Come realizzare la comunione?

 

Nella Novo millennio ineunte il Papa parla di "spiritualità di comunione". Qual è il segreto per viverla e coltivarla concretamente?

Il segreto per vivere la “spiritualità di comunione” sta in Gesù crocifisso e abbandonato, che il Papa in questo documento descrive sotto il titolo “Volto dolente”.

Con la spiritualità di comunione – lo dice anche il nome – si può realizzare la comunione, l'unità delle persone con Dio e fra loro.

Ora il modello, per realizzare ciò, è proprio Gesù che in croce ha provato, al nostro posto, la separazione dal Padre, come dice il suo grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46), ma ha saputo pure superare tale baratro, riunendosi al Padre come dicono le Sue parole: “Nelle tue mani, Padre, raccomando il mio spirito” (Lc 23,46).

Per questo in una lettera ai Vescovi amici del Movimento dei Focolari il Papa afferma che Gesù abbandonato è la “via maestra” per arrivare all'unità, alla comunione.

 

In base alla sua personale esperienza, dove troviamo oggi Gesù crocifisso e abbandonato, definito dal Papa “mistero nel mistero”?

Gesù crocifisso e abbandonato, che ha assunto, con la natura umana, tutti i nostri guai, è presente nel mondo là dove dominano la sofferenza, la divisione, le tensioni, il terrore..., il peccato ed anche le calamità naturali.

Gesù abbandonato è presente nei tradimenti anche di noi cattolici; nella ancor viva disunità fra le Chiese; nel frazionamento delle varie religioni, nell'ateismo, nel secolarismo, nel materialismo. È vivo nel sottosviluppo che copre tanta parte di mondo. Ma soprattutto nel terrorismo internazionale, apparso violentemente dopo 1'11 settembre scorso. Lì sono presenti in modo particolare le “forze del Male” per eccellenza, come ebbe a dire il Papa.

Occorre che noi cristiani, Lo sappiamo individuare affinché con l'aiuto di Dio e con tutte le forze a noi disponibili possiamo rimediare almeno a qualcuno di questi mali.

Ripensare a Maria: al suo immenso dolore per aver partecipato così intimamente alla morte del Figlio, ma anche alla sua speranza nella risurrezione in Lei più viva che mai. E' Maria l'icona del mistero cristiano dove croce e risurrezione sono una sola cosa. E, pur cercando di condividere il suo dolore, portare il pensiero su Gesù risorto, grati, infinitamente grati per tutto ciò che significa per noi e per il mondo, secondo la nostra fede, e non ultimo, perché, se Lui è risorto, anche noi tutti risorgeremo.

Chiara Lubich