Il contributo del Movimento dei focolari per ravvivare la vita cristiana nella città di Roma

 

Operazione “Roma-Amor”

di Chiara Lubich

 

Durante l’incontro di vescovi amici dei Focolari, nel febbraio scorso, gli autori di questo contributo, responsabili del Movimento nella città di Roma, sono stati invitati a presentare quella che è stata chiamata “Operazione Roma-Amor”, il contributo cioè che le persone del Movimento danno, secondo il proprio carisma, per incrementare la vita del Vangelo nella capitale del cattolicesimo, da sempre luogo d’incontro di popoli e civiltà, simbolo in un certo modo della “patria di tutti”.

Per presentare il contributo del Movimento dei focolari attualmente in atto a Roma, sarà bene ricordare i primi anni della sua presenza in questa città.

Quando nell’anno 1948 Chiara lasciò Trento, culla del Movimento, per stabilirsi a Roma, erano gli anni difficili del dopoguerra e la città stentava a riprendersi sia civilmente, sia spiritualmente.

Furono anni intensissimi, ricchi di incontri e di episodi di ogni genere, con una forte penetrazione della spiritualità dell’unità in ambienti diversi, dai vari collegi internazionali al Parlamento italiano.

Chiara in quegli anni espresse la sua visione cristiana della capitale in uno scritto dal titolo significativo: La risurrezione di Roma.

In quelle pagine si avverte il forte anelito di far rivivere la vita dei primi secoli, quando i santi e i martiri illuminavano col loro amore questa città. Era molto vivo, infatti, in Chiara e nelle altre persone del nascente Movimento, il desiderio di dare un contributo a questo profondo rinnovamento.

Ma i piani di Dio erano altri perché, proprio a partire da Roma, il Movimento doveva prima diffondersi nel mondo intero, fino a raggiungere le attuali 182 nazioni.

Nel contempo le persone dei Focolari presenti nella capitale hanno continuato a irradiare lo spirito dell’unità capillarmente tra gente di ogni età, estrazione sociale e vocazione.

Sono passati in questo modo 50 anni. La città, per l’impegno profuso in ogni ambito da autorità civili e religiose, dal 1948 ad oggi ha registrato un continuo, innegabile progresso, anche se sono emersi nuovi problemi, tipici di una metropoli cresciuta a dismisura.

Quella di oggi è la Roma degl’immigrati in cerca di condizioni di vita più dignitose; del lavoro frenetico, tra le esigenze della new economy e il traffico congestionato; degli scontri politici, tra manifestazioni di piazza e polemiche via media; della vita mondana, tra consumismo e individualismo. Ma è pure una Roma in qualche modo ravvivata per aver appena vissuto la grande stagione del Giubileo e la missione cittadina preparatoria, esperienze in cui anche il nostro Movimento era attivamente coinvolto.

Una nuova tappa

L’anno del Giubileo ha segnato per noi un salto di qualità, una nuova tappa della nostra presenza e della nostra azione a Roma.

Il 22 gennaio del 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, Chiara ha ricevuto la cittadinanza onoraria romana. Per l’occasione, nella sala “Giulio Cesare” al Campidoglio, oltre al Consiglio Comunale, sono convenute numerose personalità ecclesiastiche e civili. Chiara ha sentito che questo era il momento in cui il Signore voleva concentrare l’attenzione del nostro Movimento nuovamente sulla città di Roma. Davanti alle autorità presenti assunse l’impegno di dedicarsi alla “sua” città “più e meglio”. In particolare ricordò e fece propria un’espressione del Papa il quale, in visita anch’egli al Campidoglio, aveva fatto presente che il nome di Roma, letto alla rovescia, suona “amor”. Roma-Amor: una capitale, dunque, animata, nelle sue varie espressioni, dall’amore evangelico. Questo intervento di Chiara suscitò un entusiasmo non comune fra i presenti.

In un successivo grande incontro con i membri del Movimento, Chiara precisò con quali strumenti “lavorare più e meglio” a vantaggio dell’Urbe. Osservava che a Roma le strutture ci sono, sia in campo civile che ecclesiastico; bastava perciò “ridare loro un”. E con quali strategie attuare questo programma? Con “l’arte di amare”, partendo dagli ambienti in cui si vive: innanzitutto in famiglia, poi nel quartiere, nei luoghi di studio, di lavoro, nei luoghi d’incontro, nelle parrocchie.

