Una sintesi delle linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese

 

La «Charta oecumenica»

a cura della redazione

 

Per utilità dei nostri lettori pubblichiamo qui in sintesi gli impegni che le Chiese d’Europa si prendono nella Charta Oecumenica, primo documento in assoluto di questo genere che stimola iniziative analoghe in altre parti del mondo. Esso mette a fuoco gli atteggiamenti che i cristiani del Continente sono invitati ad assumere per rendere visibile l’unica Chiesa di Cristo, crescere nella collaborazione fra loro e contribuire a plasmare l’Unione europea secondo i suoi secolari valori ispirati al Vangelo. Fino ad oggi la Charta è stata tradotta  in 31 lingue, compreso l’arabo. Il testo integrale in diverse lingue si può trovare nel sito www.ccee.ch.

«Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo!».

In quanto Conferenza delle Chiese europee (KEK) e Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) siamo fermamente determinati, nello spirito del messaggio scaturito dalle due Assemblee ecumeniche europee di Basilea 1989 e di Graz 1997, a mantenere e a sviluppare ulteriormente la comunione che è cresciuta tra noi. Ringraziamo il nostro Dio Trinità che, mediante lo Spirito Santo, conduce i nostri passi verso una comunione sempre più intensa.

Si sono già affermate svariate forme di collaborazione ecumenica, ma fedeli alla preghiera di Cristo: «Tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, affinché il mondo creda che tu mi hai inviato» (Gv 17, 21), non possiamo ritenerci appagati dell’attuale stato di cose. Coscienti della nostra colpa e pronti alla conversione dobbiamo impegnarci a superare le divisioni che esistono ancora tra noi, in modo da annunciare insieme, in modo credibile, il messaggio del Vangelo tra i popoli.

Nel comune ascolto della Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura e chiamati a confessare la nostra fede comune e parimenti ad agire insieme in conformità alla verità che abbiamo riconosciuto, noi vogliamo rendere testimonianza dell’amore e della speranza per tutti gli esseri umani. […]

In tal senso accogliamo questa Charta come impegno comune al dialogo ed alla collaborazione. Essa descrive fondamentali compiti ecumenici e ne fa derivare una serie di linee guida e di impegni. Essa deve promuovere, a tutti i livelli della vita delle Chiese, una cultura ecumenica del dialogo e della collaborazione e creare a tal fine un criterio vincolante. Essa non riveste tuttavia alcun carattere dogmatico-magisteriale o giuridico-ecclesiale. La sua normatività consiste piuttosto nell’auto-obbligazione da parte delle Chiese e delle organizzazioni ecumeniche europee. Queste possono, sulla base di questo testo, formulare nel loro contesto proprie integrazioni ed orientamenti comuni che tengano concretamente conto delle proprie specifiche sfide e dei doveri che ne scaturiscono.

I.  Crediamo «la Chiesa una,
    santa, cattolica ed apostolica»

«Cercate di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4, 3-6).

1. Chiamati insieme all’unità della fede

[…] Ci impegniamo:

a seguire l’esortazione apostolica all’unità dell’epistola agli Efesini (Ef 4, 3-6) e ad impegnarci con perseveranza a raggiungere una comprensione comune del messaggio salvifico di Cristo contenuto nel Vangelo;

a operare, nella forza dello Spirito Santo, per l’unità visibile della Chiesa di Gesù Cristo nell’unica fede, che trova la sua espressione nel reciproco riconoscimento del battesimo e nella condivisione eucaristica, nonché nella testimonianza e nel servizio comune.

II.  In cammino verso l’unità visibile delle Chiese in Europa

«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).

2. Annunciare insieme il Vangelo

[…] Ci impegniamo:

a far conoscere alle altre Chiese le nostre iniziative per l’evangelizzazione e a raggiungere intese in proposito, per evitare in tal modo una dannosa concorrenza ed il pericolo di nuove divisioni;

a riconoscere che ogni essere umano può scegliere, liberamente e secondo coscienza, la propria appartenenza religiosa ed ecclesiale. Nessuno può essere indotto alla conversione attraverso pressioni morali o incentivi materiali. Al tempo stesso a nessuno può essere impedita una conversione che sia conseguenza di una libera scelta.

