Passi nella comunione

 

Incontro ecumenico di vescovi a Istanbul

Gli incontri ecumenici di vescovi di varie Chiese “amici del Movimento dei Focolari”, si svolgono con cadenza annuale. Si sono tenute finora in diverse località: Costantinopoli (1984), Londra (1986 e 1996), Ottmaring/Augsburg in Germania (1988 e 1998), Trento (1995), Amman/Gerusalemme (1999), Zurigo (2001), Ginevra (2002) e più volte a Roma. Costante la benedizione da parte dei Capi delle diverse Chiese. Quest’anno l’incontro si è tenuto ad Istanbul dal 23 novembre al 1° dicembre.

A Nicea, dove è stato formulato il Credo

Venerdì, 26 novembre, quaranta vescovi – ortodossi, siro-ortodossi, armeni apostolici, anglicani, evangelici-luterani e cattolici di vari riti, provenienti da 18 nazioni – si sono recati insieme a Nicea, l’odierna Iznik, il luogo in cui quasi 1700 anni fa, durante il primo Concilio ecumenico, è stato formulato il comune Credo cristiano, detto niceno-costantinopolitano. Consci delle tristi conseguenze delle disunità nel corso dei secoli, i vescovi si sono promessi solennemente in questo luogo-simbolo di attuare in tutto e innanzi tutto il comandamento evangelico dell’amore reciproco, «affinché Cristo viva sempre fra noi e il mondo possa credere anche per il nostro contributo», come ha detto l’arcivescovo di Praga, il Card. Miloslav Vlk, il promotore dell’iniziativa.

È stato questo – al dire dei partecipanti – uno dei momenti culmine della 23a Conferenza ecumenica di Vescovi amici del Movimento dei Focolari che, per invito del Patriarca ecumenico Bartolomeo I, si è svolta dal 23 novembre al 1° dicembre a Costantinopoli.

Intervento del Patriarca ecumenico Bartolomeo I

Per la “Preghiera ecumenica d’apertura” nella chiesa cattolica di S. Antonio, gremita di cristiani delle diverse Comunità presenti a Istanbul, è intervenuto lo stesso Bartolomeo I, il quale nella mattinata successiva si è rivolto ai vescovi congratulandosi per il loro zelo per l’unità dei cristiani, e si è soffermato quindi sul tema del Convegno: «Dove due o più sono riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro» (Mt 18, 20). Con ampio riferimento alla Scrittura e al pensiero dei Padri greci, il Patriarca ha messo a fuoco tre fondamentali presupposti perché si verifichi questa promessa di Gesù: «l’amore verso Cristo, realizzato con l’osservanza di tutti i suoi comandamenti, la fede in lui, manifestata come fiducia in lui, e la retta fede… come retta conoscenza della sua persona che scaturisce dalla comunione personale con lui».

Visite alle Comunità cristiane di Istanbul

Nel corso della Conferenza i Vescovi hanno visitato le varie Comunità cristiane della città, unendosi alla loro preghiera, conoscendone i tesori spirituali e condividendone gioie e sofferenze.

Di particolare rilievo, la visita alla sede del Patriarca Armeno Apostolico Mesrob II, il quale, dopo la celebrazione dei Vespri, si è intrattenuto con i suoi ospiti per un ampio dialogo sulla vita e la situazione della Chiesa armena, che ha dato lungo i secoli una testimonianza spesso eroica. In un suo messaggio per l’apertura del Convegno aveva già formulato un appassionato appello per l’unità.

Molto cordiale pure l’incontro con il Vicario patriarcale Siro-Ortodosso Filüksinos Yusuf Çetin e la sua vivace Comunità che ha fatto grande festa ai vescovi. In un’intervista rilasciata, il Metropolita ha sottolineato che una tale intesa tra i vescovi è un esempio importante per i fedeli. 

Gioia per un gesto ecumenico di grande significato

Al Fanar, la Sede del Patriarcato ecumenico, i vescovi hanno partecipato alle solenni preghiere per l’arrivo da Roma delle reliquie di S. Gregorio di Nazianzo detto “il Teologo” e di S. Giovanni Crisostomo; un gesto ecumenico di grande significato che – come aveva detto a Roma il Patriarca Bartolomeo I – «conferma che non esistono nella Chiesa di Cristo problemi insormontabili, quando l’amore, la giustizia e la pace si incontrano».