Chiara rilesse poi per noi quel testo di cui si diceva in apertura, scritto nell’ottobre del 1949 ed intitolato Risurrezione di Roma. Ne riportiamo qui un breve tratto:

«Bisogna far rinascere Dio in noi, tenerlo vivo e traboccarLo sugli altri come fiotti di Vita e risuscitare i morti. E tenerlo vivo tra noi amandoci (e per amarsi non occorre strepito: l’amore è morte a noi – e la morte è silenzio e vita in Dio – e Dio è silenzio che parla). Allora tutto si rivoluziona: politica ed arte, scuola e religione, vita privata e divertimento. Tutto».

E poi prosegue: «Dio non è in noi come il Crocifisso che sta alle volte quasi amuleto su una parete di un’aula scolastica. È in noi vivo – se lo facciamo vivere – come legislatore d’ogni legge umana e divina, che è tutta fattura sua. Ed egli dall’intimo detta ogni cosa, ci insegna – Maestro eterno – l’eterno e il contingente e a tutto dà valore».

«In pratica – concluse dinanzi a noi romani membri del Movimento – gli strumenti da usare per questa “risurrezione” o meglio “rianimazione” della città, sapete quali sono? Siete voi, il vostro cuore, la vostra mente. Voi con la grazia di Dio, col lasciar vivere Cristo in voi attraverso l’amore, scoprendolo negli altri e tirandolo fuori e ravvivando la sua presenza in mezzo a voi. E lasciare che lui faccia la rivoluzione attraverso altri, altri e altri ancora, finché Roma sarà incendiata».

Tanti fuochi vivi

Quelle settimane segnarono per noi una vera e propria svolta. Cominciammo a guardare con occhi nuovi la nostra città e ci rendemmo conto che Dio, quasi in silenzio, dal 1948 ad oggi, aveva già acceso tanti fuochi vivi. Nella capitale ci sono quattro focolari femminili e sei maschili e attorno a loro oltre 1200 persone di tutte le vocazioni ed età che si riuniscono regolarmente, per approfondire la spiritualità dell’unità e per viverla nel proprio contesto; e attorno a questi un alone di circa 10.000 aderenti e simpatizzanti del Movimento, anch’essi desiderosi di vivere il Vangelo.

Esistono poi numerose “cellule d’ambiente” – piccoli gruppi che lavorano uniti con varie iniziative di servizio e di solidarietà in un dato ambiente – nelle scuole, negli ospedali, nelle università, nelle strutture amministrative e nei luoghi di lavoro. Per non parlare dell’impegno delle persone del Movimento nelle comunità parrocchiali.

Negli ultimi anni, poi, sono nate a Roma e dintorni ben 10 aziende della cosiddetta “economia di comunione” che stanno portando avanti un nuovo stile nelle attività economiche basato, appunto, sulla comunione.

Altre realtà presenti nella città erano e sono invece legate direttamente al centro internazionale del Movimento, come la nostra casa editrice Città Nuova e il Centro Incontri Romani, nato su invito di Paolo VI per fornire un’adeguata accoglienza a persone provenienti allora dall’Est europeo, ed ora in grado di offrire questo servizio a pellegrini provenienti a migliaia da tutto il mondo, aiutandoli a scoprire il volto autentico della città eterna, quale “casa comune” per tutti, di qualsiasi razza e credo religioso.

C’è, dunque, a Roma una presenza costante, pluriforme e ormai collaudata del Movimento, quindi un potenziale di testimonianza, che può essere messo a frutto per questo nuovo impegno a servizio della città.

L’inizio dell’Operazione Roma-Amor

Abbiamo iniziato questa nuova tappa con tre giorni di intensa preghiera allo Spirito Santo per essere da lui illuminati nella scelta dei passi successivi. Si è deciso, quindi, di dar vita ad una specifica operazione d’evangelizzazione che ben presto si è chiamata O.R.A. = Operazione Roma-Amor.

Il primo passo è stato la creazione di una commissione centrale, composta di persone impegnate nei vari campi.

Il secondo passo è consistito nell’organizzare un incontro, in cui far convergere tutte quelle persone, dagli adulti ai bambini, che abbiamo avvicinato negli ambienti che frequentiamo e che sono rimaste attratte dalla spiritualità dell’unità.

I primi tre incontri hanno visto una crescente partecipazione fino ad arrivare a 3.000 persone. A questo punto ci siamo concentrati su incontri meno numerosi da tenersi nei diversi quartieri di Roma.

Nel quartiere le persone di quel territorio si ritrovano, a seconda del numero, in una casa delle nostre famiglie o in una sala o in un ambiente parrocchiale. È un moltiplicarsi di incontri, aperti a tutti, in cui si cerca di donare la “spiritualità di comunione”, secondo le indicazioni della Novo millennio ineunte, scambiandosi anche esperienze, idee, progetti, per creare un tessuto di coesione e di armonia tra gli abitanti.

