Nella comunione si ritrovano le radici evangeliche della propria Chiesa

 

Ecumenismo della vita tra vescovi

Intervista al Metropolita Serafim Joanta

 

Durante il recente convegno ecumenico di vescovi ad Istanbul (vedi p. 29) Serafim Joanta, Metropolita della Chiesa ortodossa di Romania per la Germania e l’Europa centrale, ci ha rilasciato questa interessante intervista.

 

Un avvenimento che dà gloria a Dio

GEN’S: Quello vissuto in questi giorni è stato un incontro tanto atteso che ha visto una maggiore partecipazione di vescovi di varie Chiese, rispetto agli anni scorsi. Perché?

Perché Istanbul, l’antica Costantinopoli, questa terra, la Turchia è un Paese anticamente cristiano, ricco di storia, di tanti luoghi santi. È per questo che molti vescovi sono stati attirati: per vivere proprio qui  momenti di unità. È stato un incontro speciale. In questi giorni abbiamo vissuto un’esperienza estremamente ricca che ci ha rinnovato spiritualmente a contatto con questa cristianità antica: con gli ortodossi, con i siro-ortodossi, gli armeno-apostolici, i cattolici di diversi riti. Un fatto del tutto eccezionale e straordinario. Da dar gloria a Dio!

 

GENS: Loro hanno vissuto questa settimana proprio in un momento in cui sono stati compiuti gesti storici nei rapporti tra Costantinopoli e Roma,  per il ritorno a Costantinopoli delle reliquie dei due grandi Padri della Chiesa, san Giovanni Crisostomo e san Gregorio Nazianzeno detto “il Teologo”. Inoltre, hanno avuto più di un contatto diretto con il Patriarca. Quale significato ha assunto il loro convegno?

Il ritorno delle reliquie dopo secoli è stato per questi cristiani, per la Turchia, un segno di speranza molto forte, molto commovente. Sono stato impressionato da come i vescovi delle Chiese anglicana e evangelico-luterana, che assistevano per la prima volta alla venerazione delle reliquie da parte di ortodossi e cattolici, abbiano apprezzato questo gesto. Il patriarca Bartolomeo ha parlato in modo commovente, ringraziando il Papa e la Curia romana per questo gesto eccezionale.

Nuova chiamata all’unità

GEN’S: E per il Patriarcato ecumenico e per le altre comunità siro-ortodossa, armena, anglicana che hanno visitato, quale significato ha avuto la loro presenza?

Tutte le comunità hanno avvertito l’unità che c’era tra di noi. Hanno apprezzato la preghiera, la “qualità” della comunione. È stata per loro una cosa straordinaria vedere vescovi di tante Chiese uniti nella preghiera. Hanno manifestato gioia per il fatto che siamo stati in mezzo a loro. È stata per loro come una nuova chiamata all’unità: se i vescovi sono insieme, anche il popolo di Dio deve essere insieme. Penso che tutte queste comunità abbiano ricevuto un grande impulso per l’avvenire.

Il primato della comunione

GEN’S: Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, alla festa di s. Andrea, ha parlato del primato dell’unità spirituale che siamo chiamati a vivere in Cristo, sul modello della Trinità.  Sembra un traguardo lontano…

Penso che quanto abbiamo vissuto qui a Costantinopoli e quanto vivono cristiani di diverse Chiese insieme, nello spirito d’unità del Movimento dei Focolari, con Gesù in mezzo, è un esempio, una speranza, è un seme dell’unità che esiste già tra le diverse Chiese nella comunione, nell’amore della Trinità.

Tra noi, infatti,  c’è un grande amore, grande rispetto per ogni Chiesa, per ogni tradizione. Ho visto come i vescovi evangelici, anglicani e cattolici hanno apprezzato le icone, le reliquie, la liturgia ortodossa che è lunga, ma bella. Tutto questo è stato un esempio dell’unità che esiste già e che si deve diffondere in tutte le Chiese, in tutta la cristianità. È l’amore che può far avanzare l’unità dei cristiani.

Se, soprattutto noi vescovi e i capi delle Chiese, diamo questa testimonianza – il dono delle reliquie ne è un segno molto forte –  tutto questo sarà recepito dalla coscienza delle nostre Chiese.

Spiritualità della Chiesa

GEN’S: Dove ha radice questa loro esperienza di unità, da dove attinge la linfa?

La radice dell’unità è l’amore di Dio, l’amore del Cristo che unisce nello Spirito Santo il mondo intero e prima di tutto i cristiani che si uniscono nel suo nome. È per questo che abbiamo in noi, nel nostro cuore, Gesù, Gesù in mezzo a noi.

Questa spiritualità del Movimento dei Focolari è la spiritualità per eccellenza della Chiesa di Cristo, di ciascuna Chiesa. Sottolineo questo sempre: non è qualcosa specifico di questo movimento o della Chiesa cattolica soltanto.

L’unità proposta da Chiara Lubich e dal Movimento dei Focolari è anche per le Chiese ortodossa, luterana, anglicana, perché è semplicemente evangelica, riassume, comprende tutto il Vangelo, l’essenza del Vangelo: è l’amore di Dio, l’unità in Cristo per lo Spirito Santo.

 

GEN’S: Tra le tappe del loro pellegrinaggio in questa terra antica del cristianesimo c’è stata Nicea. Che significato ha avuto per loro?

A Nicea abbiamo vissuto un momento molto forte: è un luogo che testimonia la Chiesa indivisa, dove nel 325, si è celebrato il primo Concilio che ha formulato la prima parte del nostro credo. Insieme abbiamo firmato un patto di amore tra noi vescovi, e, in quanto vescovi, ci siamo impegnati anche per tutta la nostra Chiesa locale ad adoperarci per il ristabilimento della piena comunione visibile. È stato un segno molto forte e una speranza per l’avvenire.

Guardando al futuro

GEN’S: Dove e quando il prossimo appuntamento?

Il prossimo anno ci ritroveremo in Romania, a Bucarest. Ci troveremo in un Paese ex-comunista che ha sofferto per 50 anni la repressione e da pochi anni ha ritrovato la libertà, non senza incontrare difficoltà. Questo nostro incontro sarà un segno di incoraggiamento per i cristiani di Romania, non solo ortodossi. C’è una forte comunità di cattolici, ci sono evangelici, calvinisti.

GEN’S: Sarà l’occasione per incontrare il patriarca Teoctist…

Sì, sarà l’occasione per incontrare il Patriarca Teoctist e i responsabili delle Chiese cattolica e evangelica e molti vescovi del Paese. Sarà l’occasione per dar loro modo di conoscere più da vicino il ruolo di unità del Movimento dei Focolari.

Abbiamo avuto qui a Costantinopoli una testimonianza molto forte di un sacerdote cattolico romeno che si è impegnato a incontrare regolarmente i sacerdoti ortodossi, cattolici, riformati e luterani. Questi incontri hanno cambiato lo spirito di questa città. Ora tutti pregano insieme, c’è tra tutti una vita veramente nello Spirito Santo.

Sì, il Movimento dei focolari ha un grande rispetto per ogni Chiesa: anzi ognuno ritrova le proprie radici nella propria Chiesa, ogni sacerdote, ogni cristiano approfondisce la propria tradizione. È qualcosa di straordinario che può cambiare la situazione.

a cura di Carla Cotignoli