La partecipazione è continuata poi durante le celebrazioni per la festa di S. Andrea, Patrono del Patriarcato ecumenico, per la quale, oltre alla Delegazione vaticana guidata dal Card. Kasper, erano convenute a Costantinopoli rappresentanze delle Chiese ortodosse nel mondo.

“Dialogo della vita”

La presenza di Cristo fra coloro che sono uniti nel suo nome è stata non solo il tema del Convegno ma soprattutto l’esperienza che ne ha scandito lo svolgimento, creando – come hanno detto i Vescovi – «un intenso legame di vera fraternità».

Tre interventi preparati da Chiara Lubich, hanno illustrato i fondamenti di questa via ecumenica che nasce dalla spiritualità di comunione vissuta nel Movimento dei Focolari: il cosiddetto “Dialogo della vita”, o “Dialogo di popolo” che – ha spiegato la Lubich – «non è un dialogo della base che si contrappone o giustappone a quello dei cosiddetti vertici o responsabili di Chiese, ma un dialogo al quale tutti i cristiani possono partecipare».

«Se viviamo così nelle nostre Chiese, esse rifioriranno», ha affermato un vescovo cattolico dell’Inghilterra, accennando alle grandi sfide della secolarizzazione. Mentre un vescovo luterano tedesco ha espresso quanto aveva sperimentato nel Convegno con le parole del ben noto inno «Ubi caritas et amor, ibi Deus est – dove è la carità e l’amore lì è Dio».

Passi sul cammino verso l’unità

Nel corso del programma, persone del Movimento dei focolari di differenti Chiese hanno raccontato come, nelle varie parti del mondo, si prendono iniziative per incrementare la comunione nelle loro Chiese e fra le diverse Comunità cristiane.

Di particolare interesse la testimonianza di un parroco cattolico della Romania. Attraverso un paziente dialogo della carità, sono radicalmente cambiati i rapporti fra i pastori e le diverse comunità cristiane della sua città, con molte iniziative comuni che ormai coinvolgono le stesse autorità civili (cf articolo a p. 17). Non meno significativo il costruttivo dialogo in atto fra il Mouvement Jeunesse Orthodoxe e il Movimento dei focolari, di cui ha parlato un’ortodossa del Libano.

Due evangelici e un cattolico hanno aggiornato i vescovi della Giornata ecumenica “Insieme per l’Europa”. Per essa l’8 maggio 2004 erano convenuti a Stoccarda 10 mila persone di numerosi Movimenti, Comunità e Gruppi spirituali di varie Chiese: inizio di una maggiore testimonianza comune.

Incontro con il Card. Kasper

La presenza della Delegazione vaticana per la Festa di S. Andrea, ha offerto l’occasione di un incontro con il Card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Nell’offrire un quadro dei recenti sviluppi ecumenici, egli ha sottolineato l’apporto dei Movimenti ecclesiali alla causa dell’unità: «Io sono molto grato per questi Movimenti, per il Movimento dei focolari, e penso che è un segno dello Spirito Santo… Soltanto insieme possiamo fare qualcosa per la venuta del Regno di Dio. Perciò i Movimenti sono una strada importantissima».

Nel settembre 2005 a Bucarest

Prima di ripartire per le loro nazioni, i Vescovi hanno stabilito di ritrovarsi di nuovo nel settembre 2005 a Bucarest, aderendo all’invito del Patriarca rumeno-ortodosso Teoctist e del suo Sinodo.

(Servizio Informazioni Focolari)

 

 

Momento storico per l’ecumenismo

Il 27 novembre scorso nella Basilica Vaticana si è svolta una suggestiva celebrazione durante la quale Giovanni Paolo II ha consegnato le reliquie di san Gregorio Nazianzeno e san Giovanni Crisostomo, ambedue patriarchi di Costantinopoli, a Bartolomeo I.

Ancora una volta Giovanni Paolo II ha ribadito che non si stancherà mai «di cercare fermamente e risolutamente questa comunione fra i discepoli di Cristo», perché è suo desiderio, «in risposta alla volontà del Signore», «di essere servo della comunione nella verità e nell’amore».