Si vanno formando così delle piccole comunità territoriali. Ognuna di queste – attualmente sono 50 – ha due responsabili che, insieme ad altri membri del Movimento presenti sul luogo, preparano il programma secondo una linea di massima che viene elaborata dalla commissione centrale.

La consistenza numerica di questi incontri è varia, ma essi si tengono anche là dove ci fossero solo due persone ben formate nella spiritualità dell’unità, perché bastano anche due unite nel nome di Gesù per generare e testimoniare la sua presenza nella comunità. Seguendo questa linea, abbiamo visto verificarsi significativi sviluppi con gruppi che vanno dalle 10-15 persone fino a 200.

All’incontro mensile di quartiere si alterna quello generale di tutta la città. Questa alternanza aiuta molto, perché negli incontri generali si allargano gli orizzonti, ci si aiuta nel promuovere progetti ed iniziative ad ampio respiro e soprattutto cresce l’unità tra noi come città. L’incontro di quartiere invece serve per approfondire la conoscenza dell’ambiente civile ed ecclesiale in cui si vive, si lavora o si studia, diffondendo localmente questo spirito di comunione attraverso rapporti personali.

Una presentazione progressiva delle verità centrali della fede

Cosa si fa in questi incontri? In ognuno di essi si comunica a tappe ciascuno dei cardini della spiritualità dell’unità, iniziando da Dio Amore, la volontà di Dio, l’amore al fratello, l’amore reciproco, l’unità, per arrivare poi all’Eucaristia, alla Chiesa, a Maria e allo Spirito Santo.

Passando in rassegna e facendo vivere concretamente questi punti, si toccano un po’ alla volta le verità fondamentali del nostro Credo in un modo progressivo, con quei metodi e quelle nuove espressioni che contraddistinguono la nuova evangelizzazione.

Presentate secondo questo percorso, molte realtà della nostra fede sono accessibili anche alle persone non credenti o di altre religioni, che sempre sono presenti ai nostri incontri. Abbiamo notato, a contatto con loro, che tutti possono capire che bisogna amarsi, trattarsi da fratelli, perché l’amore è come inscritto nel DNA di ogni persona.

Interventi brevi, incisivi, chiari

Cerchiamo di offrire discorsi brevi, esperienze incisive, scenette divertenti, corti stralci di video, numeri artistici, ecc., in modo che questi incontri per la “nuova evangelizzazione” risultino moderni, vivaci e interessanti, come esige la nostra società mediatica.

Non possiamo nascondere la trepidazione che avevamo quando, nel primo incontro generale, ci siamo trovati davanti ad una moltitudine di persone diverse per cultura, razza, lingua, religione, anche se la maggioranza era composta da cristiani cattolici.

Per superare questo timore che sinceramente avvertivamo, abbiamo cercato di annullare quella distanza che può crearsi tra chi parla e chi ascolta, coinvolgendo subito tutti, rendendoli protagonisti di questa avventura. Dopo aver esposto le motivazioni del nostro incontro, abbiamo proposto l’arte di amare – amare tutti, amare per primi, farsi uno con ogni prossimo – per dare alla nostra città un volto più umano. Sapendo che la pratica dell’amore evangelico genera fiducia, stima reciproca e, per grazia di Dio, la presenza di Gesù tra persone unite nel suo nome, potevamo assicurare che sarebbe stato Gesù stesso a fare questa rivoluzione, cominciando da noi e facendola sviluppare attraverso tutti coloro che sarebbero stati contagiati dal nostro amore. Sentivamo che l’assemblea capiva e condivideva il messaggio.

Ogni incontro rappresenta dunque un’incisiva e variegata catechesi su un punto della spiritualità dell’unità. Come conclusione si offre a tutti la proposta di un impegno concreto da vivere fino al prossimo appuntamento. In questo modo la realtà che abbiamo chiamato “Roma-Amor” passa nel quotidiano dei vari quartieri della città. Fioriscono, là dove le persone vivono, rapporti nuovi e alle volte anche iniziative più consistenti per affrontare i problemi di un determinato ambiente. Queste esperienze vissute nel proprio quartiere spesso sono semplici, ma contribuiscono a ravvivare il tessuto sociale. È una piccola rivoluzione d’amore che s’inserisce nella trama delle relazioni tra i cittadini, tra i cittadini e gli amministratori, tra le realtà laiche ed ecclesiali.

Le esperienze più interessanti vengono poi donate a tutti negli incontri che man mano si susseguono.

