Come le altre scienze anche la psicologia può aiutare a scoprire

che i valori evangelici sono essenzialmente veri valori umani

 

Psicologia e vita cristiana

di Elisabeth Reichel

 

L’autrice fa parte di un gruppo di psicologi austriaci e ci presenta l’esperienza che sta portando avanti insieme a loro, coniugando le conoscenze scientifiche con i valori evangelici che la spiritualità dell’unità del Movimento dei focolari pone in rilievo.

Vorremmo offrire un’esperienza che abbiamo fatto come gruppo di psicologi nell’Austria, perché è stata emblematica per noi.

Nel nostro Paese la conoscenza di alcune idee di fondo della psicologia è ormai patrimonio di tutti, intellettuali o mamme di famiglia, bidelli o maestri. Ognuno conosce ed utilizza nel suo linguaggio (anche se spesso superficialmente) certe espressioni come ad esempio: ego, superego, autorealizzazione, coscienza di sé, complesso di inferiorità, rimozione, difesa, sublimazione, ecc.

La psicologia fa parte del programma obbligatorio di formazione nelle scuole medie e superiori. Tutto ciò avviene nell’ambito di una società che si poggia sempre di più su una visione primariamente individualistica del soggetto umano.

Il lato positivo di ciò, è una consapevolezza crescente della dignità e del diritto dell’individuo, con una conseguente impossibilità di certe forme di trattamento autoritario sia nei confronti di se stessi che degli altri.

Psicologia e Vangelo

Ma questo genera anche delle difficoltà in quanto presunzioni errate, cresciute attraverso la storia, hanno fatto sì che la psicologia o meglio certe tendenze nella psicologia si contrappongano alla religione, considerata come ostacolo alla realizzazione umana. Questo ha provocato di riflesso che tante persone religiose, in buona fede, vedono nella psicologia un pericolo e persino un’opera del “nemico”.

Sappiamo che la psicologia è una scienza empirica che cerca di scoprire la struttura psicologica dell’essere umano, il suo pensare, agire, sentire, cioè – in senso lato – il suo vero essere.

Ma il vero essere dell’uomo e della donna – nella nostra visione cristiana – non è nient’altro che l’essere fatti ad immagine di Dio, figli suoi, simili a Gesù, prototipo dell’umanità, perché vero Dio e vero uomo.

San Paolo dice – e il Concilio Vaticano II lo conferma – che ogni persona, anche se non ha recepito la rivelazione cristiana, se è in buona fede e mette tutto il suo impegno nel fare il bene, può arrivare alla verità. Troverà ostacoli, percorrerà vie più lunghe, ma arriverà. Allora anche la psicologia, sviluppata  come scienza il più possibile onesta, coerente e obbiettiva, col tempo dovrebbe essere di aiuto in questo cammino.

Questo è stato il nostro punto di partenza volendo rispondere a domande urgenti di adolescenti, giovani e adulti che venivano in contatto col nostro ideale cristiano di vita.

Come assistenti dei gen – il settore giovanile del Movimento dei focolari – ci confrontavamo spesse volte con domande di questo genere: «Come si può capire l’autorealizazzione, se il Vangelo esige il rinnegamento di sé? L’ideale cristiano e certi principi fondamentali di psicologia non sono in contraddizione?».

Per questo motivo alcuni di noi hanno cominciato anni fa a presentare i temi della spiritualità dell’unità con un fondamento psicologico, facendo vedere e sperimentare che l’essere umano anche nella sua struttura psicologica è fatto per amare, per aprirsi all’altro, per fare di ogni dolore un’occasione di crescita.

Per noi è stato un incanto scoprire l’utilità, si direbbe la vocazione, della psicologia come scaletta all’ideale cristiano.

Essa, come forse nessun’altra scienza, può far capire in un modo chiaro, empirico, scientifico, che l’essere umano è fatto per essere il “tu” di Dio.

