Una metodologia per la nuova evangelizzazione

 

I Movimenti ecclesiali, oltre a una nuova freschezza spirituale, stanno mostrando - come anche il Santo Padre ha detto - una nuova metodologia apostolica: una sintesi di “alta contemplazione” e di “immersione nella folla”, tipica di quella di Gesù che pur vivendo nell'intimità col Padre passava tra la gente, aperto ad ogni sorta di prossimo, per comunicare a tutti la buona novella.

Chiara Lubich aveva fissato questa metodologia in una breve meditazione intitolata L'attrattiva del tempo moderno. Scriveva negli anni '50:

“Ecco la grande attrattiva del tempo moderno:
penetrare nella più alta contemplazione
e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo.
Vorrei dire di più: perdersi nella folla
per informarla del divino (…)
Vorrei dire di più: fatti partecipi
dei disegni di Dio sull'umanità
segnare sulla folla ricami di luce
e, nel contempo, dividere col prossimo
l'onta, la fame, le percosse, le brevi gioie (…)

Oggi un teologo esprime lo stesso concetto dicendo che se la Chiesa “immagine della Trinità” dà una indicazione emergente è quella «di una Chiesa che al tempo stesso diventi più mistica e più storica; in altri termini, più estatica e contemplativa e insieme più dentro l'umanità e la storia; più profondamente radicata e orientata verso il suo interno… ma proprio per questo più estroversa e aperta all'umano» (L. Sartori, Scritti scelti 3, EMP, Padova 1997, 221)».

È proprio quanto fa sperimentare oggi lo Spirito Santo ai vari Movimenti da Lui suscitati.

Ne dà conferma un altro teologo scrivendo:

«I segni inconfondibili della Chiesa dello Spirito sono quelli del dinamismo, dell'amore e dell'apertura alla storia (…) Il principio pneumatico apre energie vive quali l'autonomia, la libertà, la spontaneità, il rinnovamento e la comunicazione. Determina inoltre un depotenziamento dell'autoritarismo e una più convinta sinodalità ecclesiale perché produce il riconoscimento a tutti i cristiani (e alle loro diverse realtà locali) di un contributo proprio alla vita e alla crescita della Chiesa, in virtù di un dono ricevuto nel battesimo che nel linguaggio teologico viene chiamato carisma» (G. Tangorra, L'immagine trinitaria della Chiesa, in: “Settimana”, 19/2001).

Era stato il Vaticano II, si sa, a percepire e mettere in evidenza la nuova coscienza affiorata nel popolo di Dio: il valore del battesimo come diritto-dovere per i laici di tendere alla santità e di partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Basta leggere, tra gli altri, due brani:

«[Il popolo messianico] costituito da Cristo in una comunione di vita, di carità e di verità, è pure lui… strumento della redenzione di tutti…luce… sale… inviato a tutto il mondo» (LG 9) .

«Lo Spirito Santo elargisce ai fedeli anche doni particolari …affinchè mettendo ciascuno a servizio degli altri la grazia ricevuta" contribuiscono anch'essi “all'edificazione di tutto il corpo nella carità». (AA 3).

Posti questi precedenti, è stato poi Giovanni Paolo II a lanciare con tutte le sue forze il laicato, e i nuovi Movimenti e Comunità ecclesiali, a esprimere i propri carismi, mettendo fortemente in evidenza la coessenzialità del profilo mariano della Chiesa al profilo petrino, rinnovando così una visione di Chiesa vera icona della Trinità perché basata sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti in intima comunione.

Si fa strada l'idea, è evidente, della necessità di una nuova evangelizzazione, come missione di tutta la Chiesa.

Ma dov'è che il Papa vede già all'opera il laicato per questa nuova evangelizzazione?

Lo vedrà in modo singolare nella comunione tra i nuovi Movimenti e Comunità ecclesiali quando li invita a Roma la vigilia di Pentecoste il 30 maggio '98. Agli oltre 300.000 membri di 60 Movimenti riuniti in Piazza San Pietro dice loro: «Voi qui presenti siete la prova tangibile di questa 'effusione' dello Spirito. Ogni Movimento differisce dall'altro, ma tutti sono uniti nella stessa comunione e per la stessa missione» (Pontificium Consilium pro Laicis, I Movimenti nella Chiesa. Atti del Congresso mondiale dei Movimenti ecclesiali, Città del Vaticano 1999), riaffermando quanto aveva detto nel 1966 invitando i Movimenti a dare il proprio contributo all'evangelizzazione con una comune testimonianza e con la loro collaborazione, «confidando – aggiunse – che essi, in comunione con i pastori e in collegamento con le iniziative diocesane, vorranno portare nel cuore della Chiesa la loro ricchezza spirituale, educativa e missionaria, quale preziosa esperienza e proposta di vita cristiana» (cf Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XIX 1 (1996), 1373).

