Gratitudine verso l’Azione Cattolica

Nella storia della fondatrice del Movimento dei focolari c’è una pagina interessante che in questa lettera viene rievocata con profonda riconoscenza.

«Voglio anzitutto assicurare all’Azione Cattolica la mia e la nostra preghiera per un momento così importante qual è la prossima Assemblea Nazionale.

Desidero inoltre approfittare di quest’occasione per esprimere la gratitudine che, da sempre, tengo in cuore per questa Associazione e fare qualche cenno sul mio rapporto con essa.

Tra le varie fonti, cui devo la mia formazione cristiana di base, ha avuto senz’altro un posto importante anche l’A.C. Ciò è stato possibile perché, negli anni della mia giovinezza, sono stata invitata spesso dalle dirigenti di Trento, a frequentare vari corsi tenuti, non di rado, da persone assai qualificate.

Ricordo che nel 1938, quando, appena diplomata maestra, m’è stata assegnata la scuola elementare di Castello d’Ossana, nel Trentino, ho potuto dar vita, con le bambine di quel paese, ad un gruppo di Aspiranti, così come ho fatto in un altro paese. Conservo tuttora una serie di lettere, con in cima il motto “Preghiera, azione, sacrificio” che, poi, durante alcuni anni, ho scritto loro, divenute più grandi, da Trento.

Ed è stato proprio in occasione di un corso per giovani di A.C. a Loreto, nel 1939, che ha avuto inizio, si può dire, la mia esperienza spirituale specifica. Ad ogni intervallo correvo nella “casetta”, all’interno della grande Chiesa-fortezza, dove – si pensa – abbia vissuto la Sacra Famiglia. Quella convivenza di vergini, Maria e Giuseppe, con Gesù fra loro, aveva un’attrattiva irresistibile per me.

Vedevo là, quasi plasticamente, una nuova vocazione che stava nascendo nella Chiesa, la cui struttura di base sarebbe stato il “focolare”: una comunità di vergini (anche qui) che, perché si sarebbero reciprocamente amate, avrebbero avuto Gesù fra loro spiritualmente.

L’ultimo giorno del convegno, nel santuario gremito di giovani, mi è passato un pensiero chiaro, che poi si è realizzato: sarei stata seguita da una “schiera di vergini”. Avevo trovato, quindi, il mio posto nella Chiesa, il focolare, e già si profilava la prima diramazione del Movimento dei Focolari (i e le focolarine).

Solo più tardi, nel 1943, avrò la percezione chiara di una luce che penetrava l’anima: un carisma, un dono ricevuto dallo Spirito Santo perché potessi dar adempimento al compito affidatomi dalla volontà di Dio: suscitare una delle attuali espressioni dellcarismatico della Chiesa.

Ma, per agire con frutto, avevo avuto bisogno d’una formazione cristiana di base: ecco perché ho sempre nutrito gratitudine anche per l’A.C.

E qui non posso non ricordare, ancora con gioia, gli incontri con Armida Barelli e le sue prime compagne, come non posso non menzionare qualche breve contatto con la Presidente, dottoressa Paola Bignardi, e il dottor Ernesto Diaco. Conosco e stimo assai pure l’attuale Assistente mons. Francesco Lambiasi.

È mia convinzione che l’A.C. stessa sia nata da un importante carisma, che l’ha fatta e la fa braccio destro dei nostri Vescovi.

Auguro che lo Spirito Santo, che ama l’A.C. come pure noi, trovi il momento per farci incontrare in quella “spiritualità di comunione” che il Santo Padre vuole vissuta da tutta la Chiesa a tutti i livelli, per contribuire efficacemente alla “Chiesa-comunione”».

Chiara Lubich