioni simili suscitate dalla piccola brochure1 che è in circolazione dal maggio 2002 e di cui fa parte anche un apposito sito internet con questo nome: www.priestergeschichten.de.

I sacerdoti che qui si presentano sono sono persone con aspirazioni ideali che nel corso degli ultimi 15 anni hanno frequentato il Seminario dell’arcidiocesi di Paderborn e sono ora al lavoro  negli ambiti pastorali più vari. Nella brochure non si formulano infatti idee o appelli, per quanto possano essere brillanti.

Ci sono a loro volta giovani che si sentono interpellati da queste storie di alcuni sacerdoti che hanno come tutti le loro aspirazioni, speranze, limiti e dubbi, ma che sono rimasti appassionati da un’idea, da un ideale e giocano la loro vita per questo.

Si tratta di due categorie di persone insolite che qui si incontrano: sacerdoti che sono disposti a lasciare che altri si addentrino nella storia della loro fede e vocazione, e raccontano di come cercano di tradurre i loro ideali in vita; e giovani che sono attirati proprio da questo stile sincero ed autentico ed hanno voglia di approfondire il senso della loro vita, protetti dall’anonimato della rete elettronica o comunque nello spazio, anch’esso protetto, dell’incontro personale.

Tempo per la vocazione

L’intento di questa iniziativa del Seminario dell’arcidiocesi di Paderborn è quello di presentare in maniera facilmente accessibile molteplici e diversi tipi di sacerdoti, forme di ministero e vie di preparazione al sacerdozio, intercettando così lo spettro più ampio possibile di identificazione. E ciò è assai necessario, perché i giovani con i loro interrogativi circa la propria vocazione si sentono lasciati soli, come ha messo in rilievo recentemente un’inchiesta2 commissionata dalla Conferenza episcopale statunitense.

Agli albori del XXI secolo, anche in Germania il clima non è molto favorevole a vocazioni religiose o sacerdotali. Diversamente da una o due generazioni fa, giovani che considerano seriamente di impegnare la loro vita nella Chiesa, sempre più raramente trovano sostegno ed incoraggiamento nei loro ambienti. Sovente la percezione di una vocazione viene piuttosto messa in discussione se non addirittura negata. Se un tempo, nell’affrontare la domanda circa la propria vocazione, si avevano per alleati la famiglia, la parrocchia e spesso anche buoni amici, oggi la situazione si è ampiamente capovolta.

Internet: uno spazio «protetto»
per interrogativi esistenziali

In queste condizioni, è di grande vantaggio uno strumento mediale attraverso il quale si possono procurare informazioni di prima mano, senza dover manifestare all’esterno un interesse personale. Le “Storie di sacerdoti” cercano di tener conto di questo, offrendo la testimonianza di dieci sacerdoti che hanno fatto la loro scelta di vita percorrendo vie molto diverse. Essi riferiscono senza riserve il loro travaglio nella ricerca e la risposta che hanno trovato; le difficoltà, gli ostacoli ed anche le divagazioni con cui hanno dovuto fare i conti, ma poi anche la gioia e la soddisfazione interiore che si provano quando si è individuato il proprio progetto di vita.

Ma c’è anche l’opportunità di andare al di là di una prima informazione che assicura l’anonimato. Sia la brochure che il sito internet hanno per obiettivo di rendere possibile un contatto riservato con i sacerdoti ivi intervistati. Tutti gli articoli riportano pertanto il nome, il recapito e l’indirizzo e-mail dell’autore – nella homepage sotto forma di un link.

Raccontare la propria storia

Le storie stampate e diffuse attraverso la rete elettronica hanno però un difetto rilevante: si tratta appena di dieci storie esemplari, mentre varrebbe la pena raccontare la storia di ogni sacerdote. Perciò questa iniziativa vuole incoraggiare tutti i sacerdoti e laici impegnati a dare testimonianza della loro vocazione ed a raccontare la propria storia. Non pochi sacerdoti esitanti potrebbero constatare con sorpresa quanti sono interessati alla loro storia.

«Vocational teams»

Così le “Storie di sacerdoti” sono parte integrante di un progetto più ampio di pastorale vocazionale. L’obiettivo deve essere quello di mettere sacerdoti e fedeli in grado di rendere prontamente ragione della loro fede e della loro rispettiva vocazione. Fa pensare il fatto che la già menzionata inchiesta statunitense annota: «Molti giovani che si interrogano sulla loro vocazione, affermano di non approfondire ulteriormente questa ricerca magari “perché mai nessuno si interessa di questo argomento”». In altre parole: «Ci sono molti Samuele, ma manca chi fa la parte di Eli».

Perciò la pastorale vocazionale deve prendere il via dai portatori di una vocazione e cercare di motivarli a riscoprire la bellezza della propria chiamata e a manifestarne pure il fascino verso l’esterno. Perché ciò che attira i giovani, in fin dei conti è soltanto la testimonianza personale, in un’atmosfera improntata all’apertura ed all’autenticità, nella quale il tema della vocazione sia presente in maniera né drammatica né invadente.

Per questo il card. Degenhardt (l’arcivescovo di Paderborn recentemente scomparso; n.d.r.) nella sua ultima Lettera per la Pentecoste ha chiesto esplicitamente che si facciano nascere nelle parrocchie e nelle unità pastorali i cosiddetti vocational teams. Si tratta di gruppi vocazionali di giovani che si ritrovano regolarmente per la liturgia dei vespri, per incontri biblici e per altre attività adatte a loro,  durante le quali qualcuno racconti la storia della sua vocazione.

Le “Storie di sacerdoti” possono essere di stimolo.

Peter Klasvogt

 

_____________________

1)    PETER KLASVOGT (ed.), Priestergeschichten. Von und für Idealisten, Bonifatius, Paderborn 2002

2)    Survey of Youth and Parents Connected With Parish Programs: Findings and Implications for Vocations: Center for Applied Research in the Apostolate (CARA), Georgetown / USA.