Si vede, dunque, che di pari passo con i pronunciamenti sulla coessenzialità del profilo petrino e del profilo mariano, il Santo Padre spinge con forza a realizzare una più piena e sinergica comunione tra Chiesa/magistero e carismi/movimenti, essendo la Chiesa fondata appunto sul fondamento degli Apostoli e dei Profeti. E c'è effettivamente un cambiamento di paradigma nel parlare di dialogo fra Movimenti tra “prima di Pentecoste ’98” e “dopo Pentecoste '98”: prima si vedeva soprattutto la molteplicità e diversità di carismi suscitati dall'unico Spirito di Dio; ora invece lo stesso Giovanni Paolo II mette in evidenza che tutti i carismi sono fondati in unità dallo stesso Spirito Santo, e che la loro unità “precede” ogni diversificazione; per cui anche l'unità nello Spirito dei carismi e del magistero, non è prima di tutto una meta da raggiungere, bensì la realtà fondante di essi. È una comunione, insomma, che si qualifica come relazione trinitaria. Il 30 maggio '98 Piazza san Pietro viene definita dal Papa il “grande cenacolo di Pentecoste”. Lì è la Chiesa Una che professa che «uno solo è lo Spirito (…), uno solo il Signore (…), uno solo e Dio che opera tutto in tutti» (1Cor 12, 4-6). Per cui il Papa può aggiungere: «Oggi, da questa piazza, Cristo ripete a ciascuno di voi: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Egli conta su ciascuno di voi, la Chiesa conta su di voi!» (Discorso in occasione dell'incontro con i Movimenti Ecclesiali e le Nuove Comunità, Roma 30 maggio 1998, in: Atti del Congresso mondiale dei Movimenti ecclesiali, p. 224). 

Ultimo significativo esempio di collaborazione fra Movimenti è stato è stato questo convegno “I Movimenti ecclesiali per la nuova evangelizzazione”, cui hanno partecipato 1300 sacerdoti e seminaristi maggiori di tutto il mondo. Si voleva venire a conoscenza diretta di ciò che lo Spirito Santo sta operando oggi nella Chiesa attraverso i carismi che hanno dato origine ai singoli Movimenti. Quale evangelizzazione sta programmando, sì da poterla chiamare nuova?

Organizzato dal centro sacerdotale del Movimento dei focolari, ha avuto un impatto fortissimo su tutti, poiché si è potuto constatare che la diversità dei carismi e quindi dei Movimenti risponde alla diversificazione delle attese spirituali del mondo d'oggi.

Una grossa sorpresa era già il conoscere di persona, in poco più di due giorni, vari fondatori o responsabili centrali di grossi movimenti, quali Chiara Lubich, Andrea Riccardi, P. Michael Marmann di Schönstatt, Salvatore Martinez del Rinnovamento nello Spirito in Italia, Jesús Carrascosa e don G. Castiglioni per Comunione e Liberazione, Stefano Gennarini per il Cammino Neocatecumenale, il vescovo mons. Vincenzo Paglia ci ha descritto la realtà di Sant’Egidio, senza contare la grazia di avere avuto fra noi il Card. Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il Card. Castillón Hoyos, prefetto della Congregazione del Clero, e il Card. Van Thuan del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, insieme a teologi e prime e primi compagni dei fondatori. È stata un'esperienza gioiosa, veramente ecclesiale, in un clima intenso di piena comunione.

La seconda sorpresa è stata la conoscenza diretta delle diverse forme di evangelizzazione messe in atto dai vari carismi, i quali arrivano a portare la luce e la vita del Vangelo dove la pastorale normale diocesana e parrocchiale difficilmente riesce ad arrivare.

Terza sorpresa, ancora, il messaggio del Santo Padre, inviato al Card. Stafford e da lui letto all'assemblea, denso di viva compiacenza per il Convegno e di illuminate indicazioni.

Riportiamo una sola impressione comunicataci dal gruppo tedesco, che compendia le varie centinaia che ci sono giunte:

«A noi il congresso è apparso come un momento storico della chiesa. Quello che lo Spirito Santo sta operando attualmente attraverso i movimenti ecclesiali ci ha elettrizzati e trasformati. C'era una gioia unanime che faceva vibrare tutto l´edificio del Centro Mariapoli di Castel Gandolfo perché si scopriva un nuovo volto della Chiesa. Provavamo un entusiasmo del tutto nuovo per essa, una nuova speranza per il suo futuro. Quando vedevamo il film su Fontem, “Il miracolo nella foresta”, molti avevano le lacrime agli occhi.  Il rettore di un nostro grande seminario ha confidato: “Sono stracontento. Pensavo di sognare, tanto forte e bello era quello che vedevo e sentivo”».

S. C.