Le nostre attività

Ci siamo messi all’opera, preparando insieme varie attività. Ne ricordiamo alcune:

– in un centro giovanile abbiamo parlato sulla libertà e il disegno di Dio su di noi;

– in un workshop per tutte le età, sul senso del dolore;

– in un workshop per coppie, sulla relazione vissuta alla luce della vita trinitaria;

– a giovani di diversi Movimenti ecclesiali, sulla comunicazione, sull’arte di amare e sul valore e la vocazione di ogni persona ;

– ai membri del Movimento dei focolari che si riuniscono per studiare il Catechismo della Chiesa cattolica, sullo sviluppo della personalità nell’area sessuale e relazionale, e su come curare la depressione e prevenire il suicidio;

– alle persone che prestano servizio nelle case parrocchiali abbiamo parlato su diversi argomenti: corpo-anima-mente; l’arte di amare; Gesù crocifisso e abbandonato; i vari aspetti concreti della vita;

– durante un aggiornamento di psicoterapeuti, sulla relazione terapeutica;

– nel congresso mondiale per psicoterapeuti, su come lavorare con pazienti credenti: Dio reale o Dio come oggetto transazionale?

– in un convegno sulla terza età, sulla persona anziana come risorsa e il patto tra le generazioni;

– in un incontro di adulti, sul valore di sé e la dignità umana grazie al fatto che siamo tutti figli di Dio;

– ad un gruppo di giovani, sulla vocazione ed il significato della vita.

Come facciamo in concreto?

Per far capire meglio come affrontiamo le nostre attività, vorrei fare qualche esempio.

Abbiamo svolto il tema su come riuscire bene nella vita e sulla comunicazione, facendo riferimento implicito all’impegno per un mondo unito, all’unità e all’arte di amare, alla chiamata universale all’amore come si vive nel Movimento dei focolari.

Sapendo anche, per la nostra esperienza  professionale, quanto siano importanti per i giovani l’autorealizazzione, il desiderio di impegnarsi per qualcosa che dia loro la felicità, abbiamo cercato in diversi autori di psicologia cosa hanno detto su questi argomenti. E abbiamo trovato una gran quantità di cose molto utili. Riuscire nella vita vuol dire mettere a frutto per gli altri tutti i propri talenti, senza accontentarsi di piccole soddisfazioni passeggere. Diversi studi parlano della motivazione e della gioia di colui che s’impegna in una cosa con pieno interesse.

Partendo da questa introduzione, come base che dia qualche flash che faccia pensare, noi – parlando in ambiente cristiano – diamo poi il “di più” della spiritualità dell’unità, come la scoperta di Dio Amore.

In modo simile si può trattare il tema del dolore, della sofferenza e del suo significato, mostrando come essa può dare all’esperienza umana una profondità enorme, nuova. Lo riconoscono, infatti, tanti psicologi.

Dopo aver riportato il pensiero di questi autori, offriamo sempre la caratteristica prospettiva cristiana così come ce l’insegna la Scrittura e come viene messa a fuoco dalla spiritualità dell’unità.

Un altro esempio. L’identità personale, che c’è sin dall’inizio dell’esistenza di un individuo, si realizza e si sviluppa esistenzialmente solo attraverso il rapporto con un’altra persona, come sappiamo da tanti studi.

A questo punto si può offrire l’esperienza che noi facciamo di Dio Amore, del disegno di Dio su ognuno di noi, dell’“arte di amare”  e così via, con tutte le conseguenze positive che ne scaturiscono.

Conclusione

Attraverso questo lavoro le persone scoprono che la vita con Dio non è qualcosa di estraneo alla persona, che la costringe costantemente a mortificare  la sua personalità ma, al contrario, è qualcosa di intrinseco alla nostra vita, fa parte del nostro stesso essere. Lo porta alla maturità piena, perché ha la sua base nella stessa struttura psicologica dell’essere umano, essendo la legge dell’amore costitutiva della condizione umana.

Scoprendo e offrendo agli altri tutte queste verità che hanno un loro preciso riscontro nella psicologia, facciamo sempre di nuovo la scoperta delle ricchezze che Dio ha dato all’umanità. Ed è per noi una specie di contemplazione che ci mostra anche la potenzialità del nostro lavoro al servizio della vita umana.


Elisabeth Reichel