3. Andare l’uno incontro all’altro

[…] Ci impegniamo:

a superare l’autosufficienza e a mettere da parte i pregiudizi, a ricercare l’incontro reciproco e ad essere gli uni per gli altri;

a promuovere l’apertura ecumenica e la collaborazione nel campo dell’educazione cristiana, nella formazione teologica iniziale e permanente, come pure nell’ambito della ricerca.

4. Operare insieme

[…] Ci impegniamo:

a operare insieme, a tutti i livelli della vita ecclesiale, laddove ne esistano i presupposti e ciò non sia impedito da motivi di fede o da finalità di maggiore importanza;

a difendere i diritti delle minoranze e ad aiutare a sgombrare il campo da equivoci e pregiudizi tra le Chiese maggioritarie e minoritarie nei nostri Paesi.

5. Pregare insieme

[…] Ci impegniamo:

a pregare gli uni per gli altri e per l’unità dei cristiani;

a imparare a conoscere e ad apprezzare le celebrazioni e le altre forme di vita spirituale delle altre Chiese;

a muoverci in direzione dell’obbiettivo della condivisione eucaristica.

6. Proseguire i dialoghi

[…] Ci impegniamo:

a proseguire coscienziosamente e con in-tensità il dialogo tra le nostre Chiese ai diversi livelli ecclesiali e a verificare quali risultati del dialogo possano e debbano essere dichiarati in forma vincolante dalle autorità ecclesiastiche;

a ricercare il dialogo sui temi controversi, in particolare su questioni di fede e di etica sulle quali incombe il rischio della divisione, e a dibattere insieme tali problemi alla luce del Vangelo.

III. La nostra comune responsabilità in Europa

«Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5, 9).

7. Contribuire a plasmare l’Europa

[…] Ci impegniamo:

a intenderci tra noi sui contenuti e gli obbiettivi della nostra responsabilità sociale ed a sostenere il più possibile insieme le istanze e la concezione delle Chiese di fronte alle istituzioni civili europee;

a difendere i valori fondamentali contro tutti gli attacchi;

a resistere ad ogni tentativo di strumentalizzare la religione e la Chiesa a fini etnici o nazionalistici.

8. Riconciliare popoli e culture

[…] Ci impegniamo:

a contrastare ogni forma di nazionalismo che conduca all’oppressione di altri popoli e di minoranze nazionali ed a ricercare una soluzione non violenta dei conflitti;

a migliorare e a rafforzare la condizione e la parità di diritti delle donne in tutte le sfere della vita e a promuovere la giusta comunione tra donne e uomini in seno alla Chiesa e alla società.

9. Salvaguardare il creato

[…] Ci impegniamo:

a sviluppare ulteriormente uno stile di vita nel quale, in contrapposizione al dominio della logica economica ed alla costrizione al consumo, accordiamo valore ad una qualità di vita responsabile e sostenibile;

a sostenere le organizzazioni ambientali delle Chiese e le reti ecumeniche che si assumono una responsabilità per la salvaguardia della creazione.

10. Approfondire
     la comunione con l’Ebraismo

[…] Ci impegniamo:

a contrastare tutte le forme di antisemitismo ed antigiudaismo nella Chiesa e nella società;

a cercare ed intensificare a tutti i livelli il dialogo con le nostre sorelle e i nostri fratelli ebrei.

11. Curare le relazioni con l’Islam

[…] Ci impegniamo:

a incontrare i musulmani con un atteggiamento di stima;

a operare insieme ai musulmani su temi di comune interesse.

12. L’incontro con altre religioni e
     visioni del mondo

[…] Ci impegniamo:

a riconoscere la libertà religiosa e di coscienza delle persone e delle comunità ed a fare in modo che esse, individualmente e comunitariamente, in privato ed in pubblico, possano praticare la propria religione o visione del mondo, nel rispetto del diritto vigente;

ad essere aperti al dialogo con tutte le persone di buona volontà, a perseguire con esse scopi comuni ed a testimoniare loro la fede cristiana.

Gesù Cristo, Signore della Chiesa “una”, è la nostra più grande speranza di riconciliazione e di pace.

Nel suo nome vogliamo proseguire in Europa il nostro cammino insieme.

Dio ci assista con il suo Santo Spirito!

a cura della redazione