“Questa non è opera mia, ma dello Spirito Santo”

Tone Šeruga e Jože Berginc (Slovenia)

 

Tone Šeruga:

  Quarant’anni fa ho scoperto questa vita di comunione tra sacerdoti ed ho espresso al vescovo il desiderio di attuarla insieme ad un viceparroco. Egli mi accontentň e aggiunse: “Se dopo un anno l’esperienza non andasse bene, venite e troveremo altra soluzione”. Dopo un anno siamo tornati a ringraziarlo. Egli molto contento ha commentato: “Questa non č opera mia, ma dello Spirito Santo”.
All’inizio Jože era viceparroco. Poi divenne parroco di due parrocchie, ma rimanemmo insieme, e ognuno ha a cuore le parrocchie altrui come la propria.
Dopo ventun’anni di vita comune pensavo di affidare tutta la responsabilitŕ pastorale a Jože, rimanendo con lui come aiuto, ma il Signore ha avuto altri progetti...

 

Jože Berginc:

Sei anni fa mi č stato scoperto il morbo di Parkinson e non potevo nascondere le mie difficoltŕ alla gente. Le medicine infatti non funzionano subito e devo avere tanta pazienza e non temere di mostrami cosě debole davanti agli altri.
Durante un periodo, a causa di un’infezione le medicine non funzionavano. E le conseguenze? Per alzarmi da letto ci voleva almeno mezz’ora... Ma, guardando a Gesů in croce, sento che l’anima č sana e vado avanti con gioia.
A volte non posso neanche aprire il breviario. Allora penso: «Adesso Dio ha bisogno, in qualche posto, del mio piccolo contributo per risolvere qualche problema».
Cosě il buio si trasforma in luce. Lo sento in modo speciale al mattino, quando preghiamo e rinnoviamo la nostra fedeltŕ a Gesů crocifisso.

 

Tone Šeruga:

Il nostro vescovo parlando della vita comune ai sacerdoti ha citato il nostro caso: «Questa vita fa tanto bene a loro due e alle loro parrocchie». Sě, perché la malattia di Jože non č di ostacolo, anzi rende feconda la nostra pastorale. Diversi laici, uniti tra di loro e con noi, condividono con gioia tanti impegni pastorali in parrocchia e si sente la luce e la forza del Risorto.