Perché tutti siano Uno

 

Come Lui

 

All’inizio di dicembre, la Chiesa in Burkina Faso ha celebrato il centenario dell’evangelizzazione di questa regione dell’Africa subsahariana. Per l’occasione, il nunzio ha ordinato in un stadio 94 nuovi sacerdoti provenienti da tutte le diocesi. Grande festa da qualcuno vissuta in modo speciale.

È il caso di Hervé, che avevamo conosciuto nel ’98. Durante il ritiro dell’ordinazione aveva chiesto a Dio di fargli comprendere con chiarezza quale sarebbe stata la sua specifica chiamata, in avvenire. Ha quindi aperto la Bibbia e il suo sguardo è caduto sulla preghiera di Gesù per l’unità. L’indomani, quando al termine dell’ordinazione tutti si sono avviati per il pranzo al Centro pastorale diocesano, qualcuno chiede ad Hervé di occuparsi di una signora rimasta sola e tutta disorientata, giacché egli solo conosceva il dialetto di quella donna. Dopo un attimo di esitazione, comprende che è proprio in questo momento che inizia il suo ministero d’unità. Chiama un taxi ed accompagna l’anziana donna da una famiglia della sua etnia. Là viene riconosciuta come una vicina di casa e si calma ogni agitazione. Quando Hervé arriva finalmente al Centro pastorale, non c’è più gran che da mangiare, ma il suo cuore è pieno di gioia.

A Roma, tra i tanti incontri di quest’anno giubilare, un seminarista brasiliano si è trovato a cena con alcune persone della sua nazione, tra cui una coppia fortemente impegnata nella vita diocesana. Durante il pasto, il colloquio si fa via via profondo. Ed è l’occasione per condividere tante esperienze sugli effetti della carità, vissuta nel quotidiano.

Alla fine, la signora tira fuori dalla borsa un bigliettino e lo consegna. Davanti riporta la scritta: «Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli»; e sul retro queste parole: «Nostro più grande sogno sarebbe che, quando le persone ci vedono, scorgessero Gesù, nelle sue parole, nei suoi gesti, con i suoi pensieri e col suo cuore. È così che vedo il tuo cammino. Ogni volta che ti incontro, tu assomigli di più a Gesù. Lodo Dio per questo. Perché mi fa credere che è possibile».

Passano alcuni giorni e giunge dal Brasile un e-mail. «Dopo quelle due ore a cena – confida quella stessa signora –, il mio cuore è ripartito diverso da Roma, con più sete di Dio, con più sete di amare il prossimo, al di là della condizione di vita. Sto cercando di mettere in pratica quanto ho imparato da te in quella serata...».

Sacerdos - alter Christus, si legge negli antichi manuali. La sfida sempre aperta è che ciò non valga soltanto sull’altare, ma in ogni frangente del vivere quotidiano.

 

 

La forza dell’amore

 

Un esempio che trascina

Colombia. «Da quando in ogni azione cerco di fare dono di me stesso, ho

sperimentato in maniera nuova la presenza del Padre, la sua bontà, misericordia e

provvidenza. Nella nostra casetta (n.d.r.: quel seminario si articola in varie casette in ciascuna delle quali vivono una quindicina di seminaristi), J. ed io abbiamo cercato di donarci pienamente, nella pulizia, nel

sistemare il giardino, e così via. Ad un certo punto è sorta l’idea di mettere in comune fra tutti quello che avevamo in sovrappiù, in un ambiente che abbiamo chiamato la stanza della comunione di beni. È un luogo “sacro”, di amore donato. Dopo qualche tempo altre casette hanno seguito il nostro

esempio». (A.F.)

 

Spesa con imprevisti

Italia. «Assieme ad un compagno di corso, ci eravamo presi l’impegno di fare alcune  commissioni per il seminario. Dopo aver fatta la spesa, il nostro carrello era

strapieno. Ma quale sorpresa: il nostro

furgone non era più dove l’avevamo

lasciato! Durante la prolungata attesa che qualche nostro compagno venisse a

prenderci, ci veniva da pregare per chi ci aveva fatto questo brutto scherzo. Ed ecco ancora una sorpresa: senza fare nessuna ricerca, sulla via del ritorno, dopo neanche un chilometro, in margine alla strada

vediamo parcheggiato un furgone che

assomiglia al nostro. Ci siamo fermati: era proprio il nostro! Aveva la serratura del motorino di avviamento rotta, senza nessun altro danno. Un’improvvisa conversione dei ladri? Non osiamo affermarlo. Ma una cosa è certa: né io né il mio compagno avevamo avuto alcun sentimento di odio. Anzi,

nell’unico modo che ci era dato, avevamo cercato di amare, pregando». (M.S.)

 

“Ho cercato di donarmi con tutto me stesso”

Polonia. «Quando la settimana scorsa è stato il mio turno di servire a tavola, ho

cercato di donarmi con tutto me stesso, ed altri l’hanno osservato. Una sera avrei

voluto andare a vedere un film interessante, ma dovevo finire di mettere a posto le cose. Qualcuno ha sentito che ho detto ad un amico: “Mi dispiace, ma non posso venire a vedere questo film”. E spontaneamente mi ha detto: “Ci penso io. Vai con il tuo amico”. È stato per me un chiaro segno

che l’amore suscita l’amore». (P.K.)