«Piena comunione non significa astratta uniformità,

ma ricchezza di legittima diversità di doni condivisi e riconosciuti da tutti»

 

Uniti nella bellezza della diversità

 

Ruxandra Lambru, sposata, docente di filologia slava in Romania, appartiene alla Chiesa Ortodossa Romena ed è impegnata nel vivere la spiritualità del Movimento dei focolari. Ci racconta brevemente il suo cammino di fede nell’ecumenismo della vita.

 

La scoperta di Dio-Amore

Nell’infanzia non frequentavo regolarmente la chiesa, ma nell’adolescenza ho avvertito dentro di me tante domande, assieme ad un desiderio forte di perfezione.

Fu decisivo per me incontrare i giovani del Movimento dei Focolari. Era bellissimo vederli tutti insieme: cattolici, ortodossi, greco-cattolici e riformati; romeni, ungheresi o tedeschi di origine. Ho notato che nelle loro anime c’era la gioia, la pace, la serenità. Solo più tardi ho capito che era quel vivere «dove due o più sono uniti nel mio nome...» (Mt 18, 20), che mi faceva sentire Dio presente tra loro.

Mi hanno invitata a partecipare ad un incontro e subito ho capito che Dio era la risposta alle mie ricerche. Lui era l’Assoluto, la perfezione che cercavo. Volevo trovare anch’io un rapporto diretto, personale con Lui, e così ho cominciato a partecipare alla vita della mia Chiesa. Ed ho sperimentato una gioia che difficilmente si può esprimere a parole.

L’unità in famiglia e nel lavoro

 Quando mi sono sposata con Steliu, abbiamo deciso di mettere Dio alla base della nostra vita in famiglia. Qualche mese dopo, sono morte tante persone a noi care: il mio ed anche il padre di Steliu, ed alcuni si sono spenti a casa nostra, nelle nostre braccia. Seppure questa esperienza per noi fosse tragica, nello stesso tempo abbiamo sperimentato cosa significa vivere con Gesù presente fra noi. Come mai prima, ci siamo assicurati di essere pronti a dare la vita l’una per l’altro ed era Lui la nostra forza, il nostro sostegno che meravigliava anche i nostri amici e colleghi.

Sia nell’ambiente universitario che alla Radio, dove presto alcune ore di lavoro, ho visto quante persone sono sensibili alla semplice testimonianza di noi cristiani laici, uguali a tutti, ma con nel cuore questo grande tesoro: Dio.

Insegno alla cattedra di filologia slava, lo slavo ecclesiastico, una materia che non piace troppo agli studenti, perché dicono che è una lingua vecchia, morta. Cerco di far sì che l’amore inventi sempre i modi per rendere attraenti quelle lezioni. Durante i seminari lavoriamo sui testi del Vangelo e spesso succede che, dopo aver analizzato con gli studenti una parabola, anche quelli che non hanno avuto un’educazione religiosa rimangono pensosi e si pongono domande sulla fede. Ed anche coloro che hanno già finito l’università, mi scrivono ed a volte chiedono consigli. Forse sono riuscita a trasmettere a loro un po’ di quel Dio che è tutto per me.

I frutti

Noi, membri del Movimento dei focolari in Romania che apparteniamo alla Chiesa ortodossa, ci incontriamo periodicamente per trovare nell’unità fra di noi e con il focolare lo slancio per essere portatori della fede alle persone tra le quali viviamo. Ho visto che, magari per un solo colloquio profondo avuto con una collega, lei è riuscita a sposarsi in chiesa, e qualcun altro comincia a praticare la religione. E, dopo questi anni, mi rendo conto che il numero delle persone per le quali occorreva solo accendere la luce della fede, con l’amore, è diventato sempre più grande.

L’unità coi nostri vescovi

L’anno scorso un gruppo di noi ortodossi, insieme ai responsabili del Movimento nel Paese, siamo stati ricevuti dal Patriarca Teoctist in una lunga e calorosa udienza. Il Patriarca, sentendo che da 20 anni il Movimento esiste in Romania, composto da cristiani cattolici e ortodossi che sono impegnati ognuno nella propria Chiesa e cercano di testimoniare Dio col dialogo della vita, è stato molto contento, ci ha incoraggiati ad andare avanti e ci ha detto di trasmettere la sua speciale benedizione a Chiara perché compia la sua opera di unità.

Con il suo consenso alla fine di giugno 2003 si è svolto nell’aula del Patriarcato un nostro Congresso dedicato alla Vergine Maria con oltre 400 partecipanti. È stata una giornata molto speciale anche per la testimonianza comune di noi ortodossi e cattolici insieme, che volevamo che questo Congresso fosse non una riunione ecumenica protocollare, ma tutta la nostra vita vissuta. Erano presenti pure i vescovi ortodossi e cattolici. E quello che più ha impressionato tutti è stato vedere l’unità nella diversità. Abbiamo sperimentato che il Vangelo vissuto ci fa già una sola cosa in Cristo ed è una testimonianza che trascina e affascina gli altri colpiti dalla bellezza straordinaria di questa manifestazione comune.

Vivendo uniti nell’amore le nostre Chiese sono più belle

Ed è questa la mia forse più profonda esperienza: vivendo, con la radicalità dell’amore, il Vangelo e la nostra appartenenza alle rispettive Chiese, possiamo già essere uno in Cristo e facciamo vedere le nostre Chiese attraenti, piene di vita; e la nostra testimonianza comune fa scoprire alla gente che viene in contatto con noi, sia la bellezza della diversità, sia l’unità che già esiste tra noi, nell’amore.

Ruxandra Lambru