Altri campi d’azione

Altri approcci dell’Operazione Roma-Amor  alla città avvengono attraverso le varie diramazioni del Movimento: le famiglie, i giovani, i bambini, e così via.

Un buon numero di membri e aderenti del nostro Movimento collaborano nelle strutture ecclesiali, mentre altri animano attività come trasmissioni radio, gruppi di vari ambienti professionali, incontri per giovani coppie, assistenza ai carcerati, centri di formazione, ecc.

Inoltre membri del Movimento, spiritualmente maturi e culturalmente preparati, mantengono contatti con persone di nazioni, razze e religioni diverse, partecipando ad alcune feste ebraiche e musulmane. C’è un dialogo con luterani, valdesi, ortodossi, anglicani, metodisti, eritrei copti nel quartiere Parioli. Siamo in contatto con il Centro buddista di piazza Bologna e collaboriamo con il doposcuola di italiano per bambini stranieri all’Esquilino.

E ci sono – come accennato prima – una decina di imprese medio-piccole che aderiscono all’Economia di Comunione. E ancora, le varie forme di presenza nelle Università. Circa 50 sono i docenti universitari impegnati a portare negli ambienti accademici lo spirito della “fratellanza universale” in collaborazione con altri Movimenti ecclesiali.

Tutte queste forme di servizio e di evangelizzazione ormai confluiscono, come tanti rivoli, in un unico quadro d’insieme. Ce ne rendiamo conto negli incontri plenari con partecipanti sempre più numerosi, tanto da rendere difficile reperire, a costi a noi accessibili, sale adeguate.

Quando in questi incontri, dopo aver donato ogni volta un punto della spiritualità, si mettono in comune iniziative, sviluppi, episodi, sempre di più scopriamo il volto di una Roma che si rinnova col Vangelo vissuto. Sono fatti di riconciliazione, esperienze di giovani e adulti che sanno andare “controcorrente” per affermare con la vita la propria fede. Sono momenti intensi di comunione con l’apporto anche dei più piccoli.

Anche se siamo ancora all’inizio, lavorando in sintonia con tante altre forze ecclesiali e civili, possiamo contribuire alla costruzione di una Roma veramente più cristiana.

Incontri con politici, comunicatori, operatori della giustizia

Data la vicinanza a Roma del centro del Movimento dei focolari, Chiara in questi ultimi due anni ha potuto dare un contributo diretto, lasciando tracce profonde nel tessuto umano-sociale della capitale.

Così nel dicembre del 2000 nella Sala della biblioteca della Camera dei deputati, a Palazzo San Macuto, su invito del Presidente della Camera stessa, ha parlato a parlamentari e personalità del mondo politico, appartenenti a tutti i partiti.Quell’appuntamento è proseguito fino ad oggi con incontri periodici mensili in un intenso dialogo, alla luce dei punti-cardine della nostra spiritualità. In questo modo l’Operazione Roma-Amor ha coinvolto anche alcuni responsabili della politica.

Nei mesi successivi l’esperienza dei politici ha dato una spinta a lavorare per la “fratellanza universale” in diversi campi dell’agire umano con incontri mensili tra professionisti nei settori dell’economia, dei media, della medicina, della giustizia. E altri se ne apriranno prossimamente.

In campo strettamente ecclesiale, non si può non fare un accenno all’invito rivolto a Chiara da parte del Seminario Romano e poi della Pontificia Università Gregoriana. I suoi interventi come testimone del Vangelo sono stati particolarmente apprezzati.

Maria, Salus populi romani

Di tutto quanto facciamo come Opera di Maria nella città di Roma abbiamo sempre tenute informate le autorità ecclesiali, ed in particolare il card. Ruini, vicario del Papa, sia attraverso contatti personali sia tramite la nostra partecipazione alla consulta diocesana, al consiglio pastorale, alla pastorale universitaria, al forum delle famiglie, ecc.

Pure in campo civile cerchiamo di informare le rispettive autorità per quanto le riguarda, anche perché, a motivo di alcune iniziative, ci troviamo spesso a doverci confrontare con loro.

Vorremmo concludere accennando alla realtà spirituale che c’è alla radice di questo impegno. Come tanti sanno, il Movimento dei focolari si chiama anche “Opera di Maria”. Quando questa nostra attività stava appena decollando, ci siamo recati con Chiara nella Basilica di Santa Maria Maggiore, per affidare tutto alla Vergine. Tornando da quella visita, lei scrisse questa preghiera: «Madre nostra Maria, Salus populi romani, conduci tu la nostra Operazione Roma-Amor e noi ti seguiremo».

M. Cristina Russo e Giancarlo Faletti