La consegna delle reliquie a Bartolomeo I è stata preceduta dalla lettura di una lettera del Papa al Patriarca, dove si sottolinea come la “traslazione” delle sante reliquie rappresenti «un’occasione benedetta per purificare le nostre memorie ferite, per rinsaldare il nostro cammino di riconciliazione, per confermare che la fede di questi nostri Santi è la fede (comune) delle Chiese d’Oriente e d’Occidente».

Il Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I, nel suo intervento ha sottolineato che «questo fraterno gesto della Chiesa dell’Antica Roma» segna un passo in avanti nel cammino verso la piena comunione tra le due Chiese.

Le spoglie mortali di San Gregorio di Nazianzo giunsero a Roma nel secolo VIII, attraverso un gruppo di monache che vollero metterle in salvo dalla furia iconoclasta dell’imperatore del tempo. Invece le spoglie del Crisostomo vennero portate a Roma nel secolo XIII al tempo dei crociati.

Oggi, senza negare i tragici eventi del passato, il ritorno a Costantinopoli delle reliquie dei due Santi ci ripropone l’esempio edificante di questi due grandi Padri della Chiesa una, suscitando una corale preghiera dei cattolici e degli ortodossi per la piena comunione fra le loro Chiese.

 

La triplice missione dell’Icona di Kazan

Il 25 agosto 2004 Giovanni Paolo II, nel consegnare l’Icona di Kazan alla delegazione vaticana che si recava a Mosca ha trasmesso tre messaggi al patriarca russo Alessio II.

«Dica, questa antica immagine della Madre del Signore, a Sua Santità Alessio II e al venerando Sinodo della Chiesa Ortodossa russa l’affetto del Successore di Pietro per loro e per tutti i fedeli loro affidati.

«Dica la sua stima per la grande tradizione spirituale di cui la Santa Chiesa russa è custode.

«Dica il desiderio e il fermo proposito del Papa di Roma di progredire insieme con loro nel cammino di reciproca conoscenza e riconciliazione, per affrettare il giorno di quella unità piena dei credenti per la quale il Signore Gesù ha ardentemente pregato».

Ha sottolineato poi la forte testimonianza cristiana di questo Paese: «La Russia è una nazione da tanti secoli cristiana, è la Santa Rus… Anche quando forze avverse si accanirono contro la Chiesa e tentarono di cancellare dalla vita degli uomini il nome santo di Dio, quel popolo rimase profondamente cristiano, testimoniando in tanti casi con il sangue la propria fedeltà al Vangelo e ai valori che esso ispira».

Senza mascherare la sua particolare emozione per il gesto lungamente aspettato che andava compiendo, il Papa ha reso grazie alla Divina Provvidenza «che mi concede oggi di inviare al venerato Patriarca di Mosca e di tutte le Russie il dono di questa santa Icona».

 

«Non c’è alternativa all'ecumenismo»

Il vescovo Wolfgang Huber, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, il 24 agosto scorso, dopo la sua visita al Papa che gli ha donato una croce pettorale realizzata in occasione del suo 25° di pontificato, ha affermato che in Germania si sta «sperimentando in maniera piuttosto intensa che non c’è alternativa all’ecumenismo» e che «per questo teniamo in grande cura e considerazione lo stato del buon dialogo ecumenico che abbiamo raggiunto».

«Sappiamo tutti – ha aggiunto – che attualmente la questione principale verte sul ministero … la stessa questione è oggi al centro dei dialoghi tra la Chiesa cattolica e la Chiesa luterana» e si sta «procedendo a piccoli passi … ».

«Credo però che, al di là dei chiarimenti raggiunti nell’ambito del dialogo teologico, possiamo aspettarci progressi sicuri per il modo con cui vicendevolmente rispettiamo e consideriamo il ministero dell’altra parte».

«Noi come Chiesa evangelica dobbiamo quindi ora riflettere su quanto spetta a noi fare, affinché raggiungiamo identità e comprensione, coscienza del nostro profilo e rispetto e considerazione del profilo dell’altro, e affinché questo possa rappresentare tra le nostre due Chiese un nuovo legame».

a cura della redazione